STORIA DELLA PATATA

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 STORIA DELLA PATATA

“Pregate per la pace, per la grazia e per il cibo dello spirito. Per la saggezza e la guida divina, poiché tutte queste cose sono buone. Ma non dimenticate le patate.”
John Tyler Pettee (1822-1907)Prayer and Potatoes.
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La patata bianca tonda, Solanum tuberosum, ha onorato la mensa di contadini e di re. È stato il vegetale più umile ed economico e anche uno dei più costosi, consentito solo a buongustai opulenti. La patata è stata rubata, processata, immortalata con monumenti e fatta oggetto di leggi speciali. Attraverso i secoli le sue origini sono state avvolte da leggende talvolta contrastanti.

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Il merito della sua scoperta e della sua introduzione in Europa è stato attribuito a Sir Walter Raleigh nel 1693, in quanto si riteneva che fosse stato lui a importarla dall’America cento anni prima. In seguito si dimostrò che questo non poteva essere, perché i tuberi coltivati dagli indiani d’America erano differenti, e il Solanum tuberosum fu conosciuto in America solo nel diciottesimo secolo. Sempre per la stessa ragione Sir Francis Drake ebbe l’onore di una statua a Baden in Germania, ma la patata era giunta in Europa prima d’allora e per altra via.
L’habitat originario della palata è il Perù. Fu scoperta dai conquistadores spagnoli nelle montagne del Cile e dell’Ecuador durante le loro imprese nel Sud America, verso la metà del sedicesimo secolo. Non si conosce con esattezza la data della sua prima comparsa in Europa, ma pare che furono le onde del mare a portare le patate sulle coste irlandesi in seguito al naufragio di alcune navi della flotta spagnola di ritorno dal Perù nel 1565.
Nel Perù la patata risale ai tempi preistorici, come risulta dagli scavi di antiche tombe.
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Il vocabolo patata deriva da batata, termine usato dagli Indios per indicare la patata dolce che, dal punto di vista botanico, nulla ha a che fare con il Solanum tuberosum. Le notizie che cominciarono a diffondersi in tutto il mondo tra il XVI e il XVII secolo a proposito di questo e altri tuberi, crearono una grande confusione e contribuirono a rendere poco chiare le effettive origini della patata.
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Gli spagnoli chiamarono papa la patata, dall’originario termine peruviano che significa “tubero”, benché alcuni conquistadores la indicassero come turma de tierra, equivalente di tartufo che, letteralmente, significa “testicolo di terra”.
Questa denominazione unica è perdurata in varie lingue, anche se riesce difficile equiparare il delicato tartufo alla modesta patata. Nella lingua tedesca, per esempio, il nome della patata è rimasto con valore di sinonimo: infatti, in Germania questo tubero viene chiamato sia Kartoffel, una variante di Tartuffel o tartufo, sia Erdapfel, “pomo di terra”. Quest’ultimo termine si ricollega chiaramente al francese pomme de terre o “mela di terra”.
In Russia e in Polonia il riferimento al tartufo permane nel termine Kartofel.
In Italia, anticamente la patata veniva chiamata tartuffo, e il termine per tartufo era tartufo.
In Spagna oggi papa patata sono sinonimi.
In Europa la patata fu dapprima presa in considerazione soltanto come curiosità botanica. Fa parte, come il pomodoro e la melanzana, della famiglia delle solanacee, in gran parte nocive, note per le proprietà velenose narcotizzanti. A quei tempi in Europa si coltivavano piante commestibili solo mediante semina, per cui sorse il sospetto che la patata avesse delle proprietà diaboliche, tanto per il suo modo insolito di riprodursi, quanto per il suo aspetto.
I tubercoli bulbosi e irregolari fecero pensare a qualcosa di deforme, e la superstizione popolare ritenne la patata responsabile della lebbra, della scrofola, della sifilide e di molte malattie contagiose, tanto che in Russia, ancora nel XVIII secolo, i contadini morivano di fame piuttosto che coltivare patate, ritenute anticristiane e addirittura immonde dal punto di vista sessuale, in quanto si riproducevano per gemmazione e non per impollinazione.
Questo povero vegetale fu accusato di ermafroditismo e di masturbazione, tanto da venir ufficialmente sottoposto a processi e condannato al rogo.
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Quando finalmente la patata fu ammessa tra gli alimenti, restarono comunque delle tracce di superstizione: a esempio l’abitudine di piantarle soltanto durante la luna piena e al mattino presto.
Ancora oggi, in Irlanda e in altri paesi, le patate vengono piantate preferibilmente il Venerdì Santo, e con un misto di formule un po’ magiche e un po’ cristiane viene invocata la benedizione divina su produzione e raccolto.
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L’Irlanda è stato uno del primi paesi europei a coltivare la patata su vasta scala. Il clima risultò tanto favorevole che le patate finirono col sostituire quasi del tutto le altre colture. A colazione, pranzo e cena si mangiavano patate, e da esse si traeva anche un whisky chiamato poteen, termine derivato dall’uso che si faceva, durante la preparazione, di piccoli boccali detti in inglese pots. Gli irlandesi amarono molto la patata, tanto da chiamarla “la fiorita” o “la ridente”. Fu proprio il suo successo, e l’esser divenuto elemento pressoché esclusivo dell’alimentazione irlandese, a causare la morte di circa seicentomila persone durante una terribile carestia nel 1846, quando l’intero raccolto fu distrutto da parassiti.
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In Inghilterra la patata appare in documenti ufficiali nel 1585; in Italia e in Austria nel 1588. I re di Prussia favorirono la coltivazione estensiva della patata, e nel 1651 Federico Guglielmo I minacciò di tagliare naso e orecchie a chi si rifiutasse di coltivarle. Il figlio Federico il distribuì gratuitamente patate da seme obbligando i contadini a coltivarle, e a sostegno del suo editto fece intervenire i suoi dragoni armati.
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In Francia la patata incontrò ostruzionismo da parte dei medici che la ritenevano un afrodisiaco dannoso, causa di molti malanni, il minore dei quali sarebbe stata l’indigestione. Da parte loro, gli agronomi sostenevano che la patata avrebbe rovinato il terreno in cui fosse stata piantata.
Finalmente, la patata trovo un sostenitore in Antoine Auguste Parmentier, un farmacista francese che ne era divenuto entusiasta durante la sua prigionia in Germania nella Guerra dei Sette Anni. Deciso a render popolare la patata anche nel suo paese, in onore di Franklin, Lavoisier e altre eminenti personalità, diede un pranzo ufficiale composto esclusivamente di patate preparate nei modi più svariati. Indusse persino Luigi XVI a consentirgli di piantare patate in un terreno sabbioso nei pressi di Parigi, detto Les Sablons, conosciuto per la sua sterilità. Le patate prosperarono, e Parmentier ebbe l’astuzia di far montare la guardia al campo durante il giorno dai soldati, in modo da stuzzicare l’interesse degli agricoltori del luogo. Di notte i soldati venivano ritirati e le patate, non più protette, venivano rubate dalla popolazione incuriosita, sia per mangiarle sia per piantarle.
Quando il campo raggiunse la piena fioritura, Parmentier offrì un mazzolino di fiori di patata al re: mentre Maria Antonietta se ne metteva uno tra i capelli, il re così si espresse rivolgendosi a Parmentier: “La Francia un giorno le sarà grata di aver trovato il pane per i poveri.”
Oggi in Francia la maggior parte dei piatti a base di patate si chiamano à la Parmentier, e ogni anno sulla tomba di Parmentier sbocciano fiori di patate.
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Le patate tardarono a diventare popolari in Inghilterra e in Scozia, forse per colpa di una iniziale qualità scadente. Verso la metà del XVIII secolo si ottennero delle varietà migliori, selezionando la produzione, e la patata divenne finalmente uno dei principali prodotti agricoli.
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La patata giunse nell’America del Nord nel 1719. Fu piantata a Londonderry, nel New Hampshire, da emigrati scozzesi e irlandesi, e da lì si diffuse in tutto il paese. Una delle regioni in cui trovò un ambiente naturale adatto fu l’estremità orientale del Long Island, dove il terreno, costituito da limo, argilla, e sabbia, è poroso e moderatamente acido. Qui crescono le varietà più pregiate di tutti gli Stati Uniti.
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ATTENZIONE: Tutte le notizie e curiosità contenute in questo pagina hanno esclusivamente scopo informativo e non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
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