LA SPIAGGIA – Édouard Manet

 

LA SPIAGGIA (1873)
Édouard Manet (1832-1883)
Museo d’Orsay, Parigi
Olio su tela cm 59,6 x 73,2

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Nella piccola tela sono ritratti, in primo piano, Suzanne e Eugène, rispettivamente cognata e fratello di Manet, sulla spiaggia di Berck. La donna, avvolta in un morbido vestito con cappellino, è assorta nella lettura; l’uomo, sdraiato di fianco, ha lo sguardo perduto nel vuoto.
Il mare, increspato, è solcato da tante barche, le cui vele sono tormentate dal vento.
Le due figure sono rese come masse di colore che si adagiano, morbidamente, nella calda tonalità della sabbia.
In questa composizione, una delle rare dipinte dall’artista «en plein air», Manet esprime, ancora una volta, il suo gusto per i colori neutri, maggiormente strutturati rispetto a quelli dei suoi amici impressionisti.
L’artista si era recato nella stazione balneare di Berck insieme alla famiglia, per trascorrere le vacanze estive.
Da poco egli aveva partecipato al Salon, dove aveva ottenuto il suo primo importante successo con Bon Bock, un ‘opera considerata sia dagli amici che dalla critica a lui più vicina, la meno significativa della sua produzione artistica perché rifletteva la maniera acquisita dopo il viaggio in Olanda, dove aveva avuto la possibilità di studiare la pittura di Franz Hals che, a loro giudizio, lo aveva influenzato negativamente.

Nel l873 l’industriale Henri Rouart, amico di Degas, acquistò questo quadro direttamente da Manet. Dopo un passaggio nella collezione di M. Fajard, fu acquistato dal sarto Jacques Doucet; infine passò a M.J .T Dubrugeaud, che lo donò, con riserva di usufrutto al figlio, allo Stato francese.
Nel l970 il dipinto entrò nelle collezioni del Louvre e, nel l986, fu trasferito al Museo d’Orsay che accoglie ben ventotto opere di Manet.

 

Émile Zola ammiratore di Manet

È noto che Émile Zola fu il primo critico a difendere la pittura impressionista. Oltre ad essere amico di Cézanne, Zola frequentò con assiduità Manet con il quale dovette soffermarsi a lungo a parlare d’arte. Il rapporto trai due fu ben saldo per molti anni; nel 1866, per esempio, quando il Pifferaio di reggimento fu rifiutato dal Salon, Zola scrisse parole dure contro la giuria. Alle novità pittoriche degli Impressionisti lo scrittore e critico d’arte, nel l868 dedicò ben sette articoli, pubblicati su “L’Evénement”, fra i quali era anche quello che può essere considerato come la prima monografia in assoluto su Manet. D’altra parte Zola doveva essere costantemente aggiornato su quello che avveniva nel microcosmo impressionista, grazie allo stretto rapporto avuto in questo periodo con Manet, in occasione delle sedute di posa per il suo Ritratto, oggi al Museo d” Orsay. Il rinnovato approccio di Manet con la pittura era perfettamente in sintonia con il pensiero di Zola, secondo il quale l’arte doveva rappresentare la sintesi di due elementi, uno fisso e reale, la natura, l’altro individuale e soggettivo, il temperamento dell`artista: il realismo non ha alcun valore se il fatto reale non è subordinato al temperamento.

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