NAPOLEONE – PROCLAMI E ORDINI DEL GIORNO

UN INVITO AL SACCHEGGIO

Al momento di assumere il comando dell’annata d’Italia, Napoleone deve riprendere in mano un esercito poco numeroso, indisciplinato e demoralizzato che manca di tutto. Il suo primo proclama (27 marzo 1796), un vero e proprio invito al saccheggio, è estremamente importante per comprendere questo generale di ventisette anni, nervoso e autoritario:
“Soldati! Siete nudi, affamati; il governo vi deve molto ma non può darvi nulla. La vostra pazienza, il coraggio che dimostrate in mezzo a queste montagne, sono degni di ammirazione, ma non vi procurano alcuna gloria, nessuna luce si riverbera su di voi. Vi voglio condurre nelle più fertili pianure del mondo. Province ricche, grandi città cadranno nelle vostre mani, vi troverete onore, gloria, ricchezza. Soldati d’Italia, mancherete forse di coraggio o di costanza?”
.

IL COLPO DI STATO DEL 18 BRUMAIO

Alla vigilia del colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre 1799) il generale Bonaparte fa appello alle sue truppe:
“Soldati, il decreto straordinario del consiglio degli anziani è conforme agli articoli 102 e 103 dell’atto costituzionale. Il consiglio mi ha affidato il comando della città e dell’esercito, che ho accettato per assecondare le misure che esso sta per prendere e che sono completamente favorevoli al popolo. Da due anni la Repubblica è governata male. Avete sperato che il mio ritorno avrebbe messo fine a tanti mali; questo ritorno lo avete festeggiato con un’unione che mi impone degli obblighi che io assolvo; voi assolverete i vostri, e appoggerete il vostro generale con l’energia, la fermezza e la fiducia che ho sempre visto in voi. La libertà, la vittoria e la pace rimetteranno la Repubblica francese al rango che occupava in Europa e che l’inettitudine o il tradimento le hanno fatto perdere”.
.

L’INIZIO DELLA FINE

Dopo essere divenuto vero e proprio padrone d’Europa, Napoleone si avventurò nelle sconfinate steppe russe nel disperato tentativo di distruggere l’impero zarista. Conquistata Mosca, l’imperatore fu ben presto costretto a prendere la via del ritorno che si tramutò rapidamente in un enorme e disastro. La conclusione del 29° bollettino della Grande Armata (3 dicembre 1812) rivela la portata del disastro:
“La nostra cavalleria era appiedata al punto che si sono dovuti riunire gli ufficiali ai quali restava un cavallo per costituirne quattro compagnie di 150 uomini ciascuna. I generali vi assolvevano le funzioni di capitani, e i colonnelli quelle di sottufficiali. Questo squadrone sacro, comandato dal generale Grouchy, e sorto gli ordini del re di Napoli, non perdeva mai di vista l’Imperatore in tutti i suoi movimenti”.
.

L’ULTIMO ATTO

Sconfitto a Waterloo Napoleone si rivolge per l’ultima volta ai suoi soldati (25 giugno 1815):
“Voi ed io siamo stati calunniati. Uomini indegni di apprezzare i vostri sforzi hanno visto, nei segni di attaccamento che mi avete dimostrato, uno zelo di cui sarei stato l’unico destinatario: che i vostri successi futuri dimostrino a costoro che obbedendomi voi servivate sopra di ogni altra cosa la patria, e che, se ho una qualche parte nel vostro affetto, lo devo al mio ardente amore per la Francia, nostra madre comune. Soldati, ancora pochi sforzi e la coalizione si dissolverà. Napoleone saprà riconoscervi dai colpi che state per infliggere. Salvate l’onore, l’indipendenza dei francesi, siate fino alla fine quali siete stati per vent’anni, e sarete invincibili”.
.