CURARSI CON IL TIGLIO

IL TIGLIO

È un albero imponente che raggiunge i 20 metri di altezza e che risuona sempre del cinguettio degli uccellini. I nostri amici pennuti sanno bene dov’è che si respira l’aria più balsamica e dove ci si prepara ad affrontare il duro inverno. Sanno anche dove trovare tranquillità e riposo perché il tiglio è simbolo di pace e di dolcezza…

Il tiglio europeo, che fiancheggia i più bei viali delle nostre città e che da solo profuma ettari interi di campagna, è in realtà il rappresentante di varie specie molto affini: una, a foglie piccole (tiglio silvestre, o tiglio maschio), la seconda, a foglie medie (tiglio olandese), e la terza a foglie grandi (tiglio femmina). Queste distinzioni non ci devono confondere: tutte le specie hanno la stessa attrattiva per le api e le stesse virtù curative per uomini e donne.
Solo nel 1700 cominciammo a prendere in considerazione il tiglio in fitoterapia. Fino ad allora ci si era limitati a sfruttarne la corteccia solo per curare malattie degli occhi. Eppure l’albero contiene numerose virtù taumaturgiche.
Sarebbe errato aspettarsi dal tiglio delle qualità eccitanti o toniche: il tiglio guarisce lentamente in armonia con la maestà e le dimensioni che la natura gli ha dato. La sua stessa vita si svolge lenta nei secoli e i benefici che offre si basano sulla regola della moderazione.
È antispasmodico e calmante: niente di meglio che un infuso di tiglio per passare una notte tranquilla. Viene raccomandato a tutti, principalmente ai soggetti nervosi, agli insonni cronici, agli angosciati, agli irrequieti, ai bambini agitati e agli anziani che faticano ad addormentarsi.
A quanti soffrono di tosse, di asma, di emicrania, di disturbi cardiaci, assicurerà un riposo benefico.
È il tiglio che, in virtù della sua azione antipletorica, depura il sangue e lo fa scorrere più liberamente, evitando così l’arteriosclerosi, la flebite, l’angina pectoris e gli infarti (sia ben chiaro che non può più guarire una volta che il male ha colpito: per questa ragione vi raccomando di premunirvi, cominciando li cura per tempo).
Il tiglio è anche leggermente diuretico (ottimo per i gottosi e i reumatici); è sudorifero, contribuendo a depurare l’organismo dalle tossine accumulate.
In uso esterno esercita un’azione balsamica su scottature, ascessi, foruncoli e infiammazioni sulle quali ha una notevole azione emolliente.

È uno degli ingredienti della tisana della felicità (vedi Stati ansiosi), che vi assicurerà delle notti calme, dei risvegli felici e delle giornate piene di distensione se ne farete un uso regolare.

    
Raccolta

Non raccogliete i fiori, le foglie e la corteccia del tiglio nell’atmosfera inquinata delle città. Scegliete invece una pianta lontana dal centro abitato e munitevi di un sacco voluminoso perché vi occorrerà un raccolto abbondante per durarvi tutto l’anno.

Il tiglio fiorisce in giugno-luglio: recidete i fiori con le brattee (le foglioline pallide che Ii contengono).
Essiccateli rapidamente all’ombra senza rimestarli, e conservateli al riparo dall’umidità.
Le foglie e la corteccia le raccoglierete a primavera, aI momento della risalita della linfa.

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Preparazione e impiego

INFUSO di fiori: una bella manciata di fiori secchi in un litro d’acqua. (Da 3 a 4 tazze al giorno, delle quali una prima di coricarsi.)

BAGNI ALLE MANI, PEDILUVI E BAGNI COMPLETI: misurate una manciata e mezzo di fiori per litro d’acqua.

DECOTTO di foglie: gettate una mezza manciata di foglie fresche o secche in un litro d’acqua. (Da 2 a 3 tazze al giorno.)

DECOTTO di corteccia: misurate una mezza manciata di corteccia pestata per litro d’acqua. (Uso interno: da 1 a 2 tazze al giorno.
Uso esterno: in lozioni, compresse, ecc. particolarmente contro le scottature.)
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DECOTTO CONCENTRATO di foglie (per uso esterno: lozioni, impacchi, ecc.): mettete 3 o 4 manciate di foglie fresche o secche in un litro d’acqua.

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ERBE MEDICINALI – FITOTERAPIA

ABCDEFG – H – I – J – KLMNOPQRST – U – V – W – X – Y – Z

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ATTENZIONE: Tutte le notizie e curiosità contenute in questo pagina hanno esclusivamente scopo informativo e non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
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