IL RATTO DI PROSERPINA – Niccolò Dell’Abate

IL RATTO DI PROSERPINA (1570 circa)
Niccolò Dell’Abate (1512 circa-1571)
Museo del Louvre – Parigi
Tela cm 215 x 196

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Il dipinto illustra Il ratto di Proserpina, raccontato dal poeta latino Claudio Claudiano.
La leggenda narra che durante una passeggiata in campagna nei dintorni di Enna, in Sicilia, Plutone, dio degli inferi, s’imbatté in Proserpina che era in compagnia di alcune ninfe, impegnata a raccogliere fiori. Responsabile dell’immediata passione fu una freccia scagliata da Cupido, e Plutone, ormai perdutamente innamorato, rapì la giovane lasciando nella disperazione più cupa le ninfe. In primo piano sulla sinistra sono le ninfe, e a destra Plutone che rapisce Proserpina. In lontananza si apre un magnifico paesaggio, quasi una visione, accarezzato da sfumature azzurre spezzate dai nervosi tratti che delineano le architetture. In realtà sembra che l’episodio qui raffigurato sia influenzato dalla letteratura dell’Ariosto o di Boccaccio, fatto questo abbastanza comprensibile alla luce dello stretto rapporto che Niccolò aveva con la cultura artistica della sua terra natia che non mostrava particolare interesse per l’antico se non per il vasto repertorio di temi che questo era in grado di offrire.

In origine il quadro era nel castello di Fontainebleau e citato nel 1727 nell’inventario della collezione del duca di Orleans. Nel 1791 venne acquistato da F. de Laborde che due anni dopo lo rivendette al banchiere Geremia Harman. Quindi nel 1798 passò alla collezione del conte di Gower che a sua volta lo rivendette al marchese di Stafford. Ricevuto in eredità dal duca di Sutherland, fu da quest’ultimo messo in vendita nel nostro secolo e acquistato nel 1933 dal governo francese, destinato al Museo del Louvre.

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