VANGELO SECONDO MARCO

MIRACOLO DI SAN MARCO (Vedi scheda)
Jacopo Robusti detto il Tintoretto

VANGELO SECONDO MARCO

L’autore del secondo vangelo fu un personaggio di secondo piano nella Chiesa apostolica, collaboratore dell’apostolo Paolo (Atti degli Apostoli 12,25; 13,5; 2TM 4,11) e soprattutto di Pietro, che lo predilesse(1PT 5,13; cfr. Atti degli Apostoli 12, 12-17). Di Pietro, appunto, egli é, secondo l’antica tradizione della Chiesa, interprete fedele, riferendone la predicazione nel vangelo.

In tutto il libretto, appena una cinquantina di versetti riferiscono cose nuove in rapporto agli altri due vangeli, ma il dettato dell’originale greco é singolarmente vivace e assai spesso tradisce un testimone oculare: Pietro, giacché Marco non conobbe a fondo Gesù (cfr. 14,51-52). Di tradizione pietrina sembra essere anche lo schema fondamentale del secondo viaggio (cfr. Atti degli Apostoli 10,37-41).

Il racconto ha inizio, come la predicazione apostolica (cfr. AT 1,22), dal ministero del Battista (1,1-13), preludio del ministero pubblico di Gesù in Galilea (1,14-9,50), per poi passare alla sua attività in Giudea (cc. 10-13), fino agli avvenimenti del mistero pasquale di morte (cc. 14-15) e di gloria (c. 16).
Marco scrive per fedeli di origine non ebraica; secondo l’antica tradizione, per i cristiani di Roma, ai quali presenta al vivo Gesù Messia e Figlio di Dio, operatore di significativi miracoli, dominatore di satana, il quale é costretto a riconoscere la divina superiorità di Cristo.

Il vangelo di Marco fu pubblicato verso il 65, poiché fu largamente utilizzato da Luca.

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GLI ATTI DEGLI APOSTOLI – Luca Evangelista

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