GIACOBBE – Michelangelo Buonarroti

GIACOBBE (1511-1512)
Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
Affresco cm 215 x 430
Cappella Sistina, Città del Vaticano

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Giacobbe – patriarca biblico, discendente di Abramo e di Isacco – siede in posizione raggomitolata nella metà sinistra di una delle sedici lunette poste alla sommità delle pareti della Cappella Sistina. La fronte corrugata e accigliata, e lo sguardo drammaticamente pensoso di Giacobbe testimoniano una visione della condizione umana destinata al dolore. Dietro di lui compaiono una piccola, delicata figura di giovane donna e un bambino che tende le braccia verso di lei, prefigurando nell’insieme l’immagine della Sacra Famiglia. Il recente restauro ha messo in luce il particolare espediente pittorico studiato da Michelangelo per accentuare l’illusione tridimensionale delle figure. Le parti in primo piano, come la fronte, il naso e il ginocchio di Giacobbe vengono rese nitide per mezzo di una fitta tessitura di pennellate, mentre il resto, dipinto con passate più larghe e fluide, rimane più morbido sino a sfumare in profondità. Le figure delle lunette, ultima parte della decorazione ad essere stata eseguita tra l’ottobre l5ll e l’ottobre 1512, si differenziano notevolmente nella loro concezione generale da quelle dei profeti e delle sibille. Mentre infatti queste ultime possiedono, grazie al movimento centrifugo degli abiti gonfiati dal vento ed alla tensione plastica delle membra, una notevole energia e carica vitale, le figure degli Antenati sono quasi costrette negli angusti spazi delle lunette, immobili su uno sfondo tristemente pallido, vestiti con severe tuniche che scendono diritte in falde rettilinee o angolari. Tale abbigliamento avvolge i corpi in maniera aspra e sottolinea il contrasto tra il corpo luminoso di coloro i quali sono prossimi a Dio e il corpo mortale, prigioniero del peccato, degli uomini nati prima della venuta del Cristo.

Il soffitto della Cappella Sistina in Vaticano (commissionata da Sisto IV, pontefice dal 1471 al 1484) fu dipinto da Michelangelo tra il 1508 e il 1512 e raffigura le scene salienti dell’Antico Testamento: Dio che separa la luce dalle tenebre, la Creazione dell’uomo e della donna, la Tentazione, l’Espulsione dal paradiso terrestre. Noè, il Diluvio, l’Ebbrezza di Noè, l’Idolo di bronzo, la Storia di Ester, di Giuditta e di Golia sono incorniciati dalle figure di profeti e sibille.

Mosè, particolare della tomba di papa Giulio II

Michelangelo e Giulio II

Il 31 ottobre 1512 il papa Giulio II può finalmente visitare la Cappella Sistina, ultimata e già ritenuta un capolavoro. Le relazioni tra il Pontefice e l’artista, che erano state a lungo burrascose, si ristabiliscono e Michelangelo accetta di firmare un secondo contratto per la realizzazione del grandioso monumento funebre del Papa, del quale vennero portati a termine solo il Mosè e le due figure di schiavi, lo Schiavo ribelle e lo Schiavo morente oggi esposti al Museo del Louvre di Parigi. Michelangelo lavorò a questo progetto dal 1505 al 1545.

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Fonte video: YouTube – Zanichelli editore

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