LA BOTTEGA DEL CAFFÈ – Carlo Goldoni

LA BOTTEGA DEL CAFFÈ

Commedia in prosa in tre atti di Carlo Goldoni.
Composta. nell’aprile 1750, venne rappresentata a Mantova il 2 maggio 1 750. Originariamente in dialetto veneziano, il nostro autore ne mutò il dialogo in lingua per le edizioni a stampa di Venezia e Firenze nel 1753.

La commedia si svolge intorno alla bottega del caffè, luogo di ritrovo di avventori abituali e di passaggio, collocato al centro della piazza, da cui si ha la visione di tutti gli edifici che l’attorniano. È l’idea di un microcosmo in cui si creano varie dinamiche tra i personaggi, che litigano, si aiutano e si interessano delle questioni degli altri a vicenda.

ATTO I

In una piazzetta di Venezia da otto mesi Ridolfo gestisce un caffè, frequentato da giocatori d’azzardo della bisca di Pandolfo, attività che Ridolfo considera immorale. Tra questi vi é il giovane mercante Eugenio, che per il gioco trascura l’attività commerciale e la famiglia, indebitandosi col pettegolo Don Marzio, a cui affida in pegno un paio d’orecchini di sua moglie Vittoria.
È Ridolfo a rilevare i suoi debiti, a saldarli e a cercare di indirizzarlo verso una vita più retta, memore del padre, suo primo datore di lavoro. Vittoria, però, non ce la fa più e annuncia al marito di volerlo abbandonare, anche perché Eugenio non cessa di fare il galante con la ballerina Lisaura, mantenuta dal conte Leandro, che la vuol chiedere in moglie, e con la “pellegrina” misera e mendica Placida, venuta in cerca del marito Leandro.
Per quanto le intenzioni di Eugenio siano oneste, è il pettegolo Don Marzio a gettare
discredito su di lui.

ATTO II

Ridolfo salda il pesante debito di gioco di Eugenio, che però continua a giocare e dà un banchetto per una vincita minima. Placida, senza partecipare al banchetto, vi avverte la voce del marito. Leandro, vistosi scoperto, allontana Placida sfoderando le armi. Eugenio difende Placida, avvalorando cosi le maldicenze di Don Marzio. Vittoria assiste al banchetto mascherata, per non farsi riconoscere, e constatata ancora una volta la galanteria del marito. Indignata, sviene, soccorsa da Ridolfo, ormai abituato ad affrontare situazioni del genere.

ATTO III

Si ricompongono le coppie, con Leandro che parte insieme a Placida ed Eugenio che si riconcilia con Vittoria; si scopre che i dissapori. sono stati causati da Don Marzio, ma il colmo della sua maldicenza è l’arresto di Pandolfo, per una denuncia di gioco truccato. Don Marzio, in quanto spia, viene tacciato d’infamia dagli altri personaggi e costretto a lasciare la città.

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