LA SCUOLA PITAGORICA o ITALICA

LA SCUOLA PITAGORICA o ITALICA

I pitagorici sentirono fortemente la necessità di cercare l’intima essenza delle cose al di là del loro aspetto materiale. Educati allo studio delle matematiche (così erano dette in origine tutte le scienze: geometria, astronomia, musica, medicina, ecc.), essi furono portati a credere che l’intima ragione delle cose fosse il numero. Infatti, sia fra le cose, come fra le parti di una cosa, corrono sempre dei rapporti (di posizione, di grandezza, di movimento), che sono quantitativi, ma che fondano anche quelli qualitativi: rapporti che non si possono rendere in altro modo che con dei numeri. Togliamo questi rapporti, e la realtà ci si sfascia nel caos, anzi ci svanisce nel non-essere, nel nulla. Perciò la legge dei rapporti numerici è a fondamento del cosmo, e rimane costante attraverso il variare dei fenomeni. I numeri, dunque, sono la trama sostanziale della realtà.

Essi permangono inalterati, sono l’essere, e generano, nei loro rapporti vari molteplici e mutevoli, le cose, i fenomeni, la natura sensibile: che è il divenire. Le cose sono numeri divenuti sensibili. Il tentativo della sintesi sembra qui meglio riuscito. Ma se con gli eleati si può ancora discutere sull’interpretazione dell’essenza dell’essere, coi pitagorici, si è decisamente molto lontani dalla sostanza materiale. in cui i primi ionici facevano consistere il principio generatore delle cose (Vi ritorneranno gli atomisti, ma su base pluralistica).

PITAGORA DI SAMO, vissuto circa dal 580 al 500 a. C., fu il fondatore a Crotone, nella Magna Grecia, della Scuola filosofica che porta il suo nome e, dalla regione, anche quello di Scuola italica. La sua non era soltanto una scuola, ma anche un’associazione di carattere religioso e politico, famosa per la cultura e la virtù dei suoi membri, così che per più di mezzo secolo esercitò grande influenza in più luoghi dell’Italia meridionale e lasciò poi traccia profonda nella storia del pensiero.

La scienza e la filosofia devono molto a Pitagora e ai pitagorici. Basti ricordare il teorema del quadrato dell’ipotenusà, quello della trasformazione di un poligono nel quadrato equivalente, il calcolo decimale, cioè basato sul numero dieci in luogo di quello fondato sul numero cinque o sul dodici, la tavola pitagorica, le prime leggi dell’acustica, la concezione della sfericità e dei movimenti della terra.

Pitagora diceva che il cielo è tutto un’armonia e che, per spiegare le cose, bisogna risolverle in numeri. Se così non fosse, l’universo non sarebbe valutabile, non sarebbe pensabile.

Dio è l’unità primitiva, l’accordo totale e supremo, in cui si conciliano tutti i contrari, l’anima dell’universo, la Monade delle monadi. Da essa esce la serie dei numeri, ossia degli esseri, il primo dei quali, l’uno, è unità relativa, inizio della serie o della pluralità. L’opposizione fra l’uno e i molti è madre di tutte le cose. Tutti i contrasti della natura, il caldo e il freddo, la luce e l’oscurità. il bene e il male, il finito e l’infinito, non sono altro che varietà di “uno” e di “molti”, del dispari e del pari. Perfette, oltre la monade (l’uno), sono la triade e la decade. Le anime individuali sono i principi degli organismi corporei, le “armonie” dei corpi: sono principi di organizzazione e di vita, che non si esauriscono in un solo atto d’organizzazione, ma passano da un atto a un altro, ciò che si dice trasmigrazione delle anime da corpo a corpo. La virtù sta nell’equilibrio, ossia nell’accordo con noi stessi e con gli altri. L’idea dell’unità e dell’armonia, simboleggiata anche dall’ottava musicale, domina, tutta la dottrina di Pitagora.

FILOLAO DI ATENE, vissuto intorno al 450 a. C., fu astronomo. Sostenne la teoria del doppio movimento della terra intorno al proprio asse e intorno al al fuoco centrale dell’universo. Considerò il movimento molteplice e ordinatissimo degli astri come una danza eterna, regolata dalle leggi del numero.

Altri celebri pitagorici furono TIMEO Dl LOCRI, pure astronomo e matematico, vissuto intorno al 450, e ARCHITA DI TARANTO, del quarto secolo a. C., signore della sua città, amico di Platone.

PROGRESSO DELLA FILOSOFIA DAGLI IONICI AI PITAGORICI

Benchè siamo ancora lontani da una chiara concezione e valutazione morale, spirituale, della divinità e del mondo, tuttavia la filosofia si libera dall’ilozoismo primitivo. Il pensiero, che negli ionici è come assorbito negli oggetti esteriori, tende ad accentuare la sua autonomia e a dominare. Il meccanicismo degli ionici, che ha ancora un fondo naturalistico, si affina nel matematicismo dei pitagorici. Il violento dinamismo di Eraclito si compone in armonia. L’Universo è accordo ordine misura, cioè, nella sua essenza, realtà intelligibile.

Anche qui, come già notevolmente nell’eleatismo, siamo portati fuori dalle fallacie e dalle inquietudini del senso e volti alla serena vita della ragione. Siamo posti in una via che conduce all’Eterno, al Perfetto.
Il divino Platone non troverà modo migliore per definire l’azione di Dio, che dire: geometrizza!

VEDI ANCHE . . .

LA DIALETTICA DI ESSERE E DIVENIRE

ERACLITO DI EFESO

LA SCUOLA ELEATICA

LA SCUOLA PITAGORICA o ITALICA

EMPEDOCLE E ANASSAGORA

DEMOCRITO E L’ATOMISMO

LA SOFISTICA

SOCRATE e SEGUACI

FILOSOFIA DI PLATONE

MORALE ELLENICA – Platone, Aristotele e Alessandro

FILOSOFIA DI ARISTOTELE

EPICURO – L’ASCETISMO DEL PIACERE

FILOSOFIA DI EPICURO

STOICISMO E SCETTICISMO

FILOSOFIA IN ROMA

NEOPLATONISMO E CRISTIANESIMO

FILOSOFIA – LE SCIENZE AL TEMPO DEI GRECI

LA PATRISTICA – MORALE DEI FILOSOFI CRISTIANI

LA PATRISTICA GRECA – FILOSOFIA NEI PADRI GRECI

PATRISTICA LATINA – SANT’AGOSTINO

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