POEMI LATINI – Francesco Petrarca

I POEMI LATINI

Francesco Petrarca era nato poeta; e la sua ammirazione per il mondo antico lo indusse a rivaleggiare, nella lingua latina, con i poeti romani. L’Africa é il maggiore dei poemi latini del Petrarca. Canta il momento più epico dalla storia romana: 1a fine della seconda guerra punica: quando, a sviare dall’Italia la tempesta di Annibale, Scipione passa in Africa, e anche il duce cartaginese abbandona l’Italia, ed é vinto poi a Zama. Ma, con i racconti degli antefatti dell’azione, e con sogni che preannunziano 1e cose che accadranno (espedienti usati dall’epopea classica), il poeta ha modo di rappresentare compendiosamente tutta la storia romana, e anche quella medioevale, fino all’incoronazione sua propria in Campidoglio. Nove libri di esametri; ma forse, (come dell’Eneide, dovevano esserci dodici; e c’é una lacuna tra il quarto e il quinto. Il Petrarca lavorò per parecchi anni al poema; che, dedicato a Roberto d’Angiò, termina con un commovente lamento della sua morte. Ma vi ritornò su finche fu vivo, né volle pubblicarlo mai; o non gli sembrasse perfetto, o non volesse rinnovare le critiche – a lui insopportabili – che alcuni toscani avevano fatto a un frammento, pieno di tristezza, da lui comunicato ad un amico. Ma la seconda guerra punica é ancora troppo più poetica in Tito Livio, che non nel Petrarca, che non seppe staccarsi da quello storico, né fare di suo. Pochi luoghi restano: come la tragica storia di Sofonisba, nel libro quinto.