ANTICA GRECIA – LA PITTURA
Le grandi opere pittoriche greche sono andate completamente distrutte: solo le fonti letterarie e i riflessi documentabili sia nella produzione ceramica figurata dell’epoca sia nella pittura parietale etrusca e romana ci consentono, anche se vagamente, di ricostruire la figura e l’attività di due tra i più grandi pittori dell’età classica (seconda metà del V sec.), Zeusi e Parrasio.
Mentre il primo (nativo di Eraclea, in Lucania) si dedica soprattutto alla resa del chiaroscuro, studiando gli effetti di luce e ombra per dare profondità e risalto alle immagini, l’altro, originario di Efeso e suo rivale, mirerà piuttosto alla finezza e alla sottigliezza della linea di contorno, intesa a rendere la plasticità dei corpi.
Il gusto ionico si manifesta infatti nel tratto fluido ed elegante, nella grazia raffinata e nella scelta di soggetti di contenuto patetico che gli permettono di con- centrare il suo interesse sulla resa dell’espressione psicologica della singola figura.
Zeusi, secondo quanto racconta Plinio in un celebre aneddoto, avrebbe raggiunto una tale perfezione nel dipingere dei grappoli d’uva da indurre gli uccelli a beccarli.
Egli però, a differenza di Parrasio, preferiva rappresentare la bellezza e la perfezione ideali nei personaggi epici e mitologici di Eracle, Penelope, Menelao, Elena, Zeus.
La produzione ceramica può essere distinta in due fasi successive nel tempo (fine Vll-IV sec. a.C.): quella a figure nere su fondo rosso (che era il color ocra originario dell’impasto di argilla) e quella a figure rosse su fondo nero, che permetteva una maggior libertà e ricchezza di dettagli rispetto al procedimento più antico.
Vaso François (Firenze, Museo Archeologico) |
Lo straordinario cammino percorso nel tempo dagli artisti greci verso la conquista di un’efficace resa della profondità dello spazio (specie nel rapporto figure-sfondo) e della purezza delle forme è chiaramente documentata dall’analisi dell’immenso repertorio d’immagini sino a noi giunte.
Anfora con Achille e Aiace che giocano ai dadi (Roma, Museo Etrusco Gregoriano) |
Tra i capolavori sono da ricordare il Vaso François, scoperto nel 1845 presso Chiusi, in territorio etrusco e dipinto da Kleitias (Firenze, Museo Archeologico); l’Anfora con Achille e Aiace che giocano ai dadi (Exechias; Roma, Museo Etrusco Gregoriano); il Cratere con La lotta di Ercole e Anteo (Euphrònios; Parigi, Louvre); la Tazza raffigurante Eos e Memnon (Duris; Parigi, Louvre); il Cratere di Orvieto (Parigi, Louvre) del Pittore dei Niobidi.
La lotta di Ercole e Anteo (Euphrònios; Parigi, Louvre) |
Eos e Memnon (Duris – Parigi, Louvre) |
Cratere di Orvieto (Parigi, Louvre) |
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