IGNAZIO SILONE – Vita e opere

IGNAZIO SILONE

Ignazio Silone, pseudonimo di Secondino Tranquilli (Pescina, 1º maggio 1900 – Ginevra, 22 agosto 1978), è stato uno scrittore, giornalista, politico, saggista e drammaturgo italiano.

Inizialmente accusato di aver dato ai suoi romanzi un’impronta troppo politica, oggi Silone è stato rivalutato e i valori letterari delle sue opere sono stati ampiamente riconosciuti.
Ignazio Silone nacque a Pescina dei Marsi (L’Aquila) nel 1900, figlio di un modesto agricoltore e di una tessitrice. Ancora adolescente, perse entrambi i genitori e fu costretto a interrompere gli studi. Iniziò a frequentare la Lega dei contadini, ben presto maturando, accanto ai “cafoni”, una coscienza di classe socialista. Processato e imprigionato per la sua attività politica contro la guerra, in seguito si trasferì a Roma, dove fu nominato segretario della Gioventù socialista e divenne direttore del settimanale socialista L’Avanguardia. Nel 1921 al Congresso di Livorno si staccò dalla militanza socialista ed entrò nelle file del Partito Comunista. In seno a questo partito ricopri vari incarichi; perseguitato dal fascismo, visse qualche tempo in clandestinità e infine si rifugiò in Svizzera.
Oppostosi alla politica di Stalin, abbandonò il PCI dopo un lungo e sofferto travaglio.
Nel 1933 in Svizzera pubblicò il suo primo romanzo, Fontamara, a cui seguirono Pane e vino e Il seme sotto la neve. Ritornato in Italia nel 1944, Silone diresse L’Avanti! e si impegnò nell’attività politica. Successivamente abbandonò la militanza, assumendo la posizione che egli stesso definì di “socialista senza partito e cristiano senza chiesa”.

Tra le opere dopo l’esilio, si ricordano Il segreto di Luca (1956), Uscita di sicurezza (1965) e L’avventura di un povero cristiano (1968). Mori a Ginevra nel 1978.

I romanzi di Silone sono tutti una testimonianza della vita e delle esperienze dei “cafoni”, i poveri della sua terra d’origine, a cui egli ha voluto dare voce. Denuncia così i soprusi e le violenze commessi nei loro confronti, rivendicando la loro dignità di uomini e di cittadini.
Deluso dalle esperienze politiche compiute, poiché ogni organizzazione – secondo lui – alla fine degenera sempre in forme di potere, attraverso le sue opere auspicò una presa di coscienza degli strati più poveri, invitandoli alla lotta al di fuori e contro tutte le strutture di potere esistenti.
Nei romanzi spesso affiora anche un richiamo allo spirito evangelico del cristianesimo primitivo, quando la Chiesa non aveva ancora assunto la forma di istituzione. Queste posizioni personali e politiche espresse molto chiaramente dallo scrittore suscitarono critiche e dissensi in parte del pubblico. Tuttavia la produzione di Silone ha l’innegabile pregio della schiettezza e della semplicità, caratterizzata da un amore verso la realtà che ha saputo essere testimonianza dei sentimenti dell’animo popolare.

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