LAOCOONTE – El Greco (Domínikos Theotokópoulos)

LAOCOONTE (1610-1614)
El Greco (Domínikos Theotokópoulos – Candia, 1541 – Toledo, 7 aprile 1614)
Olio su tela cm 142 X 193
Washington, National Gallery

 .
Le tre figure di sinistra e la veduta di Toledo come Troia sono incompiute: nel restauro condotto tra 1955 e 1956 i perizomi che erano stati aggiunti dopo la morte del Greco a coprir le figure, vennero rimossi (Wethey, 1962). L’allucinante traduzione del tema virgiliano ha sollecitato l’impegno esegetico degli studiosi anche in direzioni non pertinenti, per esempio, di interpretazione onirica (Marañon,1956).  Per le fonti iconografiche del soggetto, vedi W. S. Cook, (in “Gazette des Beaux Arts”, 1946). Il dipinto figura nell’inventario 1620 dell’Alcazar di Madrid, ed è generalmente datato verso il 1610.

Il dipinto descrive la morte di Laocoonte, sacerdote di Poseidone e abitante di Troia. Secondo la mitologia greca tentò di salvare i troiani dall’insidia del cavallo di Troia, donato loro dai greci. Venne per questo punito da Atena, la quale parteggiava per gli Achei, che lo fece uccidere assieme ai figli da due giganteschi serpenti provenienti dal mare. Il tragico evento della morte di Laocoonte era già stato trattato nella celebre composizione del Gruppo del Laocoonte, situata ai Musei Vaticani; l’opera di El Greco si discosta certamente dallo stile classico di questo gruppo scultoreo, avvicinandosi prepotentemente allo stile manierista.
I protagonisti dell’opera sono disposti su una roccia, la quale domina la città e apre la visione ad un cielo carico di nubi e dai colori tetri. Laocoonte è disteso a terra, poggiato con il capo su uno dei figli già senza vita. Lotta strenuamente con un serpente che sta tentando di morderlo sulla fronte, tenendogli la bocca con la mano destra e serrandone una parte del corpo con la sinistra. Alla sua sinistra uno dei figli ancora combatte con il serpente che tenta di ucciderlo, cercando di allontanarlo dal proprio corpo distendendo le braccia. Alla destra delle scene di lotta di ergono due figure, probabilmente entità divine, le quali non intervengono nello scontro fatale tra il sacerdote e le bestie marine.
Tutte le figure sono allungate e mostrano membra contorte e tese, mantengono posizioni quasi innaturali. Il colore dei loro corpi è volutamente distorto da quello consueto, scelta che fa risaltare, insieme alle tinte del cielo e dello sfondo, un’atmosfera tetra e oscura.
.
Autoritratto di EL GRECO
.