DEMOCRITO E L’ATOMISMO
La convinzione naturalistica della necessità di un approfondimento della conoscenza della natura
DEMOCRITO DI ABDERA, vissuto nella seconda metà del quinto secolo, e il suo maestro LEUCIPPO, pure di Abdera, vollero essere fisici puri e divennero materialisti, precorrendo colle loro concezioni atomisti che le moderne teorie meccaniche e fisiche. Per essi tutto è materia e resta materia; e ciò depone per l’identità e immutabilità dell’essere. La materia è divisa in un’infinità di atomi, uguali per qualità, ma non per forma nè peso, e cadenti nel vuoto dello spazio cosmico dall’alto al basso con varia velocità, cosicché, incontrandosi e aggruppandosi, costituiscono gli esseri della natura: e ciò depone per la pluralità e il divenire. Così, come aveva voluto fare Empedocle, anche gli atomisti vollero conciliare Parmenide ed Eraclito, e ricorsero, per la spiegazione dei fenomeni della realtà, a pluralità di elementi originari e a leggi loro immanenti.
I capisaldi degli atomisti erano l’indistruttibilità della materia prima (sostanza), la permanenza dell’energia (legge), l’esclusione delle cause finali (processo). Con la loro teoria del vuoto necessario, ammettevano la contemporanea e inscindibile esistenza dell’essere e del non-essere: l’essere è il pieno (gli atomi), il non-essere è il vuoto. Così sembrava loro di superare tutte le contraddizioni, portando il vecchio naturalismo ionico al suo più alto grado di sviluppo, e ciò proprio in un tempo in cui i sofisti e Socrate consideravano in piena crisi quelle teorie oggettivistiche e naturalistiche.
Anche l’anima per gli atomisti è formata da atomi; ma sono leggerissimi e rotondi e perciò più mobili, e si insinuano dappertutto nel corpo e lo vivificano.
La percezione degli oggetti e quindi la conoscenza di essi avvengono perchè dalla loro superficie si staccano sottili pellicole o emanano effluvi, che vengono a contatto cogli atomi dell’anima, attraverso gli organi di senso, e vi suscitano le sensazioni corrispondenti alle qualità sensibili degli oggetti, onde ne viene la conoscenza. Le qualità sensibili degli oggetti bisogna distinguerle in prime e seconde. Le prime, come la forma, la solidità, la posizione, derivano loro direttamente dagli atomi e dall’ordine in cui questi si dispongono formandoli; le seconde, come il colore, il sapore, il suono, derivano dal rapporto tra gli atomi dell’oggetto e quelli dell’organo di senso, cosicché si dicono anche soggettive, perchè l’organo di senso appartiene al soggetto senziente e quindi mutano, mutando questo.
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