LA PITTURA DAI SECOLI XV-XVI AL XIX

LA PITTURA DAI SECOLI XV-XVI AL XIX

Nel Quattrocento la tecnica si perfeziona e si adatta ai più alti voli dei genî che si susseguono nel secolo d’oro: alle profondità del pensiero e alla ricerca del nuovo ideale. I soggetti si spiritualizzano, la sintesi si contrappone all’analisi, la grandezza ed il decoro s’unificano con il sentimento più moderato e con il desiderio d’ampliare la forma. Non c’è contrasto con la realtà, e non si viola l’esattezza con l’aspirazione al monumentale. La vita contemporanea contribuisce con i suoi elementi a render più nobili le composizioni, ma i tipi, le vesti e le architetture sono fuori del tempo e degli ambienti riconoscibili; in virtù della cauta scelta, si arriva ad astrarre da fatti comuni, ad evitare la copia materiale dell’antico e a variare le linee con equivalenze, contrasti e graduazioni. Lo spazio si allarga, e vi prevalgono le linee orizzontali; i quadri dispongono le figure dentro un triangolo a larga base, e la terza dimensione slega il movimento dei corpi. Il problema degli scorci si risolve anche per mezzo dello sfumato e del chiaroscuro, e Michelangelo stesso usa l’accentuazione progressiva delle ombre. Sul declinare del Cinquecento, imperversa il manierismo e, a correggerlo, insorgono gli eclettici ed i naturalisti: i primi pretendono di risuscitare i grandi maestri con regole assortite e confuse in una specie di grammatica dell’arte, ed i secondi prescindono da ogni autorità, abbandonandosi alla passione del vero: nessuna forma ripugna e nessuna tinta stride: gli occhi insegnano. Questa corrente, benché eccessiva nelle sue prime realizzazioni, ha con sé l’avvenire, e l’altra muore d’inedia nei dipinti macchinosi ed anneriti.

INCORONAZIONE DELLA VERGINE – Raffaello Sanzio (vedi scheda)

Il secolo XVIII si annunzia con le scuole regionali; i decoratori, i prospettici ed i ritrattisti hanno audacie imprevedute: sono fastosi, teatrali e caratterizzatori incomparabili. A Venezia, i vedutisti ed i paesisti, profondi argentati luminosi, fioriscono accanto ai prodigi dell’arte tiepolesca, indifferente al neoclassicismo di Pompeo Batoni e alle, teorie del frigido Mengs.

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Immagine di copertina: STORIE DELLA GENESI – Michelangelo (Vedi scheda)

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