ALLEGORIA DELLA RICCHEZZA – Simon Vouet

ALLEGORIA DELLA RICCHEZZA (1634 circa)
Simon Vouet (1590–1649)
Olio su tela cm 170 x 124
Museo del Louvre, Parigi

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Nel 1634 Simon Vouet lavora a Saint-Germain-en-Laye, dove il re Luigi XIII intraprende una serie di importanti decorazioni. Egli dipinge l’Allegoria della ricchezza e anche l’Allegoria della carità e l’Allegoria della virtù, pur tuttavia non è possibile trovare conferma, né smentita, che i dipinti facessero parte di un unico ciclo successivamente andato disperso. Nell’Allegoria della ricchezza, vero capolavoro di Vouet, risalta la bellezza della figura femminile, ma anche la qualità della tecnica pittorica; l’armonia dei colori e i toni luminosi dell’ampio drappeggio di seta sottolineano la sensualità della raffigurazione della Ricchezza.

Michael Alpatov vi vede la definizione stessa del Barocco francese:
“Malgrado la posa inclinata, tipica del Manierismo, e la ricca veste, la sua eleganza fa sì che l’opera raggiunga la perfezione di stile grazie a un gioco di linee oblique, orizzontali e diagonali”.

Il quadro, forse dipinto espressamente per Luigi XIII a Saint-Germain-en-Laye, non ha mai lasciato le collezioni reali, divenute poi nazionali; nel 1706 risulta menzionato nell’inventario di Bailly nel gabinetto della Sovrintendenza di Versailles.

 

Il periodo parigino

Vouet si trasferisce a Parigi nel 1627, dopo tredici anni trascorsi in Italia. È un pittore affermato, con un solido bagaglio culturale, ha assimilato la lezione del Caravaggio, la luminosità di Rubens ed ha studiato le opere del Veronese, del Guercino e di Raffaello. La sua composizione monumentale è associata ad una finezza formale dalla quale traspare una vigorosa sensualità. Questo periodo sarà quello della consacrazione ufficiale. La corte di Francia, desiderosa di riunire nella pittura la tradizione nazionale e autonoma, riconosce in Vouet l’artista che, grazie alle sue qualità, può contribuire a raggiungere questo obiettivo. Il pittore inizia una brillante carriera come decoratore nei palazzi reali. La regina madre Maria de’ Medici “voleva farlo lavorare al palazzo-del Lussemburgo”, ma egli opererà soprattutto a Saint-Germain-en-Laye, residenza preferita di Luigi XIII, a Château-Vieux e a Château-Neuf. Simon Vouet riceve inoltre numerose commissioni da parte di diverse personalità. Nel 1630-1631 egli affresca la galleria del castello di Chilly per conto di Antoine Coiffier, marchese d’Effiat e maresciallo di Francia. Successivamente, nel 1633, decora per il cardinale de Richelieu il castello di Parigi, la cappella della casa di campagna a Rueil e alcune stanze del castello di Poitou. Vouet lavora inoltre per Claude de Bullion, sovrintendente delle Finanze, per il ricco finanziere Claude le Ragois di Bretonvilliers e per Pierre Séguier, cancelliere di Francia (1636).
Dopo la morte di Luigi XIII, il pittore realizza numerose decorazioni a Fontainebleau (1644) e al Palais-Royal (1645) su incarico della reggente Anna d”Austria. Purtroppo molte delle sue opere sono andate perdute, pur tuttavia è possibile ricostruire in parte l’attività dell’artista grazie ai numerosi documenti conservati. Intorno al 1637 Vouet si assicura i servizi di Michel Dorigny, che lavora nel suo atelier e che è inoltre un eccellente incisore. Grazie a quest`ultimo le precedenti e le attuali opere del Maestro sono riprodotte e diffuse, il che ci permette oggi di ammirare ancora molte opere altrimenti scomparse.

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