PINOCCHIO – Walt Disney (DISEGNI DA COLORARE)

PINOCCHIO

Pinocchio è apparso nel 1940 ed è il secondo lungometraggio d’animazione dei Walt Disney Studios dopo Biancaneve e i sette nani. È basato su Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi.

In Pinocchio l’infedeltà principale al testo di Collodi è, come noto, l’aver trasformato il polimorfo monello in un ragazzino abbastanza normale, sia nell’aspetto (le linee del volto e il naso sono arrotondati e mobili, solo dalle gambe si capisce che è un mezzo burattino) che nel carattere (lascia la retta via più per ingenuità che per monelleria). Anche gli altri personaggi, come Geppetto e il Gatto e la Volpe, perdono lo spessore etico satirico favolistico che avevano nel libro e vengono faticosamente convertiti alla comicità e al realismo. Ce ne sono tre o quattro di meno (Maestro Ciliegia, il giudice-scimmione, …) e due in più, Figaro e Cleo, il gatto e il pesciolino di Geppetto, che ricompariranno in alcuni cortometraggi.
L’unico davvero originale è il Grillo Parlante, che qui rinuncia al suo ruolo di coscienza per tramutarsi in un compare astuto e fedele, capostipite di una dinastia di consiglieri animali in miniatura, concentrati di intelligenza e di humour. E le scene migliori sono quelle un po’ horror, soprattutto la visita al Paese dei Balocchi con l’agghiacciante metamorfosi asinina di Lucignolo, raccontata attraverso le ombre sui muri (è l’esatto contrario dell’umanizzazione che Disney pratica abitualmente). Paolo Lorenzini, nipote di Collodi, protestò col Minculpop perché il Pinocchio cinematografico “poteva essere scambiato per un americano”, ma il suo reclamo non ebbe seguito (e probabilmente l’errore di Disney è di non aver americanizzato ancora di più i suoi personaggi).

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