RAMNO
Rhamnus cathartica L.
Il ramno è una pianta che può essere confusa con Paliurus spina-christi (una leggenda vuole che la corona spinosa di Cristo fosse stata preparata con i rami del ramno onde l’appellativo Spino Santo), ma quest’ultima ha il frutto secco e ad ala larga, oppure con Pyracantha coccinea che ha la drupa giallo-rossa. Nell’antichità era sconosciuta coma pianta medicinale. Soltanto nel XVI secolo viene riconosciuta la sua azione purgativa. In Italia cresce un po’ ovunque, in tutti i terreni a qualsiasi esposizione fino a 1200 m.
Arbusto cespuglioso (1-4 m), spinoso, dall’odore nauseabondo, con corteccia scura, poi rossiccia, presenta: foglie alterne o quasi opposte, picciolate, ovato-ellissoidali, poco appuntite e seghettate; fiori piccoli riuniti in gruppetti, giallognoli, a 4 petali più corti del calice; i frutti sono drupe verdi, poi nere, contenenti 2-4 semi trigoni. Si coltiva in autunno in terreno fresco.
Le parti utilizzate sono: corteccia, frutto maturo (settembre-ottobre), succo.
Costituenti e principi attivi: derivati antracenici, glucosidi, vitamina C.
Proprietà: depurativo, diuretico, lassativo, purgativo, revulsivo.
USO TRADIZIONALE
Da secoli le drupe servono a preparare uno sciroppo purgativo drastico che agisce anche come vermifugo. È un trattamento violento da sconsigliare. Invece, 10/20 drupe, private dei semi, si possono ingerire al mattino e a digiuno come blando purgante nella stitichezza abituale. Non da irritazione né assuefazione.
I frutti, trattati con allume, producono un estratto colorante, molto usato nella industria dei colori: il “verde vescica”.
Il legno del ramno è utilizzato nella tornitura di piccoli oggetti e lavori di intarsio. In Francia vengono usati i frutti o il loro succo come correttivo. Nella vita dell’uomo il ramno ha sempre occupato un posto importante e, ancora oggi, continua ad interessare e appassionare per le svariate e preziose funzioni che può assolvere.
ERBE MEDICINALI – FITOTERAPIA
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