I BALLETTI AFRICANI DI KEÏTA FODÉBA

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I BALLETTI AFRICANI DI KEÏTA FODÉBA

Come il folklore popolare viene saccheggiato e adattato dalla cultura delle classi dirigenti a proprio uso e diletto, così il folklore africano specialmente in questi ultimi anni è passato nelle mani di artisti (musicisti, danzatori, pittori) che l’hanno adattato ai gusti occidentali.
Tipico esempio per tutti, il caso del jazz.
Tipico il caso delle danze e delle musiche cosiddette a afro-cubane.
Tipico il caso di Caribbean Rapsody, la grande “rivista” di danze e musiche negre, viste anche in Italia qualche anno fa.
Ma come sono, nella loro forma autentica, nel loro aspro primitivismo, i riti, i costumi, i canti delle popolazioni africane?
Hanno fatto una tournée per l’Italia una compagnia di danzatori e cantanti negri, diretta da Keïta Fodéba, un senegalese laureato in lettere alla Sorbona. Egli ha riunito alcuni compagni, e ha allestito questo spettacolo, che ci presenta alcune danze rituali dei villaggi africani della Costa d’Avorio, del Senegal, del Congo.
L’interesse di questi balletti sta nel fatto che essi si presentano nella loro genuinità; non fanno nessuna concessione al nostro gusto raffinato, nessuna contaminazione.
Così, con movenze frenetiche, ma piene di una intensa forza espressiva, assistiamo alla danza dell’incantesimo per ottenere la pioggia dal cielo: al rito della fecondità, dell’iniziazione dei giovani alla vita, della caccia; all’esaltazione del guerriero più coraggioso. Ma soprattutto belle sono le danze che hanno a tema il lavoro: la festa della seminagione, quando gli uomini della comunità si riuniscono a coltivare insieme i campi, il canto dei pescatori della Guinea; la danza del raccolto; il canto dei rogatori di piroga del Camerun.
Una rito di una sanità primitiva pulsa in queste danze: e nello tesso tempo ce ne fa sentire la profonda umanità.

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“E nell’azzurro incendiato, proprio al di sopra del cadavere di Naman, un gigantesco avvoltoio planava pesantemente. Sembrava gli dicesse: “Naman! Tu non hai danzato questa danza che porta il tuo nome. Altri la danzeranno. (Keïta Fodéba).

Nel 1969 viene ucciso nella prigione di Camayenne (il famigerato Camp Boiro), accusato di complottare contro il presidente Sékou Touré, il compositore della musica dell’inno nazionale Keïta Fodéba, poeta, danzatore e fondatore dei “Balletti Africani della Repubblica di Guinea”, la prima troupe professionista di danza costituita in Africa.

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