RINASCIMENTO – BRAMANTE

Cristo alla colonna (1480) (Vedi scheda)
Donato Bramante (1444–1514[)
Dipinto cm 93 x 62
Pinacoteca di Brera, Milano

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BRAMANTE

Donato Bramante, nato ad Urbino nel 1444, viene in contatto con la pittura di Melozzo che lo inizia al gusto per le monumentali architetture dipinte e per l’interpretazione dell’immagine pittorica come illusione prospettica ed amplificazione decorativa. Passa poi nel 1477 a Bergamo dove realizza per la facciata del Palazzo del Podestà la raffigurazione in scala monumentale di figure di filosofi. Questo stesso tema viene ripreso qualche tempo dopo a Milano con le possenti figure di uomini d’arme e filosofi inserite nella spazialità dilatata di nicchie o arcate grandiose, realizzate per le sale del Palazzo Panigarola a Milano. Lo stile monumentale e celebrativo cui Bramante impronta l’intero repertorio delle sue raffigurazioni di illustri personaggi storici ha una lunga tradizione di precedenti pittorici e teorici: dagli affreschi di Melozzo da Forlì per lo studiolo di Federico da Montefeltro, esempio di una interpretazione retorica della pittura, alla statura eroica dei personaggi di Mantegna, fino ad arrivare alla ricostruzione accurata del “tipo” del monumento classico di Leon Battista Alberti. Ormai l’obiettivo di Bramante sul piano della sperimentazione formale e tecnica consiste nella realizzazione di sapienti effetti visivi e stratagemmi prospettici in grado di fingere spazi ed architetture di ampio respiro, concepite come abbaglianti scenografie dal ricco apparato decorativo. Questo è il principio che guida la ricostruzione dell’antica chiesa di Santa Maria presso San Satiro (1482), in cui dovendo affrontare il problema della esiguità del coro, lo risolve facendo appello a un’impostazione pittorica: realizza cosi una scintillante decorazione in stucco che crea effetti di sfondamento dello spazio e di complessa articolazione architettonica.

DONATO BRAMANTE – Vita e opere

Nel 1448 collabora alla realizzazione del Duomo di Pavia, impostato secondo uno schema a pianta centrale, che concepisce la spazialità avvolgente della cupola come elemento di riequilibrio di tutte le forze in atto. Da ricordare infine il suo progetto per il corpo di Santa Maria delle Grazie, purtroppo snaturato da una realizzazione incompetente, che riveste la cupola con un tamburo circondato da una galleria a loggiato, e posato sul perimetro quadrangolare del coro, di cui tre lati sono sviluppati in ampie curvature che tendono le superfici murarie, su cui si aprono grandi finestre (successivamente murate) e si disegnano all’esterno fini membrature e minuti motivi decorativi.

Chiesa di Santa Maria presso San Satiro a Milano

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Immagine di copertina:
Chiostro di Santa Maria della Pace (1500-1504)
Donato Bramante (1444–1514)

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