LA SCUOLA

LA SCUOLA

Abbiamo detto che il compito essenziale dello Stato é di soddisfare i bisogni e le necessità dei singoli. Questo compito viene assolto con i servizi pubblici, cioé con tutte quelle attività che lo Stato esercita, direttamente o indirettamente, per provvedere ai bisogni fisici, economici ed intellettuali dei singoli, cercando di ripartire il suo intervento fra tutti i cittadini secondo un criterio di giustizia sociale.

Vi sono servizi pubblici tradizionali, quali la difesa, la tutela della legge e l’ordine pubblico, l’amministrazione della giustizia, la coniazione delle monete per gli scambi commerciali; a questi lo Stato moderno ha aggiunto la pubblica istruzione, le assicurazioni obbligatorie, la sanità pubblica, l’assistenza ai cittadini bisognosi.

Ora voglio soffermarmi sulla scuola, il servizio che mi interessa più degli altri.

Istruzione obbligatoria

In un articolo della Costituzione italiana si asserisce che l’istruzione è obbligatoria. Questa è certamente una delle più importanti conquiste del nostro tempo, perché solo attraverso l’istruzione dei. cittadini si può raggiungere una vera uguaglianza nella società e nello Stato. Una scuola libera e democratica deve dare a ciascun individuo la capacita di rendersi conto con la propria testa di quello che succede nel mondo. Essa insegna, attraverso la storia, quali sono le origini dell’uomo e della società umana, insegna a capire e a ragionare sulle cause e sugli effetti degli avvenimenti che costituiscono la storia stessa, e in qual modo l’umanità è arrivata al livello di civiltà attuale.

Attraverso la geografia insegna a conoscere la natura, la conformazione del globo e nello stesso tempo quali sono i paesi in cui questa civiltà esiste già, quali sono quelli più progrediti del nostro e quali sono quelli più arretrati. Insegna con la matematica e le scienze a capire come fa l’uomo a dominare le forze della natura; e attraverso la conoscenza della lingua mette ognuno in grado di esprimersi bene e farsi capire da ogni altro suo concittadino (e con le lingue straniere anche dai cittadini di altri paesi).

La scuola di Stato

Una volta lo Stato non si occupava della istruzione dei ragazzi: ci pensavano le famiglie quando potevano e nella misura in cui potevano. I figli dei nobili e dei ricchi venivano educati in casa dai “precettori”. L’istruzione era quindi privilegio di una casta ristretta, destinata a diventare la classe dirigente. Il problema della istruzione popolare fu affrontato agli inizi della storia moderna. In Italia si dovette arrivare al 1859 perché si creasse un sistema nazionale di scuole pubbliche (legge Casati), e al 1877 perché si decretasse l’obbligatorietà della istruzione primaria (corso elementare) per tutti i bambini dai 6 ai 9 anni (legge Coppino), Alla scuola, il giovane Stato italiano, appena unificato, affidò il compito di creare un’unità operante nella coscienza dei cittadini. Con lo sviluppo delle idee sociali e l’affermarsi di esigenze di maggiore giustizia, l’opinione pubblica impose poi allo Stato nuove iniziative e riforme che aumentassero il numero delle scuole esistenti e le mettessero a disposizione di sempre più ampie masse di cittadini.

In questa tradizione si inserisce la nostra Costituzione che si impegna a garantire a tutti “l’istruzione inferiore impartita per almeno otto anni, obbligatoria e gratuita” (articolo 34), a “istituire scuole statali per tutti gli ordini e gradi” (articolo 33), a far si che “i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi” (sempre l’articolo 33) possano raggiungere i gradi più alti degli studi.

 La scuola é di tutti

“La scuola é aperta a tutti” dice il  I comma dell’articolo 34. In effetti solo da pochi anni é stata realizzata concretamente una scuola uguale per tutti fino alla terza media: ma non basta.  Occorre che tutti, se vogliono e se ne hanno le capacità, possano veramente proseguire negli studi e questo, benché sia sancito dalla Costituzione, oggi ancora non accade; perché non solo la famiglie meno abbienti non possono spendere per mandare i figli a scuola dopo la terza media, ma spesso si trovano nelle condizioni e nella necessità di mandarli a lavorare per aiutare la famiglia ad andare avanti. Inoltre, per essere veramente aperta a tutti, nel Nord come nel Sud, nelle grandi città come nei villaggi, la scuola deve esistere ovunque, deve essere alla portata di quanti debbono frequentarla (e non, come a volte accede, trovarsi a distanza di chilometri da percorrere a piedi nella buona e nella cattiva stagione); deve avere un numero di aule sufficienti perché si possa eliminare la piaga dei doppi e magari dei tripli turni o perché le classi non siano troppo affollate.

Perché la scuola sia veramente aperta a tutti e per di più gratuita, bisognerebbe che almeno per tre anni delle medie inferiori lo Stato provvedesse a fornire agli scolari i libri di testo e che, nel complesso organizzasse una più efficace assistenza scolastica, da cui tutti potessero trarre profitto.

 Ordinamento della scuola italiana

L’ordinamento della scuola dell’obbligo dovrebbe offrire a tutti i ragazzi un egual punto di partenza, non creando scuole diverse per i diversi strati della popolazione, ma piuttosto tenendo a eliminare i dislivelli sociali e culturali tra le varie classi sociali.
I programmi dovrebbero essere aggiornati in modo da soddisfare le esigenze della scienza e della tecnica moderna e tutto l’insegnamento dovrebbe essere ispirato a ideali di libertà e di democrazia.

Vediamo ora come in effetti e suddiviso l’ordinamento scolastico italiano.

° Scuola elementare – inizio obbligatorio a 6 anni – durata 5 anni;
° Scuola media – durata 3 anni;
° Scuole superiori – comprendono:
1) ginnasio liceo classico, a cui si accede con la licenza media e col superamento dell’esame di latino – durata 5 anni;
2) liceo scientifico – (licenza media) – durata 5 anni;
3) liceo artistico – (licenza media) – durata 4 anni;
4) istituto magistrale – (licenza media) – durata 4 anni;
5) scuola magistrale – (licenza media) – durata 3 anni;
6) istituti tecnici a vari indirizzi – (licenza media) – durata 3 o 5 anni;
° Istruzione superiore – viene impartita nelle università (durata varia dai 4 ai 6 anni), cui si accede con un diploma di istruzione media superiore.

I giovani si muovono

La scuola, come tutti i settori della nostra vita sociale, è in continuo rinnovamento. Ancora una volta le voci nuove e i nuovi impulsi sono venute dai giovani che, non solo in Italia, ma in molti paesi di Eur0pa, nelle piazze e negli atenei, si sono battuti per una scuola veramente libera e democratica. I giovani, in genere, sono i ribelli per natura, almeno cosi si dice! Li sentiamo oggi battersi, spesso inalberando inconsuete bandiere, soprattutto nel campo del costume, della cultura, dell’arte e dell’ambiente. Li abbiamo visti anche battersi oltre che per la scuola anche per rivendicare il diritto a una maggiore libertà nella scelta dello studio, del lavoro, nel modo di vestire, di muoversi, di divertirsi, di comportarsi fra loro e con gli adulti, insomma, in tutto ciò che riguarda la loro vita e il loro avvenire.

Dobbiamo riconoscere che in queste ribellioni giovanili, nonostante le naturali intemperanze e qualche inevitabile esagerazione, c’è qualche cosa di profondamente valido: e cioè la volontà di non permettere all’arte come alla vita, all’istruzione come al modo di comportarsi, di cristallizzarsi in forme rigidamente fisse e stabili e di creare invece forme nuove adeguate alle diverse esigenze di un mondo che va continuamente trasformandosi, rimettendo in discussione valori creduti ormai indiscutibili e aprendo così la via verso valori veramente nuovi, in un mondo nuovo, sotto l’insegna della pace e della fraternita universale.

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