BONJOUR MONSIEUR GAUGUIN – Paul Gauguin

BUONGIORNO SIGNOR GAUGUIN (1889)
Paul Gauguin (1848-1903)
Narodni Galerie, Praga
Tela cm 113 x 92

Al centro della composizione il pittore infreddolito, chiuso nel suo cappotto e seminascosto dal cappello incontra una contadina bretone dall’abito dimesso, con cui scambia un gesto di saluto. Intorno un paesaggio desolato e scarno rappresenta una zona della Bretagna in inverno, con gli alberi spogli e il cielo tempestoso: è la visione drammatica (e certo non idilliaca e romantica) di una natura quasi ostile e primitiva in cui si riflette il disagio esistenziale dell’artista.
Il tono vigoroso del dipinto e la forza dell’espressione saranno punti di riferimento importanti per i fauves e gli espressionisti. Il titolo è un omaggio di Gauguin alla celebre opera di Courbet Bonjour, monsieur Courbet! ( l 854, Musée Fabre, Montpellier) che raffigura l’incontro fra l’artista e l’amico Alfred Bruyas. Gauguin dipinse la sua opera in un momento durante il quale egli lavorava con insistenza a raffigurare il disagio e l’emarginazione dell’artista in seno alla società.

Il quadro è firmato in basso a destra: “Bonjour M. Gauguin 89” e appartiene alla Narodni Galerie di Praga che conserva opere di Renoir, Cézanne, Pissarro, Toulouse-Lautrec, Van Gogh e Seurat.

Gauguin descritto da Charles Morice

Ecco come appariva Gauguin agli occhi dell’amico Charles Morice, che così lo descrisse: “Un volto largo, massiccio e ossuto, una fronte stretta, un naso né ricurvo né arcuato, ma come spezzato, una bocca dalle labbra strette senza inflessioni, pesanti palpebre che si alzano lente su globi leggermente sporgenti, dove le pupille azzurro chiaro roteano nelle orbite per guardare a destra e a sinistra, mentre il capo e il busto non accennano a voltarsi. Non aveva molto fascino questo straniero, eppure attraeva per l’espressione molto personale, una mescolanza di sprezzante dignità, ovviamente innata, e di una semplicità che rasentava la trivialità. E non ci voleva molto a capire che tale mescolanza era un segno di forza: l’aristocrazia compenetrata del proletariato (…). Il sorriso di Gauguin aveva una gentilezza stranamente ingenua (…). Soprattutto, questo volto acquistava reale bellezza quando la sua gravità si illuminava e nel calore della discussione raggi d’intenso azzurro lampeggiavano improvvisamente negli occhi”.

Paul Gauguin, Autoritratto (1885)
Kimbell Art Museum, Fort Worth, Texas
Olio su tela cm 65,2 × 54,3

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