AFFRESCHI IN FRIULI

Affresco devozionale di Casa Pellegrini – Aiello del Friuli – Via Garibaldi
Gironzolando per il mio Friuli, questa volta ho scelto un percorso specifico: gli affreschi di chiese e palazzi che ho incontrato per le strade dell’arte friulana.
Non ho la pretesa di elencarli tutti perchè ci sono molti posti in cui non ho ancora messo piede, ma nel mio carnet ho segnato dei posticini che, a chi piace l’arte in genere, io consiglio una visita, magari scegliendo a caso una delle mie tante piccole particelle che di seguito ho elencato.
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MORTEGLIANO (Udine)

Chiesa SS. Trinità di Mortegliano (Fonte file Comune di Mortegliano)
La chiesa della Ss. Trinità a Mortegliano, ex parrocchiale, per qualche tempo è stata abbellita dal grande altare ligneo cinquecentesco di Giovanni Martini, qui vi fu trasportato dalla distrutta chiesa dei Ss. Pietro e Paolo.
Oggi, restaurata, si ripresenta nel suo aspetto barocco, al quale concorrono non solo gli altari ma anche gli affreschi del soffitto, dovuti al pittore udinese Pietro Venier (1673-1737).
Questi, che pur senza eccellere, godette di una discreta fama presso i corregionali, dipinse la volta con figure di Apostoli, Evangelisti, Profeti, e Santi, mostrando talora modi e iconografia tradizionali, talaltra un fare largo pienamente settecentesco.
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CIVIDALE (Udine)

Palazzo Pontotti-Brosadola in Cividale (Fonte file Città di Cividale)
Uno dei cicli d’affreschi più belli tra i tanti che ancora decorano i palazzi friulani è quello che intorno al 1785 il cividalese Francesco Chiarottini condusse nel palazzo Pontotti-Brosadola in Cividale.
Decorò infatti sia lo scalone (con un’allegoria della gloria nel soffitto e tre riquadri con prospettive sulle pareti) che il grande salone da ballo.
Ne ornò le pareti con motivi di architetture in rovina e vendute paesaggistiche, vasi di fiori e puttini…., nel soffitto affrescò il Trionfo della Fortezza, in cui riprese puntualmente (per mezzo di una stampa di Gianlorenzo Tiepolo) l’identico soggetto che Giambattista Tiepolo aveva progettato per Caterina di Russia.
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UDINE

Tra i tanti palazzi udinesi decorati con affreschi tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, quello che meglio riflette una certa spiritualità veneziana è il palazzo di Brazzà, in via Zanon, affrescato dal veneziano Andrea Urbani intorno al 1785.
Nelle pitture delle stanze, amorini in volo, scene agresti, prospettive urbane…., nello scalone, una drammatica caduta di Fetonte, nel soffitto e, nelle pareti, una scenografia illusionistica con la figura di un nobile, vestito alla veneziana, che tiene un occhialino in mano.
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LUCINICO (Gorizia)

Chiesetta di San Rocco a Lucinico
Una delle più tipiche chiesette votive del Goriziano è quella di San Rocco a Lucinico, edificio ad aula di minime dimensioni risalente al XVI secolo, completamente affrescato nelle pareti: in quella di fondo domina una edicoletta con la Pietà tra i Santi Sebastiano e Rocco ed il Padre Eterno nel timpano…., nelle altre, i dodici Apostoli.
Databili al 1535 circa, le pitture sono attribuite al pittore udinese Arsenio Negro, figlio di Gaspare, legato alla tradizione, debole nel colorito e nella forma ma capace di qualche sprazzo di poesia.
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SUTTRIO (Carnia – Udine)

Chiesa di Sant’Ulderico a Sutrio
Nel coro e nella navata della chiesa comparrocchiale di Sant’Ulderico a Sutrio, costruita tra il 1750 e il 1760 da Domenico Schiavi, alcuni affreschi ornano il coro e la navata: raffigurano la Trinità, gli Evangelisti, la Trasfigurazione, Gesù nell’orto degli ulivi, la Disputa di Gesù con i Dottori, Sant’Ulderico vescovo salva la città di Augusta dal saccheggio degli Ungari.
Sono opera dignitosa di Pietro Antonio Novelli (1729-1804),veneziano, che venne a Sutrio a lavorare con il figlio nella primavera del 1789 e che, andandosene nel dicembre dello stesso anno, lasciò sul lato sinistro dell’affresco della Disputa la scritta…
“Qui il pittore non ha terminato per essersi aggiacciata la malta e verrà a terminare”.
Ma a Sutrio il Novelli non tornò più.
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UDINE

Alla fine del secolo XVIII giunse a Udine il pittore Giuseppe Morelli, un quadraturista pressoché sconosciuto di origine modenese, peritissimo nell’arte sua, che sappiamo essere stato anche “maestro” di prospettiva del noto cividalese Francesco Chiarottini.
Lavorò nel Duomo di Udine e fu autore delle severe, scenografiche architetture che piacevolmente coprono un’intera stanza di due case nobiliari udinesi di via Aquileia, palazzo Pontoni (1793) e palazzo di Varmo-Buiatti.
Si può dire che con lui sia entrato in Udine un nuovo modo di intendere la decorazione interna dei palazzi.
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AVIANO (Pordenone)

Chiesa Santa Caterina – Marsure
Nella chiesetta di Santa Caterina, a Marsure d’Aviano, la decorazione pittorica riempie l’arco trionfale e l’intero presbiterio con scene sacre ed episodi della vita di Santa Caterina: pitture eseguite intorno al 1544-47 da Giovanni Girolamo Stefanelli, di Porcia, modesto seguace del Pordenone, ma capace anche di qualche apprezzabile invenzione, se é vero che questi affreschi furono per lungo tempo attribuiti al ben più capace Pomponio Amalteo.
Com’è dì tutti i piccoli maestri, lo Stefanelli è piacevole in qualche particolare, ma cade nell’impaginazione delle scene più complesse, non riuscendo a dominare lo spazio.
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SAN VITO AL TAGLIAMENTO (Pordenone)

Pomponio Amalteo, affreschi nei pennacchi della cupola di S. Maria della Misericordia (1538) – Prodolone
Nella chiesa di Santa Maria delle Misericordia a Prodolone, a pochi passi da San Vito al Tagliamento, ci sono tre opere d’arte di notevole livello artistico, una Madonna della Misericordia dipinta a fresco da Andrea Bellunello (circa 1470), un grande altare ligneo di Giovanni Martini (circa 1515) e, nel presbiterio, un vasto ciclo di affreschi.
Sono questi dovuti al pittore Pomponio Amalteo, che iniziò il lavoro alla fine del 1538 dipingendo nella volta e nelle lunette storie della vita della Vergine alternate da Evangelisti, Santi e angioletti; altre storie della vita della Madonna nelle pareti.
In esse l’Amalteo perviene ad un’abile costruzione ed organizzazione dello spazio, ad un gigantismo tutto pordenonesco, non ancora ridotto a vuota cifra di maniera (come gli accadrà in più tarde composizioni) ma sentito e meditato.
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SAN DANIELE DEL FRIULI (Udine)

San Daniele del Friuli – La volta della chiesa di Sant’Antonio Abate
La chiesa di Sant’Antonio abate a San Daniele del Friuli conserva il più bel ciclo d’affreschi rinascimentale dei Friuli, quello che il pittore Martino da Udine, meglio conosciuto come Pellegrino da San Daniele, stese sulle pareti, sull’arco trionfale e nel presbiterio.
Condotte in tempi diversi, dal 1497 al 1522, le pitture raffigurano Profeti ed Evangelisti nella volta, la Crocifissione nella parete di fondo, mezzi busti di Profeti nel sottarco, storie di Sant’Antonio e di Cristo nelle pareti del coro e della navata e nell’arco trionfale.
È un’antologia altissima dell’opera del maestro friulano, dalla quale traspare con evidenza lo sviluppo della sua poetica, ancora legata a stilemi “tolmezzini” nei Profeti, imbevuta di stilemi ferraresi poi, gravitante nell’orbita del Pordenone giorgionesco.
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PASSARIANO (Udine)

Trionfo della Primavera – Villa Manin a Passariano
Il parigino Ludovico Dorigny lavorò per qualche tempo in Friuli lasciando importanti affreschi nel palazzo arcivescovile e nel Duomo di Udine ed in Villa Manin a Passariano.
In una sala a levante di quest’ultimo edificio, affrescò nel 1708 il soffitto con il Trionfo della Primavera entro il tondo centrale e l’allegoria dell’Amore, della Gloria, della Ricchezza e dell’Abbondanza nei quattro ovali minori.
La sua pittura dai colori freddi e smaglianti, che predilige figure eleganti su sfondo di limpidi cieli ed adotta soluzioni spericolate (amorini e ninfe su nubi che vanno al di là della cornice) risulta nel complesso piacevole.
Alle pareti, in monocromo su sfondo dorato, scene mitologiche ed allegoriche.
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GORIZZO (Camino al Tagliamento – UD)

Chiesetta di San Canziano – Gorizzo (Fonte immagine: BeWeB)
La pittura dai colori freddi e smaglianti che il pittore francese Ludovico Dorigny adoperò ai primi del Settecento negli affreschi del Duomo di Udine e della Villa Manin a Passariano, non affascinò soltanto il giovane Tiepolo, ma ebbe riscontri anche nella chiesetta nobiliare di Gorizzo, per la quale il venzonese Giovanni Francesco Zamolo dipinse con luminose pennellate, entro ariose campiture nella volta del coro, i quattro Evangelisti (1719).
Le pitture, anche se mostrano qualche incertezza formale, si fanno apprezzare per la festosa decorazione.
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TALMASSONS (Udine)

Interno della chiesa di Talmassons
Nella chiesa parrocchiale di Talmassons il pittore udinese Rocco Pitacco (poco conosciuto in Friuli, ma autore di dipinti anche per chiese vicentine) eseguì intorno al 1850 una serie di affreschi (storie di San Marco) con i quali celebra i fasti della chiesa aquileiese con fare solenne e monumentale, impostando un discorso storico che, quantunque privo di seguito, è in un certo senso in linea con la poetica del suo tempo.
Una pittura che, per la teatralità dei gesti e delle pose, oggi mi lascia alquanto indifferente ma che all’epoca dovette senza dubbio far presa sugli animi.
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UDINE

Nell’odierna scuola Fermi, ex O.N.B. (Collegio Opera Nazionale Balilla) di via Pradamano a Udine, progettata dall’architetto sandanielese Ermes Midena (1895-1972) ed arricchita di una scultura di Silvio Olivo (1909-vivente) il pittore udinese Afro Basaldella (1912-1976) eseguì nel 1936, giovanissimo, un ricco ciclo d’affreschi che illustrano il tema dell’educazione fisica, scientifica e morale.
Le importanti pitture furono dopo pochi anni coperte di calce e dimenticate: nel 1987, nell’occasione della grande mostra che la città di Udine ha dedicato ai tre fratelli Dino, Mirko e Afro Basaldella, sono state ritrovate e restaurate grazie all’intervento mecenatistico di una ditta metalmecanica di Udine.
Purtroppo il restauro non ha potuto cancellare tutti i danni prodotti dal tempo, ma gli splendidi affreschi sono comunque stati in gran parte restituiti alla loro originaria bellezza, e costituiscono uno dei più significativi momenti dell’arte friulana contemporanea.
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CASTIONS DI STRADA (Udine)

Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Gaspare Negro, veneziano, fu un pittore abbastanza famoso in Friuli nella prima metà del Cinquecento.
Sposò Maddalena Floreani, appartenente ad una famiglia di artisti, e molto dipinse per chiese e per comunità.
Il suo maggior lavoro si trova a Castions di Strada, nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie: è un interessante ciclo d’affreschi, con storie di San Biagio e del Nuovo Testamento, risalente al 1534.
Vi si notano ricordi dell’arte di Cima da Conegliano, ma anche sprazzi di grandiosità derivata dal Pordenone.
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VILLANOVA DELLO JUDRIO (San Giovanni al Natisone – UD)

Nella chiesa parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo a Villanova del Judrio esistono – malandati ma sufficientemente leggibili – affreschi del 1558 eseguiti dal pittore udinese Giacomo Secante.
Rappresentano fatti evangelici (Adorazione dei Magi, Pentimento della Maddalena, Tradimento di Giuda, Ultima Cena, Apostoli al Sepolcro) e mostrano, accanto ad un’attardata organizzazione spaziale, alcuni gradevoli particolari che conferiscono alla narrazione un sapore di domestica familiarità.
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UDINE

Casa Sabbadini – Udine (Fonte immagine: Wikipedia – Sebi1)
Uno dei pittori che più lavorò a fresco in Udine nella seconda metà del Cinquecento fu Giovanni Battista Grassi, seguace alla lontana dei modi di G.A. Pordenone il cui gigantismo tentò di imitare.
A parte i dipinti nel salone d’onore del Castello, ancora ben visibili, la maggior parte dei suoi lavori è andata persa: così gli affreschi della Confraternita di Santa Lucia in via Mantica, che conosciamo da un disegno ottocentesco di G.B. Cavalcaselle, così quelli della casa Sabbadini in via Mercatovecchio (1554) dei quali è stata recuperata nel recente restauro, la sola figura di Giove.
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COLZA (Enemonzo – UD)

Chiesetta di San Giorgio a Colza
Come tante chiesine della Carnia, anche San Giorgio a Colza ha il coro, con volta costolonata, completamente affrescata.
Figure di Evangelisti e Dottori della Chiesa, di Apostoli ed angeli, Storie di San Giorgio coprono le pareti e mostrano ingenuità e grandezza, limiti e meriti dell’arte pittorica di Pietro Fuluto, tolmezzino, che qui lavorò nel 1513.
Soprattutto degna dì nota è la lunetta in cui si vede uno sprovveduto San Giorgio su un candido destriero difendere una (poco) spaventata principessa da un (improbabile) terribile drago, tra caverne di cartone e ciotoli sparsi con bella simmetria sul terreno.
In lontananza un castello con due dame affacciate alla finestra per osservare la scena che ha quasi il sapore di un fumetto televisivo.
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UDINE

Affresco di Giulio – Palazzo Maniago
Pochi artisti hanno lasciato tante opere a Udine quanto il pittore Giulio Quaglio (1668-1751), comasco, che nell’ultimo decennio del secolo XVII affrescò i palazzi Strassoldo e della Porta, il palazzo e la cappella del Monte di Pietà, i palazzi Maniago e Antonini-Belgrado e la chiesa di Santa Chiara.
Fecondissimo e validissimo artefice, attento all’effetto scenografico, il Quaglio riempì spazi anche esigui con immagini magniloquenti, mostrando la sua predilezione per la narrazione enfatica, per soggetti mitologici o storici, per il gigantismo tutto esteriore dei personaggi.
Lo si vede anche in questi affreschi di palazzo Braida Deciani, ora Banco di Napoli (1695), arricchiti da una ricca ornamentazione in stucco dovuta ai comaschi Lorenzo Retti e Giambattista Baraglio.
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FLAMBRO (Talmassons – UD)

Uno dei maestri della pittura contemporanea è certamente Fred Pittino (nato a Dogna nel 1906) il quale è riuscito a dare un’impronta personale – pur nel rispetto della tradizione – anche alle pitture di carattere sacro che è stato chiamato a condurre in varie chiese friulane.
Ciò si vede soprattutto nell’importante ciclo d’affreschi (1939-1940) che copre il presbiterio della chiesa parrocchiale di Flambro con scene di notevole impegno (Trionfo dell’Eucarestia nel catino absidale, Annunciazione e Cacciata dal Paradiso nelle pareti, Discesa dello Spirito Santo nella cupola) e con ricca e varia decorazione.
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MONTEREALE VALCELLINA (Pordenone)

Chiesa di San Rocco al Cimitero di Montereale VaIceIlina (Vedi qui file originale)
Nella chiesa di San Rocco al Cimitero di Montereale VaIceIlina il pittore Giovanni Maria Zaffoni, detto il Calderari, lasciò il suo ciclo d’affreschi più vasto e più importante.
Profeti, Evangelisti, Dottori della Chiesa e angeli nella volta, Storie della vita della Vergine nelle pareti, figure di Santi nell’arco trionfale, compongono un insieme di notevole bellezza, anche se talvolta è possibile notare qualche caduta di qualità che in parte va spiegata con la non eccelsa statura tecnica del pittore, in parte con l’intervento di collaboratori (il Calderari infatti morì nel 1563 lasciando incompiuto il lavoro che aveva iniziato tre anni prima).
Notevole la vivacità e la freschezza di alcuni particolari.
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TAURIANO DI SPILIMBERGO (Pordenone)

Chiesetta di Tauriano
Nel presbiterio della chiesa parrocchiale di qualche tempo è stato restaurato un interessante ciclo d’affreschi che copre la volta con figure di Evangelisti e Dottori della Chiesa e le pareti con Storie della Passione di Cristo, Storie della vita di S. Nicola, Battesimo di Cristo ed Israele che passa il Mar Rosso.
Da una scritta rimessa in luce sappiamo che ne fu autore, nel 1502, Giampietro da Spilimbergo, pittore di non grande levatura tecnica, ora bloccato e convenzionale nell’impaginazione e nell’uso di cupi colori, ora narratore fresco, anche se ingenuo, calligrafico e sgrammaticato dove può dispiegare le scene in più ampi spazi.
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CASTEL D’AVIANO (Pordenone)

Chiesa di San Gregorio a Castel d’Aviano
Nella chiesa di San Gregorio a Castel d’Aviano esistono importanti affreschi della fine del XV secolo.
In otto riquadri sulle pareti sono riprodotti episodi della Passione di Cristo ingresso in Gerusalemme, Ultima Cena, Orazione nell’orto, Cattura di Cristo, Incontro con la Veronica, Crocifissione, Sepoltura, Resurrezione).
Completa il ciclo una decorazione a pannelli con medaglioni nei quali compaiono personaggi a mezzo busto.
Tutte le pitture sono attribuite a Gianfrancesco da Tolmezzo, che qui lavorò intorno al 1495 e che nello stesso periodo affrescò e dipinse anche nella vicina chiesa di Santa Giuliana.
È una delle opere più conosciute del maestro tolmezzino, ad un tempo legato a moduli nordici (la linea, il colore) derivato con probabilità dalla visione di stampe tedesche, dall’altra parte una cultura di tipo strettamente locale, all’esaltazione della quale concorrono i volti dei personaggi, veri e propri ritratti della gente del tempo.
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UDINE

Palazzo Liruti – Udine (Fonte immagine: Wikipedia)
Patriota, critico d’arte, cultore di patrie memorie, giornalista fecondissimo, Antonio Picco (1828-1897), udinese, fu anche pittore di qualche merito, forse un po’ troppo attento a seguire la moda, e pertanto a recuperare i vari movimenti artistici attraverso i quali si esprimeva la pittura del periodo, ma tutto sommato piacevole.
A Udine, tra altre cose, lascia alcuni notevoli affreschi in palazzo Liruti (1876) con ritratti di quattro illustri personaggi della casata e due quadroni illustranti il Castello di Villafredda, nel Tarcentino, sullo sfondo dei Musi ed un paesaggio palustre presso Bueris.
(Stupendo il ritratto di Giuseppe Liruti e una veduta delle paludi di Bueris, Udine, palazzo Liruti).
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RONCHIS DI FAEDIS (Udine)

Ultimo dei grandi affrescatori settecenteschi è Domenico Paghini (1778-1850), sacerdote e musicista, che apprese l’arte pittorica da Giovanni Battista Tosolini perfezionandosi poi all’Accademia di Venezia.
Nelle opere di carattere sacro, così come in quelle eseguite per ville e palazzi friulani, si mostra ad un tempo continuatore delle tematiche tiepolesche e vedutistiche, in possesso di una pennellata sicura ma annacquata e priva di forza, intrisa di fredda luce invernale.
Possiamo ammirare due immagini degli sconosciuti affreschi eseguiti per il salone della casa dei Partistagno a Ronchis di Faedis.
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ARZENUTTO (San Martino al Tagliamento – Pordenone)

Chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo ad Arzenutto (Fonte immagine: la bassa)
Nella chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo ad Arzenutto vi è un importante ciclo di affreschi del 1515: nella volta del coro sono raffigurati i Padri della Chiesa ed i quattro Evangelisti tra angeli e Santi, nelle pareti il Cristo portacroce, storie della vita dei santi Filippo e Giacomo, il Giudizio Universale.
Sono l’opera più matura, sia sul piano tecnico che su quello inventivo, del pittore Pietro da San Vito…, uno dei tanti piccoli maestri operanti in Friuli tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo.
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SPESSA DI CIVIDALE (Udine)

Bacco (Affresco nelle cantine di Spessa) – Giacomo Meneghini di Nimis (Fonte file Villa Romano-Rodaro)
Uno dei personaggi più stravaganti dell’arte friulana fu Giacomo Meneghini di Nimis, meglio conosciuto come Jacun Pitôr, vissuto dal 1851 al 1935.
Anticonformista sul piano umano, fu un vero naif dal punto di vista artistico: lo dimostrano i tanti affreschi devozionali lasciati sulle case dei paesi delle Valli del Natisone e del Torre e soprattutto il complesso ciclo d’affreschi – scanzonati e dissacranti – specialmente “Il peccato originale” ed uno spiritoso proverbio dipinti sulle pareti delle cantine del conte Romano a Spessa di Cividale.
Il mio percorso artistico per le strade del Friuli finisce qui, avrei voluto raccontarvi ancora di affreschi disseminati lungo questo mio cammino…. , ma ora la memoria non mi aiuta molto, anche perchè ho smarrito tanti bigliettini nei quali avevo raccolto tante piccole note di siti friulani che nel tempo molti sconosciuti artisti avevano colorato pareti di chiese e palazzi della mia regione.

Comunque sia, spero di avervi portato un po’ di curiosità con queste mie piccole particelle sparse dell’arte friulana.