LA LEZIONE DI MUSICA – Jean-Honoré Fragonard

LA LEZIONE DI MUSICA (1765-1772)
Jean-Honoré Fragonard (1732-1806)
Olio su tela cm 109 x 121
Museo del Louvre, Parigi

Il quadro raffigura una giovane donna, dall’elegante profilo e con un abito di seta bianco a sfumature dorate, intenta a suonare un clavicembalo a due tastiere. La sua veste e ricomposta con maestria su una poltrona dai montanti dorati tipica, come la sedia in primo piano, della gracile raffinatezza rococò dello stile Luigi XV. La osserva con attenzione, e con l’aria vagamente affascinata e maliziosa, il giovane maestro. Sull’alzata del clavicembalo è posto uno spartito ai cui fianchi sporgono due candelieri in argento dalla foggia contorta, anch’essi rimandi alla moda e alla produzione manifatturiera dell’epoca. Dalla sedia in primo piano, un gatto beige volge il suo sguardo verso l’esterno della tela, osservandoci torvo, quasi a proteggere fedelmente l’intimità del momento che si svolge alle sue spalle. Gli fanno da cuscino dei larghi fogli, probabilmente degli spartiti musicali, ed è nascosto, in parte, dal liuto appoggiato davanti a lui sulla sedia. Fragonard è il poeta di questi attimi di vita frivola e raffinata. Lo sfondo, reso in modo sommario e privato di qualsiasi elemento che potrebbe caratterizzare l’ambiente, contribuisce a focalizzare l’attenzione sui due protagonisti. Più che una lezione di musica, Fragonard ha dipinto una scena galante, come testimoniano tanto la posa civettuola della suonatrice, quanto il fare lezioso del maestro che scaltramente cinge l’allieva con un gesto premuroso e accattivante.

Il quadro fu donato da Hippolyte Walferdin alla Repubblica francese nel 1849 e fu subito collocato nel Museo del Louvre, dove rimase fino al 1865. In quell’anno l’opera venne in possesso di Franceschini Pietri, segretario privato dell’imperatore Napoleone III; passò poi in proprietà di Stefano Conti, successore nella carica di segretario personale dell’imperatore. La tela fu restituita al Museo del Louvre solo il 18 ottobre 1870.

Fragonard e l’impasse del momento romano (1756-1761)

“Tu vai là a vedere, mio caro Frago, le opere di Raffaello, di Michelangelo e dei loro epigoni; ma, io te lo dico in confidenza, sottovoce, se prendi sul serio “quella gente”, tu sei un uomo perduto”, con queste parole, secondo il nipote Théophile (1847), François Boucher avrebbe preparato l’allievo Fragonard al suo primo viaggio a Roma. In effetti le fonti contemporanee raccontano che il pittore provò uno scoraggiamento così grande davanti al talento degli italiani da non riuscire più ad operare, subendo gli attacchi dell’Accademia e del suo direttore a Roma, il pittore Natoire. L’artista uscì dall’impasse perché Natoire lo costrinse a misurarsi con la grandezza degli italiani, facendogli copiare un importante quadro di Pietro da Cortona. Da quel momento Fragonard incominciò a inviare regolarmente in Francia i propri lavori.

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