NECROPOLI TEBANA

DAL GRANDE SOGNO AL GRANDE SONNO

Sulla riva sinistra del Nilo, al limitare del deserto, i Tebani avevano costruito la loro necropoli (Tebe Ovest). Vera e propria “Città dei Morti”, a ridosso delle aride alture del Deserto occidentale, fronteggiava la “Tebe dei Vivi” (Luxor e Karnak), sulla riva destra del Nilo, al centro di una verdeggiante pianura adagiata tra il fiume e il Deserto orientale. Sempre nell’area dell’antica Tebe Ovest, nei pressi di Medinet Habu, Amenofi III si era fatto costruire un immenso palazzo (di cui rimangono solo pochi resti), circondato ola giardini lussureggianti, al quale si poteva accedere arrivando lungo il Nilo grazie alla costruzione di un canale di collegamento.
Mentre i faraoni del Medio Regno avevano scelto la regione di El Fayyum come loro residenza e per costruirvi i loro futuri sepolcri, le piramidi, i sovrani del Nuovo Regno elessero come loro capitale Tebe e si fecero seppellire nelle vicinanze della città.
Alla monumentale piramide i faraoni tebani preferirono, come edifici tombali, profondi ipogei scavati nelle pareti rocciose di una stretta valle dietro a El-Assasif, mentre in un vallone a sud-ovest costruirono un’altra necropoli per le donne e i bambini appartenenti alla famiglia reale. Queste due aree isolate, con i loro ambienti sotterranei, sono passate alla storia col nome rispettivamente di Valle dei Re e Valle delle Regine. Tutto intorno, fino al Nilo, si trovano le tombe di dignitari, alti funzionari di corte e sacerdoti che volevano essere sepolti accanto al loro sovrano. Le pareti delle tombe di questa immensa necropoli sono decorate con scene di vita quotidiana: tanti piccoli capolavori che ci hanno permesso di ricostruire molti aspetti della vita degli antichi Egizi.
Col Nuovo Regno cambia anche l’ubicazione del tempio funerario che, un tempo eretto davanti alla piramide del faraone, viene ora costruito lontano dalla tomba, nella vallata. Purtroppo di questi templi è stato distrutto quasi tutto. Sappiamo che quello di Amenofi III era il più imponente, e ce ne danno testimonianza diretta i due colossi di Memnone, che si ergono maestosi al centro della piana. Senza dubbio grandioso era anche il Ramesseum, il tempio funerario di Ramses II.

Il Tempio di Hatshepsut a Deir el-Bahari

Il più celebre e originale è comunque il tempio che la regina Hatshepsut si fece costruire dal suo architetto Senenmut nel circo naturale di Deir el-Bahari. Edificio di stile classico, con caratteristici portici sostenuti da pilastri che conducono fino al santuario scavato nella montagna, conserva un aspetto incredibilmente moderno, grazie alla sua struttura geometrica e all’elegante semplicità.
Pure degno di nota, ma di tutt’altro genere, e il tempio fatto innalzare da Ramses III a Medinet Habu, originale per il suo “Padiglione reale”; termine improprio con cui si indica la porta trionfale della cinta muraria fortificata, ispirata ai migdol, le fortezze asiatiche che il faraone aveva precedentemente assediato. All’interno del grande complesso monumentale, Ramses III fece costruire anche il proprio palazzo, che abitò fino alla tragica fine del suo regno.
I lavori di costruzione e manutenzione della Valle dei Re ricedettero un enorme numero di operai specializzati, che vennero trasferiti permanentemente in un villaggio riportato alla luce nei pressi di Deir el-Medina. Le strade del villaggio sono tagliate ad angolo retto e l’insieme, che comprende circa settanta case, e recintato. La necropoli di questi artigiani è nelle vicinanze e le sue tombe, benché di modeste dimensioni, sono molto interessanti. In quella di Ipuy, scultore del tempo di Ramses II, si possono osservare dettagli curiosi; una grande mazza che cade sul piede di un operaio, il Nilo come scenario di una pesca miracolosa, un oculista che versa del collirio negli occhi di un paziente.
Le tombe di questa “gente comune” di Deir el-Medina inseriscono una nota umana in questo mondo dedicato all’aldilà, abitato solo da personaggi ai vertici della scala sociale, che qui venivano consegnati per sempre alla storia.

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