LA BATTAGLIA DI EYLAU – Antoine-Jean Gros

LA BATTAGLIA DI EYLAU (1808)
Antoine-Jean Gros (1771-1835)
Museo del Louvre – Parigi
Olio su tela cm 53,3 x 80

Già molto tempo è trascorso dall’infuriare della battaglia e sul campo regna ormai un macabro e doloroso silenzio.

Napoleone e i suoi compagni sono scesi a visitare il luogo nel quale il giorno prima hanno combattuto accanitamente contro l’ armata russa vincendo l’acerrima sfida.
Lo spettacolo che si offre ai loro occhi è terribile: il suolo è disseminato di cadaveri e di feriti che si trascinano implorando pietà.
L’imperatore, pur conscio degli orrori insiti nella guerra, è sconcertato di quanto male abbia potuto provocare il suo intervento armato e con un gesto della mano comanda ai suoi soldati di soccorrere i russi.
Nel paesaggio che si dispiega alle spalle dei soldati e che, silenzioso e totalmente privo di vegetazione, costituisce un vero e proprio sfondo psicologico alla scena narrata, le truppe della Grande Armata si rimettono coscienziosamente nell’ordine prestabilito, pronte a muoversi ad un nuovo comando.
Su precisa disposizione di Napoleone, Gros non ha rappresentato né l’empito della battaglia né il fulgore della vittoria, bensì la grande magnanimità e profonda bontà di chi, pur abituato a combattere, a vincere e a uccidere, non ha perduto i valori più importanti e più veri propri dell’essere umano.
L’opera trasmette dunque una visione fortemente idealizzante della sovranità in generale e, in particolare, delle doti militari ed umane di Napoleone Bonaparte.
E Il quadro, firmato e datato – Gros 1808 –  fu realizzato a seguito di un concorso apertosi l’anno precedente.
Esposto al Salon del 1808 fu acquistato dalla Direzione Generale dei Musei francesi in quell’occasione e fu collocato nel Musée Napoléon (attuale Louvre).

L’incontro di Gros con Napoleone Bonaparte

La fortuna di Gros – se fortunato può dirsi un uomo che risponde alle critiche mosse alla sua arte annegandosi nella Senna dopo una vita di sostanziale successo – si gioca a Genova dove, nel 1796, conosce Giuseppina Bonaparte giunta in Liguria per incontrare il marito impegnato nella campagna d’Italia.
Alla richiesta di eseguire il ritratto di Napoleone, Giuseppina invitò Gros a seguirla a Milano.
La timidezza con la quale l’artista fece la propria richiesta conquistò Napoleone che, soddisfatto di suscitare imbarazzate emozioni, si lasciò ritrarre.
Da quel momento Gros divenne il suo pittore personale. Tuttavia il modello non era dei più pazienti tanto che Gros se ne lamentò in più occasioni.
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