CORBEZZOLO – Arbutus unedo

CORBEZZOLO
Arbutus unedo

Questo albero di piccole dimensioni e dal lucido fogliame ha conservato il nome che gli era stato dato da Plinio: arbutus è infatti il termine con cui i romani individuavano il corbezzolo; unedo alluderebbe invece al sapore dei frutti, dei quali unum edo (ne mangio uno e non di più!).
In realtà, dopo i fiori bianco cerei maturano in autunno fitte verruche acute di un dolce lievemente insipido, ma aspre e allappanti se non perfettamente mature; per l’alto tenore di amido esse possono fornire bevande fermentate che in Corsica prendono il nome di vino di corbezzolo. Dai frutti si ottengono anche marmellate gustose e dotate di elevato potere astringente.
Le foglie (la parte usata in fitoterapia) contengono gaulterina e arbutina e sono ricche di tannino, acido gallico, resina e gomma: il decotto, preparato con 30 grammi di foglie in un litro d’acqua, esercita un’azione astringente. antisettica e diuretica; se ne possono bere due o tre tazze al giorno. La polvere ottenuta sempre dalle foglie ha una dose ottimale di 2 o 4 grammi pro die. Sia il decotto di foglie che la polvere sono utili per trattare le infiammazioni delle vie urinarie.

Il legno duro del corbezzolo occidentale viene utilizzato solo localmente. Tuttavia, è un ottimo combustibile con un alto potere calorifico. I frutti un po’ insapori ma dolci sono adatti per essere consumati crudi, ma anche per cucinare confetture e marmellate. In Portogallo, il frutto viene distillato in un liquore chiaro tipico della regione chiamato Medronho. In Sardegna, un miele millefiori è conosciuto come “Amaro di Corbezzolo”.


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