RINASCIMENTO – BOTTICELLI

Presunto autoritratto di Sandro Botticelli
Dettaglio della sua Adorazione dei Magi
(Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia)

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BOTTICELLI

Sandro Botticelli, nato a Firenze nel 1445, si forma alla bottega del Verrocchio, dove viene in contatto con Leonardo. Nella Giuditta domina un soffuso sentimento malinconico, espresso dalla qualità vibrante della luce, dall’intensa mobilità espressiva dei tratti e dalle fitte increspature delle vesti fluenti e arricciate, che accompagnano gli ondeggiamenti del corpo in movimento. La ripetizione ritmica delle linee morbide e sfumate e la trasparenza velata delle vesti mettono in comunicazione la figura umana con la tremula luce del paesaggio. È evidente il contatto con i colori pastosi e le linee sinuose del Lippi, che allontanano Botticelli dalla severità prospettica e dal rigore geometrico delle forme di Piero della Francesca, instradandolo piuttosto verso una valorizzazione del sentimento.

Botticelli è uno dei massimi interpreti del senso più profondo della filosofia neoplatonica, che alimentava il pensiero e la ricchissima produzione artistica di quella cerchia di intellettuali fiorentini stretti intorno alla personalità dominante di Marsilio Ficino, tra cui si devono anche ricordare illustri figure di letterati
quali Angelo Poliziano e Lorenzo il Magnifico. Per i neoplatonici più che i fatti della storia e gli aspetti esteriori della natura, contano le idee che animano l’intensa vita spirituale dell’uomo e le manifestazioni molteplici della civiltà. Le idee dunque rappresentano valori eterni e assoluti, e possono essere esclusivamente alluse, suggerite in modo simbolico nelle forme dell’umano e della natura. È questo il principio che regola il linguaggio pittorico del Botticelli, volto al recupero di temi mitologici e di motivi iconografici che, tratti dal grande repertorio della rielaborazione umanistica del patrimonio classico, intessono i suoi quadri di allegorismi e di citazioni dotte, che allontanano l’immagine da quella ricerca di concretezza naturalistica a cui si improntava tanta parte della pittura fiorentina.
Espressione esemplare di questo orientamento è la Primavera, il cui fondo piatto costituito dall’alternanza dei chiari del cielo e degli scuri dei tronchi e delle foglie, sottrae allo spazio ogni profondità prospettica, pervadendo l’immagine di una luce sospesa e smorzata, che smaterializza ogni cosa. Negli affreschi con le storie della vita di Mosè per la Cappella Sistina, Botticelli si propone di passare in rassegna gli eventi salienti della storia antica, interpretandoli alla luce del significato profondo impresso alla civiltà umana dall’avvento di Cristo.
È per questo che architetture classiche e fatti della storia antica si mescolano a riferimenti di scottante attualità: Botticelli mira a dimostrare la coerenza di Antico e Nuovo Testamento e il comune denominatore spirituale delle manifestazioni della storia. Dopo la parentesi romana, Botticelli torna a Firenze, imprimendo una svolta allo stile della sua pittura, ormai orientata verso l’accentuazione della durezza dei contorni e della compattezza delle forme, definite in tasselli di colori puri, resi insensibili alle modulazioni della luce. La Nascita di Venere è chiara manifestazione di questa conversione stilistica, pur ancorata alla morbidezza ritmica di linee sinuose che si rincorrono e alla nitida scansione dello spazio a stabilire precisi tempi e pause narrative. Negli ultimi anni, di fronte all’inasprirsi della crisi politico-religiosa a Firenze, e amareggiato per il confronto con Leonardo, fautore di una pittura antitetica ai suoi gusti, perché fondata sull’indagine della natura e sull’osservazione diretta, Botticelli esaspera il suo pessimismo e la totale sfiducia nel progresso storico, riflettendo la sua angoscia nella scompaginazione dei valori spaziali e prospettici della Natività mistica e nei ritmi compositivi laceranti delle Storie di San Zanobi.

LA PRIMAVERA (1485 circa)
Sandro Botticelli (1445-1510)
Galleria degli Uffizi, Firenze
Tempera su tavola cm 263 x 314

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Immagine di copertina:
La Nascita di Venere (1484-1485)
Sandro Botticelli (1445–1510)
Tempera su tavola cm 278,5 x 172,5
Galleria degli Uffizi, Firenze

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