AGAMENNONE – Vittorio Alfieri

AGAMENNONE

Autore – Vittorio Alfieri
Lingua originale – Italiano
Genere – Tragedia
Fonti letterarie – Eschilo (Agamennone), Seneca (Agamennone)
Ambientazione – La reggia in Argo

Personaggi

Agamennone
Egisto
Clitennestra
Elettra
Popolo
Soldati

Tragedia in veri in cinque atti di Vittorio Alfieri. Ideata nel maggio 1776 a Pisa, stesa in prosa nel luglio 1777, versificata dal febbraio al giugno 1778 e una seconda volta nell’estate del 1781, venne pubblicata a Siena nel 1783 e rappresentata al Teatro del Cocomero di Firenze nel dicembre 1792.

Protagonista di questa tragedia è Clitennestra, donna fragile e lacerata nell’intimo da sentimenti smisurati e contrastanti: l’ira per il marito, l’amore per i figli e l’attrazione violenta per l’amante.

I personaggi della tragedia sono Agamennone, re di Argo, il conquistatore di Troia; Clitennestra, sua moglie, figlia di Tindaro, re di Sparta, e di Leda; Elettra, sua figlia; Egisto, figlio di Tieste, che ha conquistato l’amore di Clitennestra e che più tardi diverrà a sua volta re di Argo. Egisto odia Agamennone per i soprusi che il proprio padre ha dovuto subire dal padre di lui, Atreo.
Dopo la guerra di Troia, Agamennone rientra in patria, ma Clitennestra, innamorata di Egisto, si lascia convincere da questo ad ucciderlo. Egisto, per assicurare la sua ascesa al trono, vorrebbe uccidere anche il figlio di Agamennone, Oreste, ma la sorella Elettra lo mette in salvo. L’azione ha luogo nella reggia di Argo.

ATTO I

Durante la guerra di Troia il pelopide Egisto, bandito da Argo, vi é tomato per sedurre Clitennestra, moglie di Agamennone e appartenente alla nemica stirpe degli Atridi. Si avvicina ora il ritorno di Agamennone e le furie di Tieste, padre di Egisto ucciso da Agamennone e Menelao, esigono da Egisto il tributo di sangue nemico.
Clitennestra, tormentata dal ricordo della figlia Ifigenia, sacrificata da Agamennone, non vuole perdere 1’amante. A frenare la passione di Clitennestra é sua figlia Elettra, affezionata al padre: le ricorda l’ostile genia di Egisto, interessato a usurpare i diritti di Oreste, il 1egittittimo erede.

ATTO II

Agamennone é ormai approdato in Grecia e Clitennestra ottiene da Egisto un giorno di tempo per sondare gli umori del marito e decidere il da farsi, mentre Egisto si nasconde senza uscire dalla città. Agamennone entra in città, tra due ali di folla festante, ed Elettra lo accoglie travolta dalla gioia, mentre Clitennestra, alle affettuose parole di Agamennone a Oreste, ancora ragazzino, piange colpevoli lacrime.

ATTO III

Agamennone non riesce a spiegarsi la freddezza di Clitennestra. Elettra difende la madre, giustificandola con il dolore subito alla morte d’Ifigenia, e Agamennone, rassicurato, vuole sapere come mai Egisto si trovi ad Argo, e lo convoca a corte. Agamennone non tollera che un pelopide viva ad Argo e impone a Egisto di andarsene l’indomani. Clitennestra comprende cosi che il suo destino e legato a quello dell’amante, mentre Elettra cerca di convincerla d’aver scampato un pericolo.

ATTO IV

Clitennestra non vuole separarsi dall’amante e decide di uccidere con le proprie mani il marito, non appena apprende da Egisto che Agamennone s’e portato da Troia l’amante, Cassandra. Elettra, temendo insidie notturne ai danni di Agamennone, cerca invano di persuadere il padre ad anticipare il bando del pelopide, ma Agamennone è turbato dai rimproveri della moglie sulla presenza a corte di Cassandra. Egli rassicura la moglie che si tratta solo di una schiava e, per eliminare ogni sospetto, intende donargliela.

ATTO V

Al momento decisivo, Clitennestra esita a compiere il delitto, ma a convincerla e l’astuto Egisto. Clitennestra allora brandisce il pugnale e uccide il marito, saziando la sere di potere dell’amante, che vorrebbe assassinare anche il diretto erede al trono Oreste, messo in salvo da Elettra.

L’originalità di Alfieri sta nella sottile (e piuttosto moderna) trasformazione del ruolo principale svolto dal destino nelle sue fonti antiche in una forza interiore che guida Clitennestra a compiere ciò che non vorrebbe, ma è comunque condannata a commettere. L’Agamennone di Alfieri non riguarda tanto la dicotomia tra un potere tirannico e la lotta per la libertà, come lo sono molte delle sue opere teatrali, il che probabilmente spiega la sua scarsa accoglienza fino a tempi molto recenti; piuttosto, si tratta della completa sconfitta della forza di volontà umana. In effetti, gli dei fanno la loro apparizione nel dramma, ma come burattini stessi del vero burattinaio, cioè Clitennestra. È fedele alla sua stirpe perché decide volentieri, eppure conosce l’autodistruzione che ne deriverà. Clitennestra si spegne come una regina eschilea, solo per ammorbidirsi gradualmente, e alla fine comincia ad emergere come quel personaggio razionale perché consapevole, ma altrettanto irrazionale, che non solo Elettra, ma anche il lettore/spettatore, sente il bisogno di esonerare.

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