STORIE DELLA GENESI – LA VOLTA DELLA CAPPELLA SISTINA in ROMA – Michelangelo

STORIE DELLA GENESI – Michelangelo
Affresco – Roma, Città del Vaticano, Palazzi Apostolici, Cappella Sistina (volta e lunette sulle finestre)
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A quella che è considerata unanimemente l’impresa capolavoro di Michelangelo pittore, egli si dedicò dal 1508 al 1512 svolgendo negli spazi dell’ampia volta a botte la sintesi della storia umana procedente dalla legge mosaica e dall’incarnazione di Cristo.
All’interno di un ordito architettonico grandioso e totalmente autonomo rispetto alle regole della prospettiva rinascimentale, sono incastrati a fatica i plastici corpi dei Veggenti che si muovono e animatamente discutono e contorcendosi guardano all’epifania del Divino.

La struttura iconografica della volta Sistina si articola architettonicamente, trovando la propria giustificazione nelle lunette e nelle vele laterali dove trovano posto gli antenati di Cristo, da Abramo a Giuseppe, mentre nei quattro pennacchi angolari sono raffigurate le miracolose salvazioni del popolo ebraico: Giuditta e Oloferne…, Davide e Golia…, II serpente di bronzo…, La punizione di Amon.

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IL SERPENTE DI BRONZO
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Nel primo registro della volta, in grandi troni marmorei scorciati e delimitati da sculture classiche, si articolano le membra possenti delle Sibille e dei Profeti. Infine nella zona centrale alternate ad archi, cornici marmoree e medaglioni bronzei, nei quali si muovono figure di Ignudi che prendono le mosse da una parte dagli studi della Battaglia di Cascina e dall’altra dalla conoscenza diretta della scultura antica, in primis il Laocoonte e il Torso del Belvedere, si alternano nove storie bibliche distribuite in ordine cronologico (La divisione della luce dalle tenebre…, La creazione delle stelle…, La separazione delle acque dalla terra…, La creazione di Adamo…, La creazione di Eva…, Il peccato originale…, II sacrificio di Noè…, Il diluvio universale…, L’ebrezza di Noè).

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IL SACRIFICIO DI NOÈ
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Il percorso dello spettatore è inverso a quello cronologico delle storie ed uguale invece a quello dell’esecuzione degli affreschi, quasi che l’artista volesse lentamente percorrere accanto allo spettatore un iter psicologico e simbolico dell’anima progressivamente sempre più vicina a Dio.
Il tema generale è quindi quello della rivelazione divina che nel registro delle vele e delle lunette mostra un’umanità titanica ancora priva della luce divina; nella serie dei Profeti e delle Sibille invece balena già nella coscienza il messaggio salvifico ancora in nuce, in abbozzo; infine nella volta il rapporto Uomo-Dio diviene diretto, quasi paritario, comunque eroico, di una eroicità morale non nuova a Michelangelo.
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23 – LUNETTA DI EZECHIAS, MANASSES E AMON
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Nel ciclo della Sistina particolare originalità riveste l’invenzione iconografica degli Antenati di Cisto per i quali Michelangelo non possedeva precedenti figurativi.
La soluzione di gruppi di tre figure monumentali risolveva il problema dello spazio architettonico della lunetta interrotto dalla ghiera della finestra, e costituito da una vela di raccordo con la volta, assumeva allo stesso tempo il valore simbolico della trinità ritmicamente ripetuta.
Nel particolare di destra sono riconoscibili le straordinarie novità cromatiche, già in parte proposte nel Tondo Doni, giocate su stridenti accostamenti di toni e tagli improvvisi e antinaturalistici di luce.
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39 – LUNETTA DI IESSE, DAVID E SALOMON
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16 – LUNETTA DI IOSIAS, IECHONIAS, SALATHIEL
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ELENCO DELLE LUNETTE

Vedi schema a fondo pagina
1 – Eleazar e Mattan
2 – Giacobbe e Giuseppe
3 – Achim ed Eliud
7 – Azor e Sadoc
11 – Zorobabele, Abiud ed Eliacim
16 – Giosia, Ieconia e Salatiel
23 – Ezechia, Manasse e Amon
19 – Ozia, Ioatam e Acaz
31 – Asaf, Giosafat e Ioram
27 – Roboamo e Abia
39 – Iesse, Davide e Salomone
35 – Salmòn, Booz e Obed
47 – Naasson
43 – Aminadab
Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuda (perduta)
Fares, Esrom e Aram (perduta)

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La serie numerosissima degli Antenati di Cristo permise a Michelangelo di sfoderare un’infinita gamma di caratteri umani e di attitudini sentimentali dal sublime al grottesco: in un certo senso parve voler seguire le sperimentazioni dei “moti” di Leonardo, ma dandone un’interpretazione lucidamente antinaturale e assoluta.

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Particolare di una delle lunette con gli Antenati di Cristo che rivela il sostanziale disinteresse dell’artista del rappresentare realisticamente i personaggi, i quali al contrario sono vere e proprie tipizzazioni articolate nello spazio in pose sempre diverse e in atti sempre variati al fine di comunicare, pur nell’unità dell’insieme, l’estrema varietà della natura umana.

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IL PROFETA DANIELE
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Come elemento di raccordo architettonico (i monumentali troni) e simbolico (i Profeti e le Sibille) tra l’umanità prima della rivelazione e la visione di Dio, Michelangelo colloca i grandi testimoni del passato, biblico e classico, le statuarie figure dei quali aggettano volumetricamente rispetto all’architettura dipinta.
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IL PECCATO ORIGINALE E LA CACCIATA DAL PARADISO TERRESTRE
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DILUVIO UNIVERSALE 
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Al centro della volta si dipana il racconto della Creazione che, nelle intenzioni di Michelangelo, si trasformava in un percorso insieme fisico-visivo e religioso-spirituale. Infatti le scene con l’Ebrezza di Noè, ovvero dell’umanità debole e nuda davanti alle proprie debolezze, e il Diluvio universale, sono le prime che lo spettatore incontra entrando nella cappella Sistina.
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CREAZIONE DI ADAMO
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DIVISIONE DELLA LUCE  DALLE TENEBRE
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Muovendosi verso l’altare l’occhio scorre in senso anticronologico i momenti della Genesi fino al saliente e centrale episodio della Creazione di Adamo, esplicazione definitiva della creazione ad immagine e somiglianza di Dio; giungendo infine alla soglia dell’altare e avendo la visione della primordiale Divisione della luce dalle tenebre.
Il percorso catartico si concludeva quindi nella suprema visione dantesca de “l’amor che move il sole e l’altre stelle“.

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STUDIO DI UN NUDO MASCHILE, matita su carta.
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È uno dei numerosi studi anatomici che derivano dal cartone della Battaglia di Cascina, qui elaborata su modelli classici per costituire il modello per il nudo collocato sulle cornici della volta. La presenza d di questi nudi ideali giustifica ancora una volta con le invenzioni del Tondo Doni: essi rappresentano infatti l’Antico neoplatonicamente riconciliato con la rivelazione cristiana.
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NUDO CLASSICO
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IL PROFETA GIOELE
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LA SIBILLA DELFICA 
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Il recente restauro della Sibilla delfica ha rivelato, al di sotto di uno spesso strato di beveroni di polvere e di nero-fumo, una rutilante gamma di colori dai toni volutamente discordanti e dagli accostamenti stridenti che annullano la distanza tra lo spettatore e la volta, costruendo uno spazio non illusivamente naturalistico, ma al contrario un universo visionario che divenne scuola per tutta la generazione dei Manieristi.

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Schema della Volta della Cappella Sistina

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