SHOAH DEI BAMBINI – Nascondersi per sopravvivere – OLOCAUSTO

 

SHOAH DEI BAMBINI

Debórah Dwork, nel suo libro Nascere con la stella. I bambini ebrei nell’Europa nazista (Marsilio, 1994) focalizza con estrema lucidità la sostanza del genocidio.

Nascondersi per sopravvivere

Fortunatamente per tutti, alcuni bambini riuscirono a sfuggire alla follia del genocidio nazista. È il caso di Ivan Buchwald di cui Debórah Dwork ci racconta il salvataggio in extremìs.
Ivan Buchwald aveva cinque anni.

Separato dai suoi genitori, stava per essere deportato ad Auschwitz dalla sua città natale di Novi Sad in Jugoslavia.

“Marciavamo allineati in una lunga coda, una fila di persone dietro l’altra, verso la stazione.

Camminavamo, accanto alla strada sulla nostra destra c’era un bosco e una mia zia, Etel Scheer, che abitava a Vrbas, a venti miglia da Novi Sad, una donna dal carattere molto deciso, uscì correndo dal bosco, mi prese in braccio e sempre di corsa fuggimmo tra gli alberi…
Andai a vivere con mia zia e vi rimasi per tutto il periodo della guerra. La sua casa era in campagna; restai lì nascosto sino alla fine della guerra, e sopravvissi. […]
Mi tenevano in casa per quanto era possibile ed ero stato ammonito che per nessuna ragione al mondo avrei dovuto dire di essere ebreo; sebbene avessi solo cinque anni sapevo di essere ebreo. […]
Fortunatamente la casa della zia era in piena campagna, e i vicini che seppero di me non parlarono.”
II salvataggio di Ivan Buchwald fu estremamente drammatico, un’azione decisa in modo precipitoso, molto diversa dalla partenza progettata e organizzata di Anna Frank e della sua famiglia da casa al luogo in cui vissero nascosti […].
I genitori di Anna, Otto e Edith Frank, avevano preso per tempo accordi economici e pratici per il periodo di reclusione; i familiari di Ivan erano stati deportati prima di poter pensare a piani del genere.
La famiglia Frank riuscì a nascondersi restando unita; Ivan Buchwald rimase solo.
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