SHOAH DEI BAMBINI – Benvenuti a Auschwitz! OLOCAUSTO

SHOAH DEI BAMBINI

Debórah Dwork, nel suo libro Nascere con la stella. I bambini ebrei nell’Europa nazista (Marsilio, 1994) focalizza con estrema lucidità la sostanza del genocidio.
f n teoria ad Auschwitz non c’erano
Ibambini..

Benvenuti ad Auschwitz!

Le agghiaccianti testimonianze riportate sempre nel libro di Debórah Dwork  lasciano irrisolte molte domande.

Quando venne il [loro] turno… di passare di fronte all’ufficiale delle SS, il fratello di Lena, Adek, e sua moglie erano in una fila. Con loro c’erano Samek e la moglie, avevano dato a Miriam, due anni, un sedativo e l’avevano messa nello zaino che Samek portava sulla schiena. La colonna avanzava lentamente, in testa c’era l’SS che magnanimamente distribuiva vita e morte, sinistra e destra, links und rechts.
Nel silenzio colmo di tensione, all’improvviso risuonò un lamento infantile.
L’ufficiale delle SS si irrigidì e un migliaio di uomini e donne trattennero il respiro. Una guardia ucraina accorse, affondò più volte la baionetta nello zaino da cui era provenuto quel colpevole suono.
In pochi secondi lo zaino divenne uno straccio imbevuto di sangue.
“Du dreckiger Schweinehunde! ” urlò l’SS indignato colpendo col manico del frustino il viso cinereo del padre che aveva osato tentare di far passare sua figlia di nascosto.
Misericordiosamente, un proiettile dell’ucraino mise ben presto fine alla sofferenza di quel padre. Da allora, divenne un’abitudine per le guardie verificare con la baionetta ogni fagotto

o zaino. […]

Queste selezioni tra vita e morte furono la cerimonia di benvenuto nei maggiori campi di concentramento. Per le donne sole v’era la possibilità di un temporaneo rinvio dell’esecuzione, ma le madri con figli venivano immediatamente messe a morte.
Sara Grossman-Weil, che era all’epoca (1944) una giovane donna di venticinque anni, rievoca con immensa tristezza:”[…] Non mi rendevo conto di quanto stava accadendo. È assurdo. E stavo lì in piedi, con mia suocera, mia cognata e sua figlia, quando qualcuno si avvicinò e disse: ”Dai la bambina
alla nonna”. E mia cognata diede la bambina a mia suocera. Loro andarono a sinistra, noi andammo a destra…

Mia suocera prese la piccola e andò a sinistra. Regina, Esther e io andammo a destra. A sinistra stava tutta la gente che venne mandata alle camere a gas, ai forni crematori, o come si chiamavano. Noi fummo rimesse in fila per cinque”.

Per quanto riguardava i tedeschi, i bambini – e le loro madri – non erano che carne per la macina dello sterminio. Non avevano alcun interesse a prolungarne la vita, nemmeno di un attimo. La loro morte rientrava in una procedura automatica.
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