LA FISICA NUCLEARE

Ernest Rutherford

LA FISICA NUCLEARE

Con la definizione della struttura dell’atomo da parte di Ernest Rutherford e di Niels Bohr era nata di fatto la moderna fisica atomica e nucleare; nel periodo 1919-1939 essa occupò nella ricerca scientifica un posto di eccezionale rilievo.
Lo stesso Rutherford dedicò gli ultimi anni della sua vita allo studio dell’interno del nucleo atomico e nel 1919 giunse a scoprire che era possibile disintegrare il nucleo di un atomo di azoto “bombardandolo” con una particella “alfa”. Stabilito che l’uomo poteva intervenire sul nucleo e colpirlo in maniera distruttiva, il problema che si poneva era dove ricercare i “proiettili” necessari a questo sensazionale tiro al bersaglio. Le possibilità erano due: o reperire queste munizioni nella natura, tra gli atomi di elementi radioattivi capaci di liberare particelle molto veloci e potenti, oppure procurarsi “artificialmente” i proiettili, servendosi di atomi ordinari ma “accelerandoli” fino alla velocità voluta, mediante appositi congegni.

Alla fine prevalse questa seconda scelta e, grazie all’apporto dell’industria elettrica, tali macchine cominciarono ad essere costruite. Comparvero così i primi “acceleratori” di particelle, “modesti” apparecchi da due milioni di volts, da cui derivarono poi i sempre più potenti betatroni, sincrotroni, acceleratori lineari, bevatroni, dalla potenza di alcuni miliardi di volt. In pari tempo si approfondivano le conoscenze sulla struttura del nucleo atomico: negli anni ’30 del secolo scorso una serie di osservazioni e di esperimenti consentivano l’individuazione di nuove particelle come il neutrone e il mesone, quest’ultimo considerato come la forza coesiva dell’intero nucleo atomico.

Scienziati di altissimo valore, quali Chadwick, Yukawa, Dirac, Gamow, Bethe, Joliot-Curie contribuivano con le loro ricerche a una indagine sempre più accurata attorno quella straordinaria fonte di energia racchiusa in un corpuscolo dalle dimensioni inconcepibilmente piccole.

Alla vigilia della seconda guerra mondiale era certo che questa energia poteva essere utilizzata dall’uomo. Il problema tecnico, difficilissimo, era quello di riuscire a controllarla ma, nello stesso tempo, un altro drammatico problema si poneva di ordine morale: quale uso ne avrebbe fatto l’uomo?

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