VAN MORRISON

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VAN MORRISON

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Sir George Ivan “Van” Morrison (Belfast, 31 agosto 1945) è un cantautore, polistrumentista e paroliere nordirlandese.

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Con i suoi dischi più intensi ha toccato i vertici dell’espressività rock, e quasi tutta la sua produzione si mantiene a livelli d’eccellenza: Van Morrison, pur non avendo mai conseguito un’ampia notorietà internazionale, si colloca tra i protagonisti assoluti, circondato di stima per la completa dedizione alla musica, per il perfezionismo e il rigore che contrassegnano il suo lavoro, per la capacità di amalgamare, facendoli propri, materiali disparati (folk, jazz,
blues, rock’n’roll).
Nato il 31 agosto 1945 a Belfast, Irlanda del Nord, George Ivan Morrison a l3 anni già suona con gruppi semi-professionali; a 15 lascia la scuola per dedicarsi interamente alla musica: come tenor-saxofonista entra nei Monarchs, un gruppo rhythm & blues che compie tournées in Gran Bretagna ed Europa e che si scioglie quando Morrison si trasforma
momentaneamente in attore cinematografico accettando la parte di un musicista jazz in un film tedesco. Nel 1963 Van rientra a Belfast, apro un locale notturno e crea i Them, il cui successo è immediato, anche con un riscontro discografico (il 45 giri Don’t Start Crying Now), tanto che l’anno seguente il gruppo si trasferisce a Londra.
È il produttore discografico Bert Berns a intuire tra i primi il grande potenziale di Morrison, a soli l9 anni cantante incisivo e personale, abile compositore, armonicista, saxofonista e leader d’una formazione che si rivela subito ben più d’una promessa: nel 1965 i Them ottengono due grossi hits internazionali con la loro versione d’un blues di Big Joe Williams, Baby Please Don’t Go, e con un brano di Berns, Here Comes The Night.

Malgrado le tensioni e l’organico instabile, i Them realizzano due LP che includono classici del rock come Gloria e Mystic Eyes. Ma al termine d’una sfortunata tournée americana, Morrison li scioglie e se ne torna deluso a Belfast fino all’arrivo d’un biglietto aereo per New York: il mittente è Berns, la cui etichetta Bang ha nel frattempo lanciato i McCoys di Hang On Sloopy e Neil Diamond.
Si verifica così una svolta fondamentale nella vita e nella carriera di Van Morrison. Ma gli inizi non sono facili: un immediato successo a 45 giri, Brown Eyed Girl, prepara la strada a dissidi con Berns sulla pubblicazione di due successivi album; il produttore poi muore, stroncato da un infarto alla fine del 1967, lasciando l’artista nei guai fino al collo. La situazione viene salvata l’anno dopo da Joe Smith, presidente della Warner Bros, che scrittura Van e gli permette di riprendere subito il lavoro in studio di registrazione, con la possibilità – finalmente – di seguire e controllare la lavorazione in ogni fase: nasce così in soli due giorni, nell’estate del ’68, lo splendido Astral Weeks, uno dei capisaldi della storia del rock.
Segue Moondance, che mantiene l’eccezionale standard del precedente senza ricalcarne gli schemi. La notorietà di Van comincia ad allargarsi negli USA e, dopo un deludente His Band And Street Choir, nel ’71 l’ottimo Tupelo Honey raccoglie consensi di massa.

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Trasferitosi in California, Morrison conosce un momento felice con altri album decisamente riusciti e grande fortuna dal vivo con la Caledonia Soul Orchestra.
Nel ’73 il divorzio e il temporaneo rientro in Irlanda lo spingono a rivedere i suoi concetti musicali:  l’album Veedon Fleece (1974) presenta infatti molte affinità con l’intenso lirismo di Astral Weeks; allo stesso tempo, sciolta l’orchestra, torna on the road con un quintetto. Segue una fase di ripensamento ed autocritica, come riconosce il titolo di un LP del ’77 (A Period Of Transition); ma questo, come il successivo Wave Length, si presenta discontinuo nella qualità del materiale.

Nel 1979 Van Morrison cambia casa discografica e sigla questo passaggio con un album fitto di proposte e coraggioso nelle scelte, Into The Music (questo era anche il titolo di una biografia del musicista scritta anni prima dal giornalista inglese Ritchie Yorke), nel quale intervengono strumentisti di svariata estrazione. Gli album successivi, Common One e Beautiful Vision, pur contenendo episodi affascinanti, hanno messo a nudo un calo d’ispirazione.

Un altro “periodo di transizione” per il grande cantante-compositore? No! Nel nuovo millennio “Van the man” continua a produrre dischi con regolarità. Dopo alcuni progetti jazz, country e il bel disco di Skiffle con Lonnie Donegan, Van Morrison ritorna nel 2002 con quello che sarà probabilmente il suo album migliore del nuovo millennio, Down The Road.

Gli eredi di van Morrison, secondo la rivista Rolling Stone, “La sua influenza sui cantanti e cantautori rock non ha paragoni con alcun artista vivente, fatta eccezione per Bob Dylan”. Inoltre, può essere riconosciuta facilmente nella musica di molti artisti quali gli U2 (soprattutto The Unforgettable Fire), Bruce Springsteen (Spirit in the Night, Backstreets), Bob Seger, Rod Stewart, Patti Smith (responsabile di una versione poetica-proto-punk di Gloria), Graham Parker, Thin Lizzy, Dexys Midnight Runners e molti altri. Tra questi Bob Seger, che in un’intervista a Creem ha affermato: “I know Springsteen was very much affected by Van Morrison, and so was I” (“so che Springsteen è stato molto influenzato da Van Morrison, e così anche io”).

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Van Morrison (2020)

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PREMI E RICONOSCIMENTI

Grammy Awards

1996 – Best Pop Collaboration with Vocals, Have I told you lately (con i Chieftains)
1998 – Best Pop Collaboration with Vocals, Don’t look back (con John Lee Hooker)
1999 – Grammy Hall of Fame Award per Astral weeks
1999 – Grammy Hall of Fame Award per Moondance

Altri riconoscimenti

1993 – Inserito nella Rock and Roll Hall of Fame
2003 – Inserito nella Songwriters Hall of Fame

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DISCOGAFIA

Album in studio

1967 – Blowin’ Your Mind!
1968 – Astral Weeks
1970 – Moondance
1970 – His Band and the Street Choir
1971 – Tupelo Honey
1972 – Saint Dominic’s Preview
1973 – Hard Nose the Highway
1974 – It’s Too Late to Stop Now (live)
1974 – Veedon Fleece
1977 – A Period of Transition
1978 – Wavelength
1979 – Into the Music
1980 – Common One
1982 – Beautiful Vision
1983 – Inarticulate Speech of the Heart
1984 – Live at the Grand Opera House Belfast (live)
1985 – A Sense of Wonder
1986 – No Guru, No Method, No Teacher
1987 – Poetic Champions Compose
1988 – Irish Heartbeat con i The Chieftains
1989 – Avalon Sunset
1990 – Enlightenment
1991 – Hymns to the Silence
1993 – Too Long in Exile
1994 – A Night in San Francisco (live)
1995 – Days Like This
1996 – How Long Has This Been Going On con Georgie Fame
1996 – Tell Me Something: The Songs of Mose Allison
1997 – The Healing Game
1999 – Back on Top
2000 – The Skiffle Sessions – Live in Belfast 1998 con Lonnie Donegan e Chris Barber (live)
2000 – You Win Again con Linda Gail Lewis
2002 – Down the Road
2003 – What’s Wrong with This Picture?
2005 – Magic Time
2006 – Pay the Devil
2008 – Keep It Simple
2009 – Astral Weeks Live at the Hollywood Bowl (live)
2012 – Born to Sing: No Plan B
2015 – Duets: Re-working the Catalogue
2016 – Keep Me Singing
2017 – Roll with the Punches
2017 – Versatile
2018 – You’re Driving Me Crazy (con Joey DeFrancesco)
2018 – The Prophet Speaks
2019 – Three Chords And The Truth

Raccolte

1990 – The Best of Van Morrison
1993 – The Best of Van Morrison Volume Two
1998 – The Philosopher’s Stone
2007 – Still on Top – The Greatest Hits
2007 – At the movies – Soundtrack Hits
2015 – Duets
2016 – ..It’s Too Late To Stop Now, Volumes II, II, IV & DVD

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Onorificenze

Onorificenze britanniche

14 giugno 1996 – Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico – nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico. “Per i servizi alla musica”.

12 giugno 2015 – Knight Bachelor – nastrino per uniforme ordinaria Knight Bachelor – “Per i servizi alla musica e al turismo in Irlanda del Nord”.

Onorificenze straniere

1996 – Ufficiale dell’Ordre des Arts et des Lettres (Francia) – nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell’Ordre des Arts et des Lettres (Francia).

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