GIUDIZIO UNIVERSALE – Michelangelo

GIUDIZIO UNIVERSALE (1534-41) Michelangelo
Roma, Città del Vaticano, Palazzi Apostolici, cappella Sistina, parete dell’altare
Affresco cm 1370 x 1220 
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L’opera, rivoluziona l’iconografia del tema tradizionalmente divisa in piani sovrapposti e ben distinti con al centro il Cristo in trono. Michelangelo realizza invece uno spazio unico, tragico, dove grovigli di corpi e figure titaniche isolate si affastellano, cadono, faticosamente risalgono verso l’alto, in un eterno, travolgente movimento rotatorio di salita e discesa che ha come perno la figura colossale del Cristo giudice, il cui gesto è il motore primo dell’azione universale.

Oltre alle forme dall’anatomia monumentale ma più pesanti e flaccide, i colori attenuano la forza dirompente della volta di trent’anni prima, scegliendo tonalità terrose e ocra che accentuano l’effetto apocalittico del Dies lrae.
Le novità cromatiche e compositive e gli scorci audaci dei corpi si definiscono ancora di più nelle estreme opere pittoriche: La caduta di San Paolo e Il martirio di San Pietro per la cappella Paolina, fatta erigere da Paolo III da Antonio da Sangallo il Giovane nel 1517.
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Disegno per il Giudizio Universale
Firenze, Casa Buonarroti
Matita cm 41,8 x 28,8

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Il monumentale affresco della parete di fondo della cappella Sistina, raffigurante il Giudizio Universale, venne commissionato a Michelangelo da Clemente VII Medici nel marzo del 1534, commissione che gli venne confermata dal successore, papa Paolo III Farnese.
Per realizzare l’opera Michelangelo dovette abbattere gli affreschi di Perugino e due lunette con gli Antenati di Cristo, da lui stesso realizzate nel 1512.
Nel disegno si coglie immediatamente la novità della composizione priva di sostegni architettonici con grappoli di figure ruotanti intorno al Cristo giudice.
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Disegno per il Giudizio Universale 
Bayonne, Musée Bonnat (Aquitania, Francia)
Matita cm 34,5 x 29,1

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Si tratta di un dettaglio della porzione superiore dell’affresco in cui si coglie lo studio anatomico per il Cristo chiaramente desunto dal Torso del Belvedere, una delle statue classiche più studiate e rimeditate da Michelangelo; mentre ai lati la composizione si presenta ancora simmetrica nelle due figure di Santi.
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Disegno per il Giudizio Universale 
Londra, British Museum
Matita cm 38,5 x 25,3

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Si tratta di uno schizzo per il gruppo di demoni collocati nell’angolo inferiore destro dell’affresco e, pur nell’immediatezza del tratto, si coglie la potenza di queste anatomie ormai sfatte e non più individualmente significanti, ma affondate senza speranza in una densa materialità.
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Ritratto di Michelangelo (circa 1545)
Daniele da Volterra (1509–1566)
Olio su tavola cm 88,3 × 64,1
Metropolitan Museum of Art – New York
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