IL VANGELO e gli evangelisti

PREMESSA STORICO-GEOGRAFICA

LA PALESTINA, PAESE DI GESÙ 

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Sebbene la missione di Gesù trascenda, per il suo carattere universale, i termini storici e geografici entro i quali si è svolta, tuttavia sarà utile, anche per una migliore intelligenza delle pagine evangeliche, conoscere, sia pur per brevi cenni, la terra in cui egli visse e le genti tra le quali operò: poichè egli non si estraniò dal suo ambiente, anzi a questo informò le consuetudini della sua vita quotidiana, da questo prese gli spunti e il modo del suo insegnamento.
Il paese di Gesù, detto con denominazione greco-ebraica Palestina, è costituito dalla parte sud-ovest della Siria e, nei suoi confini naturali, è limitato a nord in gran parte dalla catena del Libano, a sud dall’Arabia Petrea, a est dal Deserto Siriaco, a ovest dal Mediterraneo. La sua lunghezza è di circa 280 km…, la larghezza media di circa 100…, la superficie di circa 28000 Km quadrati, quasi quanto il nostro Piemonte: piccolo paese, invero, ma, di una, importanza storica e spirituale incommensurabile.
La Palestina, è un territorio montuoso, diviso da, nord a sud in due parti dall’unico fiume importante, il Giordano, la cui valle è fiancheggiata da alture che partono dalle cime del Libano, dirette verso sud. Il Giordano nasce dal Monte Hermon (2759 m.)…, verso la metà del suo corso forma il Lago di Genezareth o Tiberiade, che si trova a 208 metri sotto il livello del Mediterraneo, quindi scende tortuoso per una vasta depressione e finisce nel Mar Morto, il famoso lago salato, a 394 metri sotto il livello del Mediterraneo, che deve il suo nome alla completa assenza di vita animale e vegetale sulle sue sponde.
Le regioni ad est del Giordano, quali la Perea, la Decapoli, la Batanea, la Traconitide, ecc., abitate da genti pagane, tranne la Perea, la cui popolazione era prevalentemente israelita, non facevano parte integrale del paese di Gesù vero e proprio, pur gravitando su questo, ed avevano scarsa importanza…, moltissima ne avevano, invece, le regioni ad ovest del fiume: la Galilea, a settentrione, la Samària, al centro, la Giudea, a mezzogiorno.
La Galilea era un paese, mirabile per bellezze naturali, fertilissimo, ricco e vario di flora e fauna, con una popolazione forte, laboriosa, che si addensava specialmente nelle graziose cittadine o villaggi disposti a corona del ridente e pescoso lago di Genezareth, o più lungi, fra le alture: Betsaida, Cafarnao, Chorazin, che ebbero il privilegio della ripetuta presenza di Gesù…, Magdala, Tiberiade…, e, nella parte collinosa, Cana, Naim…, infine, signoreggiante tutti quei villaggi, Nazareth in una, conca di smeraldo: la città di Gesù fanciullo.

La Samària, meno bella della Galilea, assai più della Giudea, fertile, con ampie valli, e pianure aperte verso il mare e il Giordano, era abitata da una popolazione numerosa, originatasi, nei tempi antichi, dalla mescolanza di Ebrei e di colonizzatori provenienti dalla Babilonia. La gente samaritana, era odiatissima dai giudei, perchè professava una religione mista di ebraismo e paganesimo.
La Giudea, arida e pietrosa, era il centro religioso, politico e culturale del mondo ebraico. Nella sua capitale, Gerusalemme, era l’unico Santuario della Nazione, il Tempio fastoso e immenso, cui più volte all’anno affluivano migliaia di fedeli; intorno a questo si riunivano le supreme autorità religiose e il fiore dei sacerdoti, dei dotti; intorno a questo pullulavano e fermentavano le sette ed i partiti che dividevano il popolo d’Israele.
Il Tempio copriva una superficie di 144.000 metri quadrati e consisteva in una vasta riunione di fabbricati, al centro dei quali era il tempio vero e proprio, il Sancta Sanctorum; una cerchia di mura lo cingeva. Costruito interamente di marmo bianco e ricoperto di pesanti piastre d’oro in ogni parte, appariva, da lungi, come una montagna candida di neve, sfavillante di rosse luci. Oltre al Santuario della Nazione, in Gerusalemme, vi erano nelle città e nei villaggi della Giudea, come di tutta la Palestina, le sinagoghe; ma queste erano semplici luoghi di riunione, a carattere laico, per le letture bibliche e la, preghiera in comune.
Al servizio del Tempio erano addetti: i Leviti, serventi dei Sacerdoti; i Sacerdoti, divisi in ventiquattro classi, con un capo o princeps; il Sommo Sacerdote o Pontefice. Quest’ultimo presiedeva, inoltre, il supremo tribunale ebraico, Gran Sinedrio, di cui facevano parte: i Principi dei Sacerdoti, gli Scribi, interpreti della Legge, gli Anziani, scelti fra le persone più ragguardevoli.
Le sette e i partiti che, come abbiamo detto, dividevano il popolo d’Israele, comprendevano: i Sadducei, negatori della Provvidenza e dell’immortalità dell’anima; bramosi di ricchezze e di onori, accettavano la dominazione straniera e sostenevano il partito degli Erodiani, fautori di Erode; i Farisei, ipocriti e superbi, osservanti scrupolosi della Legge e delle tradizioni ad litteram, non secondo lo spirito; avevano come naturali alleati, gli Scribi, che della Legge erano gli interpreti cavillosi e gelosi.
La Palestina, dopo varie e secolari vicende, che non occorre enumerare qui, ai tempi di Cesare e Pompeo divenne tributaria di Roma (63 a.C.: presa di Gerusalemme), ed ebbe come governatore Antipatro Idumeo. A questi. successe, nel 40 a.C., il figlio Erode, col titolo di re dei Giudei, per concessione di Cesare Ottaviano. Alla sua morte (750 di Roma), la Palestina fu divisa fra i suoi tre figli che assunsero il titolo di etnarchi o capi della nazione: Archelao governò la Samària, la Giudea e, a sud di questa, l’Idumea; Erode Antipa ebbe la Galilea e la Perea; Filippo, i paesi a nord-est del Giordano. Nell’anno 6o d.C., Archelao fu destituito e sostituito da un procuratore romano che, dal 26 al 36, fu Pilato.

IL VANGELO E GLI EVANGELISTI

I Vangeli non vogliono essere opere d’arte letteraria, sono bensì impareggiabile capolavoro di spiritualità, ma sono anche opera di poesia…, perché la loro divina semplicità parla direttamente al cuore, e spesso supera la poesia raffinata dei più grandi poeti.

Vangelo, dal greco Evanghélion, significa “buona novella”, cioè messaggio di bene recato da Gesù agli uomini bramosi di giustizia, d’amore e di pace ed indica, anche il libro, o meglio i libri, che contengono questa lieta novella, quindi con essa Gesù annunziò agli uomini che tutti potranno salvarsi, che per tutti è aperto il regno dei cieli.
Quattro sono i libri evangelici e quattro ne sono gli autori: Matteo, Marco, Luca, Giovanni.
Nessuno dei quattro libri contiene tutta la vita e tutto l’insegnamento di Gesù: molte altre cose furono fatte e dette dal Salvatore, “le quali – ben dice San Giovanni (XXI, 25) – se si scrivessero ad una ad una, neppure il mondo intero potrebbe contenere i libri che sarebbero da scriverne”.
Gli evangelisti, con criteri diversi, e a seconda delle comunità cristiane cui inizialmente ciascun libretto è dedicato, raccolgono in brevi pagine le principali verità riguardanti Gesù Cristo e il suo insegnamento, e tutti, pur discordando nei particolari, concordano nella sostanza; cosicché i quattro libretti vengono a costituire non “i Vangeli”, ma “il Vangelo”.

Il valore storico di questi è inconfutabile, perchè furono scritti tra il 40 e il 100 d.C. da contemporanei di Gesù e dei suoi discepoli; che furono quindi in grado di riferire per diretta conoscenza (o quasi).
I Vangeli furono stesi originariamente in greco, lingua assai diffusa, allora, in Palestina e in tutti i paesi del Mediterraneo; tranne il Vangelo di S. Matteo scritto in aramaico, lingua del gruppo semitico, come l’ebraico, e parlata comunemente in Palestina, fin dal quinto secolo a.C…., questo ben presto fu tradotto in greco, forse dall’autore stesso.

Matteo, dopo aver esercitato l’ufficio di pubblicano, cioè esattore delle tasse per conto dei Romani, fa veduto da Gesù e invitato a seguirlo, e divenne uno dei dodici Apostoli.
Scrisse il suo Vangelo verso il 50 d.C., indirizzandolo agli Ebrei, con il fine di persuaderli che Gesù era il Messia annunziato dai Profeti.

Marco fu segretario dell’apostolo Pietro e, intorno al 54, scrisse il secondo Vangelo, rivolgendosi ai Romani, per dimostrare loro che il Cristo è Figlio di Dio.

Luca, autore del terzo Vangelo, fu medico, e dotato di buona cultura letteraria e scientifica; divenuto discepolo e compagno di S. Paolo, scrisse il suo libro nel 60 d.C. circa, dedicandolo a un illustre personaggio del mondo greco-romano, Teofilo; la sua opera, che attinge alle testimonianze dei primi discepoli, è la più completa biografia del Maestro ed ha lo scopo di dimostrare che Cristo è il Salvatore di tutta l’umanità.

I Vangeli di Marco, Matteo e Luca si dicono “sinottici” (dalla parola greca ‘sinopsi’…, ‘sinossi’), perché essi sono così simili, da potersi leggere insieme, abbracciandoli con uno stesso colpo d’occhio.

L’ultimo a scrivere, fra il 90 e il 100 d.C, fu Giovanni, l’apostolo, il discepolo prediletto di Gesù; il suo Vangelo è detto, per antonomasia, spirituale, perchè la dottrina vi è esposta con maggior elevatezza che negli altri; suo scopo è di dimostrare la divinità di Gesù, negata dai Gnostici, eretici.

 
L’angelo, simbolo dell’evangelista Matteo
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 Il leone, simbolo dell’evangelista Marco
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Il bue, simbolo dell’evangelista Luca
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L’aquila, simbolo dell’evangelista Giovanni
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IL LATINO DEI VANGELI

La versione latina dei libri evangelici, come di tutti gli altri del Vecchio, e del Nuovo Testamento, è la cosiddetta Volgata (da “vulgus”; popolo, massa), di cui è considerato autore o revisore il santo vescovo dalmata Girolamo,
vissuto fra il 3° e 4° secolo d.C…., è in uso presso la Chiesa Romana fin dal sesto secolo ed è l’unica riconosciuta autentica.

E’ scritta in una lingua semplice, chiara, aderente alla parlata del popolo, e pur nobilmente espressiva; ma, per il tempo in cui fu compiuta e i fini cui era diretta, si allontana notevolmente dai modelli dell’età aurea della lingua e della letteratura romana; forse perchè il traduttore non intese minimamente di fare un lavoro di classicità.
Non pochi usi e forme sfuggono a quei modelli, ma sono tutti, o quasi, immediatamente comprensibili da chi sappia un po’ di latino.

VEDI ANCHE . . .

IL VANGELO E GLI EVANGELISTI

VANGELO SECONDO MATTEO

VANGELO SECONDO MARCO

VANGELO SECONDO LUCA

VANGELO SECONDO GIOVANNI

GLI ATTI DEGLI APOSTOLI – Luca Evangelista

GLI ATTI DEGLI APOSTOLI

PAOLO, LE SUE LETTERE E QUELLE DEGLI ALTRI APOSTOLI

LETTERE – SAN PAOLO

L’APOCALISSE di Giovanni

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