LE BARUFFE CHIOZZOTTE – Carlo Goldoni

LE BARUFFE CHIOZZOTTE

Commedia in prosa in tre atti, in dialetto chioggiotto, di Carlo Goldoni.
Rappresentata a fine gennaio 1762 al Teatro San Luca di Venezia
Venne pubblicata a Venezia nel 1774.

Personaggi

Padron Toni (Antonio), padrone di una tartana peschereccia
Madonna Pasqua, moglie di padron Toni
Lucietta, fanciulla, sorella di padron Toni
Titta Nane (Giambattista), giovine pescatore
Beppe (Giuseppe), giovine, fratello di padron Toni
Padron Fortunato, pescatore
Madonna Libera, moglie di padron Fortunato
Orsetta (Orsolina), fanciulla, sorella di madonna Libera
Checca (Francesca), altra fanciulla, sorella di madonna Libera
Padron Vincenzo, pescatore
Toffolo (Cristoforo), battellaio
Isidoro, Coadiutore del Cancelliere C
Il Comandador, Messo del Criminale
Canocchia, giovine che vende zucca arrostita
Uomini della tartana di padron Toni
Servitore del Coadiutore

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ATTO I

Mentre attendono il ritorno dei loro uomini dalla pesca, le donne in strada ricamano, sperando di veder realizzati i progetti matrimoniali: Orsetta, sorella di Libera, moglie di Fortunato, è promessa a Beppo, fratello di Toni, proprietario della paranza; Lucietta, sorella di Toni, al giovane pescatore Titta Nane; Checca, sorella di Orsetta, vorrebbe soffiare Titta Nane a Lucietta, ma è desiderata dal battellaio Toffolo, che gentilmente offre a tutte le donne delle fette di “zucca barucca”. Costui, indispettito per il rifiuto di Checca, si mette a conversare con Lucietta, ripetendo a voce alta un epiteto offensivo nei riguardi dell’amata. Tra le donne delle due famiglie scoppia una lite clamorosa, ma esse si rappacificano prima dell’arrivo dei loro uomini, promettendosi di non dir loro nulla dell’accaduto. Lucietta e Checca, però, si prendono la loro personale rivincita denunciando ai rispettivi fidanzati i colloqui tra Toffolo e Orsetta, da una parte, e Toffolo e Lucietta dall’altra, e riuscendo così a farli aspramente ingelosire. Toffolo, incautamente, chiede a Fortunato la mano di Checca, ma non appena Beppe lo scorge, gli sfodera contro un coltello; Toffolo, per difendersi, gli tira dei sassi, che colpiscono in testa l’ignaro Toni, anch’egli ora in armi contro Toffolo, salvato a sua volta da Fortunato dalle grinfie di Titta Nane.

ATTO II

Toffolo sporge denuncia contro i suoi aggressori e il coadiutore Isidoro cita le protagoniste della lite a deporre, mentre gli uomini, ad eccezione di Fortunato, avvertiti e protetti dalle loro donne, si nascondono. Davanti al coadiutore sfilano i testimoni: a Checca, candidamente sincera, Isidoro si offre di mediare con Titta Nane e di costituirle (non senza maliziose intenzioni) una dote per accasarla; Orsetta è sicura di sé, e non dice una parola piú del necessario; Libera si finge sorda, mentre l’esasperante difetto di pronuncia di Fortunato rende incomprensibile la sua deposizione. Lucietta, già scaricata da Titta Nane, è indignata per non essere stata ascoltata dall’esausto coadiutore e lo sospetta di favoritismi verso Checca.

ATTO III

Anche per i pescatori arriva la citazione e le donne temono pene assai severe per loro. Isidoro, venuto a prenderli, mostra particolare favore per Checca e Titta Nane, che saluta la ragazza con galanteria; Lucietta, indispettita, reagisce scatenando un’ulteriore baruffa femminile, sedata da Fortunato. In tribunale, intanto, Titta Nane confessa a Isidoro di amare solo Lucietta e così, dati i sentimenti di Toffolo per Checca, il coadiutore. gliela promette in moglie. Isidoro rappacifica gli uomini e ottiene il consenso alle nozze tra gli innamorati delle due famiglie, ma la notizia dell’ennesima lite muliebre separa nuovamente i due clan. Fortunato e Libera risolvono la situazione acconsentendo alle nozze di Checca, a cui si uniscono gli altri sposalizi. Le due famiglie festeggiano in strada con balli e canti.

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COMMENTO

Le baruffe chiozzotte sono un mirabile esempio di teatro comico settecentesco permeato di valori illuministici. in questa opera teatrale, in tre atti, scritta nel 1762 in dialetto veneziano e chioggiotto, Goldoni trasforma la vecchia commedia improvvisata (commedia dell’Arte) in commedia di carattere e d’ambiente.
Su un’esile trama, infatti, vengono rappresentati atteggiamenti, sentimenti ed il comune buon senso di alcuni popolani veneti, l’eterna ritrosia e malizia delle ragazze, e l’arroganza e la presunzione dei vecchi contrapposte alla fanciullesca baldanza della gioventù, il tutto in una ininterrotta serie di chiacchiere di piazza e di litigi.
Ne Le baruffe chiozzotte non c’è un personaggio principale, un protagonista intorno a cui ruoti l’azione: è l’ambiente stesso che dà colore e senso alla variegata folla di popolani. Ed è proprio la storia di alcuni popolani che Goldoni narra con lieve ironia; al centro della trama, infatti, sono le vicende di alcuni pescatori di Chioggia e delle loro famiglie: una serie di malintesi, ripicche e rumorose baruffe, appunto, porteranno i protagonisti (Lucietta, Checca, Orsetta, Toffolo, Titta, Beppe) in tribunale, dove tutto si accomoderà grazie all’intervento pacificatore della pubblica autorità. Nella commedia si evidenzia l’osservazione precisa e diretta della vita popolare della Venezia del Settecento, resa attraverso una costruzione teatrale nuova, indipendente da ogni regola e pregiudizio accademico e formale.

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