GIOVANE DONNA CON PAPPAGALLO – Giambattista Tiepolo

GIOVANE DONNA CON PAPPAGALLO (1760 circa)
Giambattista Tiepolo (1696-1770)
Ashmolean Museum, Oxford
Olio su tela cm 72 x 53

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Una giovane volge i suoi occhi castani, grandi e brillanti, in alto verso sinistra. Tiene fra le mani un pappagallo esotico dalle splendide piume rosse e verdi che osserva arcigno verso l’esterno del quadro. La donna ha i capelli raccolti in uno chignon tenuto insieme da un ramoscello di rose che dalla nuca le scende sulla spalla destra. Un vezzo di perle le chiude il collo. L’abito, certo lussuoso come dimostra il cammeo in evidenza sull’avambraccio destro, è aperto sul davanti e allarga, con una trascuratezza sensuale di straordinaria modernità, lo scollo fino a scoprire il seno: il bianco avorio delle morbide e opulente carni chiaroscurate risalta sui toni verdi e gialli dei contorni.
C’è in questa immagine un delicato senso di libertà, libertà dagli schemi consueti della ritrattistica, dalla formalità dei costumi, dalle regole imposte dalla tradizione; un profondo lirismo pervade il ritratto che non ha alcun intento elogiativo, ma tende a scoprire l’interiorità del soggetto. Sono i tempi nuovi del Rococò, in cui si riscopre il prezioso valore dell’intimità e della natura: basti pensare per la Francia a Watteau.

Presente all’asta Boclebank, nel 1938 l’opera passò nella Collezione Durlacher a Londra; giunta a New York fu ceduta all’Ashmolean Museum di Oxford come lascito di E.E.Cook (1955).
Da una lettera del 15 dicembre 1760, scritta dal Tassi, biografo del tempo, sappiamo che a quel tempo il Tiepolo stava facendo “alcune mezze figure di donne (…) che non si possono vedere cose più belle, più vive e più finite”.
È molto probabile che uno di tali dipinti fosse questo di Oxford che quindi andrebbe datato intorno al 1760.

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Giambattista Tiepolo

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ALCUNE NOTE SU TIEPOLO

Giambattista Tiepolo nacque a Venezia nel 1696. Intorno al 1710 fece il suo primo apprendistato presso il pittore Gregorio Lazzarini, suo vicino di casa nel sestiere di Castello, dove si accostò alla pratica del disegno e alla pittura decorativa. Già nel 1717 risulta iscritto nella Fraglia dei Pittori veneziani e quindi è possibile che a questa data lavorasse autonomamente. Dopo un’iniziale adesione alla pittura tenebrosa, rappresentata a Venezia dal Piazzetta, successivamente il Tiepolo dirottò il suo gusto verso una pittura più luminosa e, contemporaneamente a Sebastiano Ricci, recupero la tradizione “chiarista” di Paolo Veronese, il più grande artista del Cinquecento veneto. Il suo saldo legame con il mondo artistico locale è sottolineato anche dal suo matrimonio con Cecilia, sorella di Francesco Guardi, nonché nipote del Canaletto.

Dalla metà degli anni Venti del Settecento, Tiepolo si dedicò quasi costantemente ai grandi cicli decorativi (1726-1730 Palazzo Dolfin a Udine; 1734 Villa Loschi a Biron a Vicenza; 1740 Palazzo Clerici a Milano; 1746 Palazzo Labia a Venezia).
Chiamato dal principe vescovo Carl Philipp von Greiffanklau ad affrescare la sua residenza, uno dei maggiori capolavori del Rococò del tempo, Tiepolo, insieme ai figli Giandomenico e Lorenzo, si trasferì a Würzburg per tre anni, dal 1750 al 1753.
Tomato a Venezia, Tiepolo continuò a lavorare con l’aristocrazia locale (Villa Valmara a Vicenza, 1757) oltre a fornire quadri per le chiese della laguna (Santa Tecla libera Este dalla pestilenza, 1759, duomo, Este).

La sua fama era tanta che nel 1762 Carlo III lo volle presso la sua corte a Madrid; per l’imperatore l’artista affrescò la Gloria di Spagna nella sala del Trono di Palazzo Reale. E in questa corte spesso soggetta a frequenti intrighi, spesso a suo danno, Tiepolo si spense nel 1770.

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