1 – QUANTO SI DOVREBBE PESARE – Prima parte

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QUANTO SI DOVREBBE PESARE

PRIMA PARTE

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L’obesità è forse il più comune disordine metabolico dell’uomo. La sua presenza è documentata nel corso dei secoli, ma rappresenta oggi un problema per l’alto numero di casi registrati. Si calcola che in Italia esistano circa 10 milioni di obesi adulti, mentre addirittura un terzo della popolazione sarebbe comunque al di sopra del peso ideale. Il problema interessa tra l’altro anche l’infanzia, dato che ben 5 bambini su 100 risultano obesi.

Fondamentale è, quindi, la prevenzione che può avvenire esclusivamente attraverso il controllo dell’alimentazione quotidiana, evitando in particolare gli eccessi di grassi e di zuccheri semplici.
Uno studio condotto su scala nazionale dall’Istituto Nazionale americano del Cancro ha evidenziato che gli individui obesi di sesso maschile presentano un tasso più elevato di decessi per cancro del colon, del retto e della prostata, mentre le donne obese sono colpite con maggior incidenza da cancro dell’utero, dell’ovaio, della mammella (dopo la menopausa), della colecisti e delle vie biliari, rispetto alle persone il cui peso rientra nei limiti della norma. È anche più facile che le persone grasse soffrano di ipertensione arteriosa, di ipercolesterolemia e che siano maggiormente soggette a ictus cerebrale. Anche il diabete a insorgenza in età matura è più diffuso tra gli obesi.
Sebbene l’ereditarietà costituisca un elemento importante nella presenza di questa malattia, il calo ponderale può contribuire a tenere il diabete sotto controllo.

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 CHI  È OBESO?
I grafici dei tassi di mortalità relativi a maschi e femmine (vedi schemino) evidenziano i rischi correlati all’obesità. Dal momento che la taglia e la corporatura delle persone sono differenti, nei grafici viene utilizzato, quale parametro di obesità, l’indice di massa corporea (IMC), diventato ormai uno standard scientifico internazionale.
Per calcolarlo, il peso in chilogrammi del soggetto viene diviso per la statura in metri al quadrato, come indicato negli schemini.
Non esiste una soglia precisa, o un punto particolare, di adiposità al cui livello il fatto di essere obesi comporti un aumento di rischio per la salute. La scienza moderna considera obesità evidente, il cui trattamento è decisamente consigliabile, un indice di massa corporea superiore a 27,8 per gli uomini, e a 27,3 per le donne, corrispondenti a un valore di circa il 20 % al di sopra del peso ideale. I soggetti estremamente obesi, con un peso per esempio di 40 kg in eccesso, presentano rischi di malattia molto più elevati rispetto ai soggetti di peso normale.
Non tutti gli obesi sono totalmente in sovrappeso: un’indagine svolta negli Stati Uniti ha dimostrato che circa 8 milioni di individui erano obesi, ma non particolarmente pesanti. Ciò si verifica quando le persone si mantengono fisicamente inattive: dal momento che di rado fanno uso dei muscoli larghi, presentano quantità minori di massa magra e quantità più elevate di grasso.
Questo li pone al di fuori dei limiti considerati nella norma, ma non ne altera la corporatura, che appare piuttosto flaccida. Si può verificare se un individuo rientra in questa categoria con il test della plica cutanea’; se la plica è più spessa di 3 cm, è probabile che la persona sia troppo grassa. Alcuni soggetti, quali gli atleti che praticano determinati sport (come il sollevamento pesi, la boxe), hanno una struttura massiccia, ossa pesanti e una muscolatura molto sviluppata. È possibile che il loro peso sia al di sopra del limite di quello ideale, anche se, in realtà, non sono grassi. Tuttavia, solitamente il loro sovrappeso non supera il 20 %. Il fatto di essere o di essere stato un atleta non è una garanzia di rientrare in questa categoria, soprattutto per gli sportivi diventati sedentari. Sovrappeso ed eccessiva adiposità di solito si accompagnano.

     

 

IL FUMO (VEDI SCHEMA)

     

PESO CORPOREO: RISCHI DELL’OBESITÀ E DEL FUMO
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I grafici riportano il rischio di decesso per uomini e donne in rapporto al peso e al fumo di 20 sigarette al giorno. I pesi sono riportati in termini di indice di massa corporea (vedi schemino). Il rischio di decesso è calcolato in rapporto alla mortalità media. Un fattore di rischio inferiore a 1,0 significa che è probabile che il soggetto viva più della media. Si può notare come i rischi legati al fumo siano molto superiori a quelli associati al sovrappeso. I soggetti obesi che fumano corrono un rischio doppio. Ulteriori spiegazioni sono contenute nel testo.
I rischi per la salute delle persone adipose aumentano se fumano. I grafici qui sopra riportano i tassi di decessi relativi ai non fumatori e ai fumatori di più di 20 sigarette al giorno. Sono una chiara dimostrazione che non val la pena di preoccuparsi per un certo grado di obesità quando si è soggetti a un rischio ben più grave per la salute, come il fumo. Un non fumatore dovrebbe essere estremamente obeso per presentare lo stesso rischio di decesso di un fumatore di peso accettabile.
Prendiamo come esempio una donna non fumatrice, con un indice di massa corporea pari a 29, cioè obesa. Il suo rischio di decesso corrisponde esattamente alla media della popolazione generale. Sarebbe inferiore se la donna fosse più magra, ma non di molto. Se invece fumasse, il rischio sarebbe piri elevato a tutti i gradi di sovrappeso. Anche se non è mai stato dimostrato, è possibile che, anche se una persona fuma, il rischio di decesso possa essere inferiore se segue una dieta sana ed è fisicamente in forma, pur mantenendo esattamente lo stesso peso. È chiaro, comunque, che la miglior cosa che si può fare per la salute e la longevità è smettere di fumare.

     

COME RIDURRE I RISCHI
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Quasi tutti coloro che sono sovrappeso del 20 % o più possono trarre vantaggi per la salute dimagrendo. La riduzione di peso salva spesso la vita a persone estremamente adipose che vanno incontro a disturbi cardiaci e respiratori a causa dell’obesità. Se un soggetto è iperteso, o presenta ipercolesterolemia o ipertrigliceridemia, trae sicuramente giovamento dal calo ponderale. Se è affetto da malattia coronarica, da gotta, o da malattie aggravate dal peso eccessivo, quali enfisema polmonare o artrosi, può probabilmente avvantaggiarsi anche dalla perdita di una quota relativamente piccola di peso.
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VEDI ANCHE . . .

1 – QUANTO SI DOVREBBE PESARE – Prima parte

2 – QUANTO SI DOVREBBE PESARE – Seconda parte 

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ERBE MEDICINALI – FITOTERAPIA

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ATTENZIONE: Tutte le notizie e curiosità contenute in questo pagina hanno esclusivamente scopo informativo e non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
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