NATURA MORTA CON UVA E PEPERONI – Giorgio de Chirico

NATURA MORTA CON UVA E PEPERONI (1923-1924)
Giorgio de Chirico (1888-1978)
Galleria d’Arte Moderna, Firenze
Olio su tela cm 60 x 79

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L’opera appartiene al cosiddetto “periodo romantico”, vissuto dall’artista tra Firenze, da lui considerata città metafisica per eccellenza, e Roma, dal 1922 al 1924: un nuovo periodo di ricerca che si apre dopo la collaborazione alla rivista “Valori Plastici”. De Chirico si riavvicina a Böcklin per la tecnica (l’artista svizzero era infatti esperto di pittura a tempera) e per l’iconografia di “città”, “personaggi antichi” e “nature morte”, dove lo stile tradisce anche un’influenza dell’arte di Courbet. In uno scritto 1942 De Chirico chiarisce le sue idee sulla natura morta:
“La natura morta ha nella lingua tedesca e inglese un altro nome, molto più bello e molto più giusto. Questo nome è: Still Leben e Still Life, “vita silenziosa”. È infatti un quadro che rappresenta la vita silenziosa degli oggetti e delle cose, una vita calma, senza rumori e senza movimenti, un’esistenza che si esprime per mezzo del volume, della forma, della plasticità. In realtà gli oggetti, la frutta, le foglie sono immobili, ma potrebbero essere mossi dalla mano umana o dal vento. Le nature morte rappresentano le cose che non sono vive, nel senso degli uomini, degli animali e delle piante: queste cose stanno sulla terra, questa terra che respira intensamente la vita, piena di rumori e di movimento […] Una natura morta contiene tutta una geografia, tutto un mondo ridotto come nei dizionari”.

Il quadro è stato acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Firenze, durante la personale dell’artista tenutasi in quella città nel 1932 a Palazzo Ferroni.

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