CURARSI CON LA FRANGOLA

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LA FRANGOLA

La frangola, che alcuni chiamano anche alno nero, è un arbusto molto diffuso nelle radure e nei boschi cedui, ha grandi foglie di forma ovale che sembrano lucidate nella pagina inferiore e dei fiorellini giallastri a 5 petali che in autunno formano delle piccole bacche (drupe) di colore dapprima rosso poi nero.
Il merito di averne scoperto le virtù è del celebre medico italiano Mattioli, nel ‘500.

Solo la corteccia della pianta è realmente attiva (le bacche lo sono pochissimo). Si abbia l’accortezza di staccare il secondo strato della corteccia, il più lucido e il più umido, che si raggiunge eliminando con un coltello il primo strato scuro.
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Deve essere utilizzata essiccata perché fresca è lievemente tossica.
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La raccomando principalmente contro stitichezze di qualsiasi tipo (da eccessi alimentari, abuso di carne o squilibrio dell’apparato digerente). È tutto l’insieme dello stomaco e dell’intestino che viene sbloccato, regolato e rimesso a nuovo dalla frangola; nei casi di avvelenamento ha un effetto emetico salutare; in caso di pigrizia dell’apparato digerente stimola i muscoli che smuovono il bolo alimentare; non irrita e ciò consente di darla anche ai sofferenti di iperacidità, gonfiori, aerofagia o infezioni croniche.
La frangola è il vegetale più indicato da somministrare alle donne gravide sofferenti di stitichezza, da loro sollievo senza minimamente compromettere la loro salute e quella del nascituro. Aggiungo che la frangola ha proprietà vermifughe, agevola il fegato nelle sue funzioni, stimola la milza, combatte le emorroidi e guarisce lievi disturbi circolatori.
Esternamente può giovare nelle dermatiti parassitarie (ascessi, infezioni e rogna).
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Raccolta

Fate provvista di corteccia di frangola al momento della massima fioritura, dalla primavera avanzata fino ad agosto. Sceglierete di preferenza i rami di 3 o 4 anni: sono i più ricchi di principi attivi. Tagliatene lunghe strisce che farete essiccare all’ombra, in luogo ventilato. La corteccia che vendono gli erboristi è spesso non genuina, essendo mescolata a cortecce di altre piante come il ciliegio selvatico, l’ontano e il corniolo.

Corteccia di frangola
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Preparazione e impiego

INFUSO – 5 o 6 pizzichi di corteccia tritata in un litro d’acqua. (Da 2 a 3 tazze al giorno, eventualmente in una tisana preparata, con menta, finocchio, salvia o altea.)
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DECOTTO – 5 o 6 pizzichi di corteccia tritata in un litro d’acqua; fate bollire per mezz’ora; il preparato è ancora più efficace se lasciate macerare il tutto, dopo averlo bollito, per una mezza giornata. (1 o 2 tazze alla sera.)
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DECOTTO per uso esterno (impacchi, clisteri, semicupi, ecc.) – Mezza manciata di corteccia per litro d’acqua.
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POLVERE di corteccia – Prendetene un pizzico al giorno, nel miele, nel latte, ecc.

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ERBE MEDICINALI – FITOTERAPIA

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ATTENZIONE: Tutte le notizie e curiosità contenute in questo pagina hanno esclusivamente scopo informativo e non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.