LA MANOMORTA

LA MANOMORTA

Per manomorta si intendono quei beni o meglio quelle proprietà che per il fatto di appartenere ad enti perpetui erano inalienabili. Grande importanza ha avuto nella storia la manomorta ecclesiastica le cui origini sono molto lontane e la cui completa eliminazione si ebbe solo alla fine dell’Ottocento.
In seguito al riconoscimento della Chiesa cristiana da una parte dell’imperatore Costantino nel quarto secolo d.C. essa ottenne il privilegio di possedere ed ereditare beni. Tutti questi beni furono dichiarati inalienabili: essi non potevano essere alienati, cioè non potevano essere né venduti, né donati. Si trattava perciò di beni che erano destinati soltanto ad essere accumulati. Ecco perchè la proprietà ecclesiastica fu chiamata manomorta (nel diritto romano, manus significa possesso).
Fu cosi che le donazioni di privati e di principi, l’esenzione dai tributi concessa alla Chiesa e il divieto di alienazione fecero della Chiesa la maggiore proprietaria di beni immobili, la più grande latifondista del mondo.
Infatti tutti i peccatori facevano larghe donazioni alle chiese e, morendo, lasciavano ad esse tutti i loro beni, poiché la Chiesa affermava che quello era un mezzo validissimo per farsi perdonare i peccati nell’al di là. Inoltre, coloro che si facevano frati o monache dovevano donare i loro beni al convento.
La Chiesa usufruì anche di larghe donazioni imperiali, specialmente nel Mezzogiorno e nelle isole d’Italia. Carlo Magno impose a favore della Chiesa una taglia: la decima parte dei frutti della terra, dei prodotti del bestiame e di qualsiasi lavoro agricolo doveva esser versata alla Chiesa. Tutto ciò contribuì ad aumentare smisuratamente i beni immobili della Chiesa, tanto che nel secolo XVIII un terzo del suolo italiano era manomorta.
Ma è proprio in questo secolo che ha inizio un movimento legislativo fortemente contrario alla manomorta ecclesiastica; gli economisti la consideravano dannosa alla pubblica economia, perchè essa sottraeva enormi ricchezze alla libera circolazione dei beni. Ebbe anche inizio, con il ministro napoletano Bernardo Tanucci, un movimento riformatore diretto ad abolire o limitare i privilegi ecclesiastici.
Ma fu soltanto con la Rivoluzione Francese che la manomorta venne decisamente abolita. Dopo la caduta di Napoleone le monarchie “restaurate” e coalizzate la ripristinarono.
In Italia essa fu nuovamente soppressa solo con le leggi del 1866 e del 1867.

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