RAPPORTI POLITICI

I RAPPORTI POLITICI

Molti, a proposito dell’articolo I della Costituzione, il quale dichiara che il popolo é sovrano, esprimono dei dubbi e affermano di non credere che ogni singolo cittadino, da solo. possa far valere la sua volontà nella politica di uno Stato. Questo è il più grosso errore che si possa commettere.
Abbiamo già parlato, nella prima parte di questa Educazione civica, della necessità che ogni cittadino si occupi di politica e crediamo che, da tutto ciò che siamo venuti via via esponendo, risulti chiaramente che ognuno può partecipare in mille modi e in mille forme alla vita politica e sociale del suo paese: ma la forma di partecipazione più diretta e immediata é il voto.

Il voto

Il voto é quella manifestazione di volontà con la quale ogni cittadino elegge i suoi rappresentanti. “Tutti i cittadini, uomini e donne, che abbiano raggiunto la maggiore età (18 anni) e che non siano civilmente incapaci o moralmente indegni, sono elettori” dice l’articolo 48.
Il nostro sistema elettorale si fonda sul suffragio universale, cioé di tutti i cittadini, di ambo i sessi: infatti con le elezioni del 2 giugno del 1946, in Italia votarono per la prima volta anche le donne, che non avevano mai votato prima di quella data.

L’articolo 48 dice che il voto é “personale ed uguale, libero e segreto”. Personale, perché ad ogni cittadino spetta il voto e nessuno può andare a votare in vece sua. Uguale, perché ogni voto vale quanto ogni altro voto: i voti di un ministro o di un banchiere, valgono esattamente come i voti di_ un contadino, di un portuale di un pescatore o di un pastore. Libero, perché non può essere vincolato da nessuna norma ristrettiva: nessuno può impedire ad un altro di votare, né può imporgli di votare come piace a lui. Segreto, perché solo la segretezza può dare la garanzia della libertà.

Il sistema di votazione in vigore oggi in Italia é quello proporzionale, per cui ogni collegio (o circoscrizione) elettorale deve eleggere un certo numero di candidati, che non si presentano individualmente, ma riuniti in liste formata da partiti politici isolati o legati in alleanza.

Gli elettori non votano quindi per un candidato singolo, ma per la lista, per le idee che il programma elettorale del gruppo presentatore si impegna a sostenere.

In Italia il voto non é obbligatorio, come in altri paesi, ma é considerato (sempre dall’articolo 48) un “dovere civico”. È inutile dire che i voti non debbono essere dati a casaccio,  ma sulla base di una convinzione raggiunta attraverso l’esame dei programmi dei singoli partiti e una seria e matura  riflessione sulla situazione politica del paese e sugli avvenimenti che hanno determinato questa politica.

I partiti

A questo proposito vogliamo illustrare l’articolo 49, il quale stabilisce che ci si può liberamente associare in partiti. Sempre a quell’individuo che ci manifestasse le sue perplessità circa il valore della sovranità popolare, potremmo confermare che, se é vero che la nostra singola volontà ha il suo valore, é ancora più vero che essa conta molto se si riesce a organizzarsi e a sommare, le volontà di molti. La volontà di ognuno di noi conta ancora di più se troviamo gente che la pensa come noi, che ha gli stessi nostri interessi da difendere e presso cui siamo sicuri di trovare collaborazione e comprensione. Organizzarsi, trovare gente che la pensa come noi significa creare dei partiti o formare associazioni che si occupano di politica.
I partiti, nati da una profonda esigenza della società contemporanea, rappresentano la base e la garanzia della vita politica democratica. I partiti italiani, sciolti durante il fascismo uno dopo l’altro, spesso con la violenza, sono rinati durante il periodo della Resistenza – e da essi, come abbiamo visto, é nato il Comitato di Liberazione Nazionale.
Oggi la Costituzione sancisce per i cittadini questo diritto di associarsi liberamente per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Se non si vuole ricadere nella dittatura, bisogna che tutti i partiti, con metodo democratico, e con pieno rispetto delle libertà altrui, possano far sentire il proprio peso e le proprie esigenze nella vita e nella direzione politica del paese.

No al fascismo!

C’é una sola limitazione alla formazione dei partiti e la troviamo nelle “Disposizioni transitorie finali”, la XII, la quale dice che “é vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”! La Repubblica é nata dalla concorde volontà antifascista della parte migliore degli italiani: permettere al fascismo di risorgere sarebbe rinnegare le premesse ideali, offendere il ricordo degli eroi e dei martiri che, con i loro sforzi e spesso con il sacrificio della loro vita, ci hanno spianato la strada per la realizzazione delle nostre migliori conquiste, della nostra libertà e della nostra democrazia.

 I contributi

L’ultimo articolo che voglio esaminare, di quelli facenti parte de ”1 rapporti politici” é il n. 53 riguardante le tasse e le imposte. Ho già parlato delle une e delle altre spiegando il significato di questi due termini; aggiungerò soltanto che la Costituzione raccomanda che ognuno paghi le imposte in proporzione di quel che guadagna. Spesso invece accade che i ricchi e i meno ricchi le paghino tutti nella stessa misura e quindi in una proporzione ingiusta che va solo a favore di chi possiede molti beni e molti mezzi.
Questo é naturalmente in contraddizione con quanto é detto nello stesso articolo 53 che impone a tutti “di concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva“.

Le imposte progressive

“Il sistema tributario – dice ancora lo stesso articolo – é informato a criteri di progressività”. Questo criterio di progressività, per cui l’imposta aumenta in proporzione all’aumento dello stesso reddito, é per ora solo una direttiva a cui si ispirano soltanto alcune imposte dirette. Per il resto le altre continuano ad essere proporzionali, cioé basate su una percentuale che rimane la stessa su qualunque importo.
Così: le imposte indirette sono ingiuste perché ricchi e poveri finiscono col pagare su ogni genere di consumo la stessa imposta (che può essere irrisoria per i primi e gravosa per i secondi), mentre le imposte dirette sono giuste solo relativamente, perché chi ha molto denaro, se si fa la proporzione di quel che possiede, finisce sempre per pagare meno di chi ha un reddito inferiore al suo.

La coscienza fiscale

A proposito di denuncia di redditi e di evasioni fiscali se ne sentono di tutti i colori: gli scandali, in proposito, sono all’ordine del giorno. Forse potrebbero essere evitati se lo Stato facesse una politica fiscale più coraggiosa e mettesse veramente tutti in grado di contribuire secondo le proprie effettive possibilità.  Solo allora potrebbe nascere e affermarsi la coscienza fiscale dei cittadini, solo allora il buon cittadino, e gli italiani soprattutto, imparerebbero a pagare le imposte con sincerità e con scrupolo. Questo servirebbe anche allo Stato e gli permetterebbe di ampliare e migliorare i suoi servizi a vantaggio della collettività.

Difesa della Repubblica

L’ultimo articolo di questi “rapporti politici” afferma che tutti dobbiamo essere fedeli alla Repubblica e osservarne le leggi. Questa affermazione é così evidente che non ha bisogno di essere commentata.

Voglio aggiungere solo che la fedeltà verso la Repubblica e verso la Costituzione non si manifesta in un rispetto del tutto passivo, ma nello sforzo continuo e quotidiano per realizzarne gli impegni e le premesse, per promuoverne gli ideali.

VEDI ANCHE . . .

LA CIVILTÀ UMANA

LA SOCIETÀ

LE PERSONE

LA LIBERTÀ

LA DEMOCRAZIA

LA FAMIGLIA

IL MATRIMONIO

L’AMBIENTE E L’UOMO

IL LAVORO

LA SCUOLA

ORIGINE DELLA COSTITUZIONE

I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE

DIRITTI E DOVERI

IL LAVORO NELLA COSTITUZIONE

COSTITUZIONE DELLA REPUBBICA ITALIANA – Piero Calamandrei

RAPPORTI ECONOMICI

RAPPORTI POLITICI

ORDINAMENTO DELLO STATO ITALIANO

ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

.