LETTERATURA ITALIANA DEL DOPOGUERRA – LA CULTURA DELL’IMPEGNO

LA CULTURA DELL’IMPEGNO

Alla fine degli anni Trenta la solidità e la credibilità del regime fascista cominciarono ad incrinarsi; l’impopolarità che aveva iniziato a manifestarsi con l’intervento nella guerra di Spagna (1936-39), si andò accentuando, sino a diventare avversione di massa, negli anni cupi e dolorosi del secondo conflitto mondiale. l miti imperialistici e i sogni di grandezza, rinsaldati dall’alleanza stretta con la Germania di Hitler, si sgretolarono con la partecipazione ad una guerra che durava ben oltre il previsto e che portava solo fame, distruzione e morte.
ln questo clima rinnovato emersero figure intellettuali prima rimaste nell’ombra che, al pari della maggioranza del popolo italiano, erano animate da una forte volontà di partecipazione e di lotta. Un polo di aggregazione per molti uomini di cultura divenne il Partito Comunista Italiano (PCI), che si richiamava all’esempio umano e politico di Antonio Gramsci, uno dei suoi fondatori, che aveva pagato personalmente con la vita l’opposizione al fascismo. Lo scrittore francese Jean-Paul Sartre (1905-1980), attraverso le colonne della rivista Les temps modernes, richiamava tutti gli intellettuali a intervenire nella realtà e ad assumersi precise responsabilità. Seguendo l’indicazione di Sartre, lo scrittore siciliano Elio Vittorini decise di farsi portavoce di una rinnovata moralità e di divulgare una nuova cultura. Ponendosi tali fini, fondò la rivista Il Politecnico (1945-47). In essa si promuoveva una cultura che non si limitasse a divertire o a consolare l’uomo, estraniandolo dalla realtà, ma che aiutasse a “eliminare lo sfruttamento e la schiavitù, e a vincere il bisogno”. In nome di questi obiettivi per Vittorini la cultura poteva ergersi al di sopra della politica e dei partiti, conservando la propria autonomia. Questo discorso incontrò l’opposizione di alcuni dirigenti del PCI e il serrato dibattito che ne derivò portò alla chiusura della
rivista.
La vicenda de Il Politecnico è una testimonianza inequivocabile della tensione morale che animava gli anni Quaranta, ricchi di fermenti nuovi, ma anche di pregiudizi e di posizioni rigide.

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LETTERATURA ITALIANA DEL DOPOGUERRA

LETTERATURA DEL DOPOGUERRA – IL NEOREALISMO

LA LETTERATURA ITALIANA DEL DOPOGUERRA (NEOREALISMO – Francesco Jovine, Vasco Pratolini, Beppe Fenoglio, Pier Paolo Pasolini)

LA CULTURA DELL’IMPEGNO

1 – ELIO VITTORINI

2 – ELIO VITTORINI

VASCO PRATOLINI

CESARE PAVESE

IGNAZIO SILONE

ITALO CALVINO

ELSA MORANTE

ALBERTO MORAVIA

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