DELLA ROBBIA – LUCA, ANDREA, GIOVANNI

Luca della Robbia – Cantoria (Firenze, Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore)

DELLA ROBBIA – LUCA, ANDREA, GIOVANNI, GIROLAMO

I Della Robbia – Tre scultori fiorentini onorano questo cognome, e la loro arte riempie un secolo.

LUCA (di Simone) della Robbia (1400 circa-1482); il plastico popolare che invetria le candide terrecotte dallo sfondo azzurro, modella dal vero le giovani Madonne ed i sani putti. Anche egli si addestra nella bottega di un orafo, e nel 1431 comincia la Cantoria (Firenze, Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore), che è finita nove anni appresso. Nel confronto con l’altra consimile di Donatello, si vuol far notare che Luca si mostra più fine e misurato, e che la sua maggior varietà deriva anche dalla maggior pazienza. Il tema scelto è l’incantevole salmo del Vecchio Testamento “Laudate Dominum in sanctis eius”, ed il pregio del lavoro consiste soprattutto nell’ingenua naturalezza dei tipi, nel fervore degli spiriti e nella mimica del canto, del ballo e della musica. Dai primi ed incerti saggi dell’invetriatura si arriva – fra il 1443 ed il50 – alle lunette sopra le porte delle sagrestie di Santa Maria del Fiore con l’Ascensione e la Resurrezione di Cristo: un gioiello di sentimento e d’armonia nel lucido candore delle forme che si estende agli alberi, mentre, nell’altro e più maturo tentativo, il verde riprende i suoi diritti e colorisce anche il terreno. I due Angeli portacandelabro della cattedrale fiorentina, attenti e delicati nei larghi camici, che si piegano soffici sui teneri corpi, sono – se non si voglia rammentare la Madonna della bottega di Luca a Foiano della Chiana – le sole statue a pieno rilievo dello scultore. Nel Sepolcro del vescovo Federighi (Firenze, Santa Trinità, 1454) pare che lo scalpello si inaridisca nel seguire le consuetudini, e che la persona energicamente interpretata ritrovi i sorrisi della nuova tecnica nella cornice di maiolica piatta, a mazzi di fiori nitidi sullo sfondo aureo. La porta di bronzo della prima sagrestia del Duomo, divisa in dieci formelle – adorne, sugli angoli, di quadrilobi ghibertiani –  e allogata nel 1446 a Luca Della Robbia, a Michelozzo e a Maso di Bartolomeo, fu compiuta, a mezzo il 1474, dal primo, che ridiede agli angeli la bellezza del cielo nei rilievi con gli evangelisti maestosi e raccolti in pensieri eterni. La Collegiata di Santa Maria dell’Impruneta conserva un tabernacolo con i Ss. Pietro e Paolo e l’altare della Croce, do-ve la tragedia del Golgota si riassume con impeto commovente. Di qua e di là dal Cristo semivivo, reso con finezza scientifica, due angeli si disperano, e ai piedi del santo legno, di faccia a Maria irrigidita dallo strazio, San Giovanni si contorce e scoppia in singhiozzi. Due capolavori sereni e composti, la Madonna Frescobaldi (Berlino, Staatliche Museen) e la Madonna delle Rose (Firenze, Museo  del Bargello), risentono l’indole paesana del plastico che attinge l’ispirazione dalle cose reali e deifica la bellezza femminile con perizia accorta di tutte le difficoltà del movimento e di tutte le ragioni del cuore.

Luca della Robbia – Madonna delle Rose (Firenze, Museo  del Bargello)

All’artefice che, con gli smalti, preservò dai darmi incalcolabili delle intemperie: un larghissimo numero di opere, si devono i quattro tondi della Cappella Pazzi, che  stringono, nella pace simbolica dell’idea e nella purezza schematica delle linee abbagliate da raggi di sole, gli Evangelisti con i propri attributi. Altri medaglioni con le Virtù fregiano la cappella del cardinale di Portogallo in San Miniato, ed altre ghirlande di fiori freschi e di frutta morbide contengono gli stemmi dei Mercanti e dell’Arte della Seta o le armi delle famiglie Pazzi e Serristori.

Tondo di Andrea della Robbia, Parigi, Louvre

ANDREA della Robbia (1435-1525) nipote di Luca, ovvero figlio di suo fratello Marco, differisce da Luca, dal quale fu educato. A mezzo il Quattrocento, anche il gusto cambia, e del vecchio materiale allegorico non avanzano che gli Evangelisti nella volta della Madonna delle Carceri in Prato. I soggetti si desiderano d’un contenuto più affettuoso, e l’arte è sottomessa alla religiosità. Le Madonne sono effigiate con amabile languidezza, e, nel polittico della Verna, Gesù giacente è adorato dalla Madre in ginocchio; nell’alto, l’Eterno in una corona di graziosi angeli, retti da cirri, copre il cielo e soffoca lo spazio. Ma la composizione
del quadro invetriato, che si semplifica nel tondo o nella piccola ancona a centina, è raggiunta, come nell’Annunciazione (La Verna, Chiesa Maggiore) e nella Madonna fra due Santi, già in una chiesa del pisano, ed ora nel Museo di Berlino.

Andrea della Robbia – Incoronazione della Vergine e sei santi
Chiesa abbaziale di Santa Maria Assunta, La Spezia

Al calore comunicativo del gruppo con la Visitazione (Pistoia, San Giovanni Fuorcivitas) – nel quale alcuni distinguono lo stile di Luca ed altri o il tenero lirismo di Fra Paolino o il tardo influsso cinquecentesco di Raffaello e di Fra Bartolomeo – si aggiunge la soave mollezza del rilievo sculturale, che è invece scadente nei medaglioni dell’Ospedale degli Innocenti in Firenze; eppure, le teste malinconiche dei piccoli malati si raccomandano all’altrui pietà! La vispezza un po’ decorativa dei fanciulli è capita in due statuine che reggono festoni (Città di Castello, Museo), ma l’ostentato zelo e la pratica industriale si insinuano nella Crocifissione (Arezzo, Duomo) e nell’Assunzione (Città di Castello, Museo).

Giovanni della Robbia – San Sebastiano, Parigi, Louvre

GIOVANNI della Robbia (1469-1529) figlio di Andrea, non modifica il metodo paterno, e si dà unicamente all’arte religiosa. Il lavabo di Santa Maria Novella (1497) ha nel timpano la Vergine fra due angeli, imitata
da Andrea, come l’architettura e gli arabeschi; il doppio festone è tolto dalla tomba Marsuppini di Desiderio da Settignano. Giovanni non ha la purezza stilistica del padre, ma ricerca le espressioni, complica le scene, accresce il numero delle tinte e, talvolta, in luogo di smaltare, dipinge (Madonna e Santi nel San Giacomo di Gallicano, Incoronazione della Vergine nella Chiesa d’Ognissanti a Firenze). Il procedimento dello smaltare le terrecotte fu noto anche ad un discepolo o imitatore d’Andrea, Benedetto Buglioni (Firenze, 20 dicembre 1461 – Firenze, 7 marzo 1521) che stato uno scultore italiano e insieme al nipote Santi fu antagonista dei Della Robbia e al quale si ascrive la lunetta della chiesa di Badia in Firenze.

Giovanni della Robbia – Madonna col Bambino, Lari
Propositura di San Leonardo e di Santa Maria Assunta

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