EDUCAZIONE CIVICA – LE PERSONE

LE PERSONE

Abbiamo detto che l’uomo, con la sua intelligenza e la sua volontà, in qualche migliaio di anni, ha rivoluzionato il  suo sistema di vita ed ha raggiunto delle mete imprevedibili. Osserviamo da vicino questo essere meraviglioso! Guardiamoci allo specchio e osserviamoci con attenzione e con sufficiente occhio critico. Ognuno di noi é una persona ed è soprattutto il prodotto dell’ambiente in cui è vissuto, Ogni tratto di noi, del nostro modo di vestire, di parlare, di comportarsi, di agire rivela 1’influenza che su di noi hanno la mode, i gusti, la nostra famiglia, il luogo di lavoro, la scuola, gli ideali correnti.
Noi abbiamo raccolto un’eredità di millenni e godiamo oggi del lavoro, delle lotte, dei sacrifici delle generazioni passate.

Ma, se tanto. dobbiamo alla nostra società, fino a che punto noi diamo il nostro contributi per modificarla e per migliorarla?

L’uomo è un animale politico

Chissà quanti di noi, amanti del quieto vivere, asseriscono di essere buoni cittadini solo perché ”non fanno del male a nessuno” o “pagano le tasse”, tutti chiusi nel loro guscio, casa-lavoro, lavoro-casa, senza sapere cosa accada al di là del proprio naso! Il nostro padre Dante metterebbe costoro fra gli “ignavi”, coloro che “visser senza infamia e senza lode” e li condannerebbe ancora a correre eternamente dietro un’insegna!.

Gli ignavi non sono dei buoni cittadini!

Il buon cittadino è l’uomo attivo, quello che non si ferma mai alle posizioni raggiunte e difficilmente accetta, senza discuterle, le idee correnti. È quello che non si adagia sulle vecchie abitudini, non si conforma ai luoghi comuni, né si rassegna per paura o per pigrizia a ciò che gli sembra ingiusto, non ripete la famosa frase “questo c’é sempre stato e sempre ci sarà”.

Il buon cittadino si interessa di ogni cosa, di quello che avviene nel suo paese e nel mondo, e di tutto vuole conoscere le cause. Egli sa che, volendo, può determinare e modificare l’indirizzo di avvenimenti importanti, anche di portata internazionale; La storia conta uomini gloriosi che affrontarono la morte per dare alla società idee nuove e per aprire all’umanità nuovi orizzonti.

Tuttavia non bisogna essere per forza uomini eccezionali, né essere degli “eroi” per assolvere quello che è il primo dovere del cittadino: partecipare alla vita pubblica, il che significa, in definitiva, fare della politica. Questa parola deriva dal greco e, fin dalle sue origini, indica l’arte di vivere nella città, nella frazione, nel consesso umano.

Il buon cittadino deve sentirsi parte di questo consesso e di questa comunità è sentirsi responsabile di quanto vi accade, esercitarvi coscientemente i propri diritti e i propri doveri, contribuire al suo buon governo, affidandolo agli uomini che stima migliori, difendendosi e difendendola, questa comunità, da ogni tentativo di sopraffazione e di tirannide!

Che cos’é la politica

Forse molti di quei “pacifici cittadini”, di cui ho parlato poco fa, temono la politica per una errata interpretazione di questa parola. Infatti spesso si confonde la politica con la manovra di partito, di gruppi di disonesti, che approfittano di determinate situazioni per imbrogliare, rubare, danneggiare il proprio Paese.
Occorre qui ricordare che durante la dittatura fascista negli uffici erano appesi grossi cartelli. “Qui non si fa della politica, si lavora”. Tutti sappiamo oggi a quali nefaste conseguenze ha portato l’assenteismo politico della maggioranza dei cittadini, predicate dal fascismo.
Disinteressarsi di politica significa perciò anche disinteressarsi del bene comune e dare spesso a individui incapaci e disonesti la possibilità di fare il proprio comodo e decidere del nostro destino e del destino del nostro Paese. Il cittadino timoroso, dunque, nel tenersi lontano dalla vita pubblica, non é soltanto un egoista, ma manca a quello che é il più importante dei suoi doveri.

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