LORENZO GHIBERTI

LORENZO GHIBERTI

Lorenzo Ghiberti (Pelago, 1378 – Firenze, 1º dicembre 1455), è stato uno scultore, orafo e fonditore di minerali, particolarmente attivo a Firenze. Le sue opere più famose sono il portale nord e la cosiddetta Porta del Paradiso del Battistero del Duomo di Firenze . Insieme ai trattati di Cennino Cennini e Leon Battista Alberti, la sua opera I Commentari è uno dei primi trattati italiani su questioni d’arte.

Lorenzo Ghiberti si dedica, in principio, all’oreficeria, e nello scorcio del Trecento è a Roma, dove ammira, con sensibilità di pittore, gli affreschi di Giotto e del Cavallini. Nei Commentariuna specie di cronaca d’importanza capitale per l’arte fiorentina del suo tempo – egli, che è pure un collezionista ed un antiquario, esalta l’eccellenza della scultura greca e sostituisce il computo delle olimpiadi a quello degli anni dell’èra volgare, tacendo dei monumenti di Roma imperiale e della raccolta di statue dei Medici. Il tema del concorso per la porta a nord del bel San Giovanni (il Sacrificio d’Isacco) impegna seriamente gli emuli, ed il Ghiberti ne riceve la palma anche se – al dire di un AnonimoBrunelleschi si ritira sdegnato dall’impresa che il giudizio dei consoli assegnava a lui e a un collaboratore di pari merito. Il Ghiberti illustra il soggetto con morbidezza ed armonia; il giovane nudo e ginocchioni sull’ara è modellato come un torso antico, e l’angelo arresta la mano armata del patriarca, indicando, sull’opposta roccia, l’ariete, mentre i due servì a sinistra, che bilanciano la scena, conversano accanto all’asino desideroso di pascolo. Il 23 novembre 1403 si conferma ufficialmente l’allogazione della porta “di metallo dorato” al vincitore, che deve descrivervi i fatti del Cristo. Il lavoro, ultimato nell’aprile 1424, consta di ventotto bassorilievi iscritti in cornici mistilinee, secondo l’esempio di Andrea Pisano; agli episodi della vita di Gesù si aggiungono, in basso, i padri della chiesa e gli evangelisti. La grazia e la commozione d’un osservatore squisito, che conosce tutti gli accorgimenti dell’inventare e del connettere, si conciliano sempre, dall’Annunciazione e Natività fino al Calvario. Le figure, giuste ed eleganti nelle attitudini, aumentano di rilievo in rilievo, e la semplicità degli adattamenti architettonici, i quali hanno sapore d’antico, non cela la tendenza coloristica dei particolari inseriti come in una pittura (Adorazione dei Magi, Cacciata dei mercanti dal tempio, Cristo flagellato).

Lorenzo Ghiberti – Sacrificio di Isacco – Battistero di Firenze

Lorenzo Ghiberti – Creazione di Adamo ed Eva – Battistero di Firenze

Delle statue nelle nicchie d’Orsanmichele il San Giovanni è il convenzionale ingrandimento d’un lavoro d’oreficeria, incompreso nei contorni e fiacco nell’espressione; il san Matteo, franco nella positura, si rincupisce come un filosofo contradetto, e Santo Stefano ha più schiettezza monumentale nel candore monastico del tipo e nella manosa consistenza, ancora un po’ gotica, dei panni.

Lorenzo Ghiberti – Porta del Paradiso

Il secondo trionfo fu la Porta del Paradiso (1425-1452): quella orientale del Battistero. Il tema libero permise allo scultore di ristringersi a dieci riquadri, vari di linee e di composizione; le figure furono disposte e staccate, quasi a tutto tondo, su piccola scala, egli effetti prospettici, particolarmente pittorici, digradarono fra tre e quattro piani; il rilievo si attenuò attraverso le linee fuggenti, e la luce non potè distribuirsi eguale sulle lontane superfici appena incise. Il tecnico eminente supera l’artista, è vero, ma l’equilibrio di alcuni quadri e la gentile idealità di molti particolari confondono le arcigne teorie degli esteti e dei critici. Nella prima istoria, Eva si risveglia fra un fremito d’ali ed un esordio di canti angelici; i bovi del Lavoro dei primi uomini vestono di mistica poesia il soggetto simile di Andrea Pisano, ed in Salomone con la regina Saba il prospettico si piace di strafare, come nella Presa di Gerico. Le cornici delle imposte sono abbellite da ghirlande decorative, e le vivaci e finitissime statuine dei profeti, dei patriarchi, dei guerrieri e delle donne bibliche si alternano con i medaglioni circolari contenenti, per lo più, ritratti.

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