LA TESI DELLA CREAZIONE DEL MONDO

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È RAZIONALMENTE SOSTENIBILE LA TESI DELLA CREAZIONE DEL MONDO?
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Si possono ridurre sostanzialmente a due le posizioni di coloro che affermano la tesi dell’origine del mondo per volontà divina: una posizione duramente e semplicemente fideistica, ed una che vorrebbe essere razionale.

C’è infatti chi si limita ad un semplice atto di fede (credo in Dio padre onnipotente, creatore del cielo e della terra), senza pretendere di dare una base razionale a questa convinzione – e siamo qui nel campo riservato al sentimento, nella sfera delle semplici credenze religiose non soggette quindi a obiezioni -, e c’è invece chi non si limita a fare appello alla lede e ad affidarsi alla rivelazione, ma cerca di dare una vera e propria dimostrazione di quanto asserisce.
Ecco allora, come conseguenza di questo secondo atteggiamento, le famose prove dell’esistenza di Dio e della creazione del mondo dal nulla, prove che costituiscono un capitolo celebre ma del tutto superato nella storia del pensiero. Si tratta in realtà di prove che non provano niente, come cercherò di mostrare attraverso questi rapidi cenni.
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) Anche se in appoggio alla tesi creazionistica si potessero elaborare argomenti stringenti, forniti cioè della massima evidenza e forza logica (ma ciò, come vedremo, non è possibile), bisognerebbe pur sempre provare che ad essi corrisponde – al di là della nostra diretta esperienza – una realtà ché sta proprio come quei ragionamenti vogliono. Non si può infatti dimenticare che noi non abbiamo in questo caso nessun mezzo di controllo sperimentale. Non potendo evidentemente andare a… verificare se quanto affermano i teologi è vero, dovremmo poter essere sicuri che la nostra argomentazione ha veramente un valore oggettivo.
Ma chi e che cosa ci potrà mai dare tale sicurezza?
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2°) Nessuna delle molte prove escogitate nel corso della storia può essere considerata stringente, tale cioè da strappare l’assenso è da sfidare impunemente le obiezioni. E ciò, anzitutto, perchè i termini e i concetti usati – Dio, eternità, nulla, creazione ecc. – non hanno alcun significato concreto, non sono definiti e definibili con precisione.
Quando per esempio un teologo o un filosofo spiritualista parlano di Dio, adoperano espressioni oscure e indeterminate come queste; essere supremo, puro Spirito ecc.
Ora, se chiedete loro che cosa voglia dire esattamente essere supremo, puro Spirito ecc., e che cosa essi pensino realmente quando pronunciano queste frasi, si troveranno terribilmente imbarazzati a rispondere. Altrettanto dicasi per gli altri termini e concetti.
In queste condizioni è chiaro che nessun ragionamento può esser€ concludente e fornito di senso.
In realtà noi sappiamo che l’idea di Dio, che non ha nessun valore logico rigoroso, ha una origine storico-psicologica facilmente rintracciabile. Si tratta di un’idea ottenuta per via antropomorfica, prendendo cioè a modello e come punto di partenza l’uomo stesso, di cui si assolutizzano arbitrariamente le qualità e la potenza.
Ci si forma così l’idea astratta e fantastica (il mito) di un essere infinitamente potente, infinitamente capace ecc.. una specie di personaggio all’ennesima potenza.
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3°) Uno degli argomenti più comuni e apparentemente più efficaci in favore della tesi creazionistica è quello secondo cui, posto che ogni cosa debba avere una causa fuori di sè, e ritenendosi impensabile e contraddittorio un regresso all’infinito dagli effetti alle cause, bisognerebbe arrestarsi ad una cosiddetta causa prima (causa quindi anche di se stessa) identificata per l’appunto con Dio, creatore del mondo.
E’ facile scorgere l’enorme ingenuità che contraddistingue questo argomento. Esso anzitutto non tiene conto delle approfondite discussioni a cui ha dato luogo, da due secoli a questa parte, il concetto di causa, il quale è molto meno semplice e ovvio di quanto non possa sembrare a prima vista (di ciò però non parlerò perchè il discorso mi porterebbe troppo lontano).
In secondo luogo basta una semplice considerazione per distruggere tutta la apparente efficacia del argomento. Si ritiene che Dio sia eterno, non creato da niente, causa di se stesso?
Ma allora perchè non si potrebbero attribuire gli stessi requisiti al mondo stesso (semplificando così enormemente la questione)?
Oppure: si ritiene impossibile che il mondo sia causa di se stesso, cioè che non dipenda da nulla fuori di esso?
Ma allora perchè questo dovrebbe essere possibile per Dio?
Insomma, se è arbitrario considerare il mondo causa di se stesso, perchè non dovrebbe esserlo per quanto riguarda Dio?
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4°) Le prove dell’esistenza di un Dio creatore dovrebbero poi superare, sul terreno logico, due grossi scogli. In primo luogo spiegare come mai un puro ente spirituale possa dar luogo a qualcosa di materiale, secondo l’impostazione rigidamente dualistica che è un punto fermo per i teologi e i filosofi della Chiesa (essi affermano infatti che esiste lo spirito e che esiste la materia: due principi, due nature separate).
Spiegare, in secondo luogo, come e perchè Dio (essere perfetto e fuori del tempo) si sarebbe determinato ad un certo momento a far sorgere l’universo materiale.
Se è perfetto, si deve supporre che sia immobile, perchè l’aver-qualcosa-da-fare rivela sempre una esigenza e quindi una mancanza, una imperfezione.
Se è fuori dal tempo, come può aver creato ad un certo momento?
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Si noti che a queste o consimili obiezioni sarebbe impossibile rispondere invocando la pretesa debolezza della mente umana (ci troviamo dinanzi al mistero, all’imperscrutabile), perchè una volta che si ha la pretesa di trovare razionalmente l’esistenza di Dio e la creazione, non si può più ripiegare sul comodo argomento della impotenza del nostro intelletto! Si devono assumere tutte le responsabilità e affrontare tutte le conseguenze che il tentativo comporta.
Da tutto questo debbo concludere che la tesi della creazione del mondo non è razionalmente sostenibile.
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