IL DECADENTISMO – LA CRISI DEI VALORI BORGHESI

IL DECADENTISMO

LA CRISI DEI VALORI BORGHESI

Dopo il 1870 la borghesia europea compì dei profondi cambiamenti, sia economici che culturali. Una volta  Conquistato il potere politico, poté dare avvio al pieno sviluppo del sistema capitalistico, che affondava le proprie radici nella rivoluzione industriale. Tuttavia questa classe, dopo essersi posta a direzione della società economica e civile, cominciò a perdere quei caratteri libertari e progressisti che aveva avuto fino al 1848, data che concluse le grandi rivoluzioni borghesi. Divenne cosi protagonista di una fase involutiva e spesso reazionaria che avrà come sbocchi sconvolgenti e dolorosi le due guerre mondiali.
Alla base di questo radicale mutamento vi sono numerose motivazioni: innanzi tutto nella storia una classe, quando raggiunge gli obiettivi rivoluzionari che si era prefissa, tende ad arroccarsi sul potere conquistato e a difendersi con ogni mezzo, cercando di fronteggiare le minacce e le rivendicazioni che sorgono dal basso, da parte di nuovi gruppi sociali emergenti. Fu così che l’esperienza della Comune di Parigi (1871) impauri notevolmente la borghesia europea, che tese a identificare l’immagine del socialismo con quella della violenza. Infatti negli ultimi decenni dell’Ottocento il movimento operaio e socialista era in ascesa, in quanto il proletariato industriale si era ormai organizzato in Francia e in Inghilterra, e aveva fatto la sua comparsa anche in Germania e poi in Italia.
Nei Paesi ove lo sviluppo industriale si era già da tempo affermato o era appena stato avviato, si verificò un ribaltamento dei principi innovatori della borghesia rivoluzionaria: alla libera concorrenza si sostituì il monopolio (potere di uno solo) o l’oligopolio (potere di pochi); all’uguaglianza si contrapposero il privilegio economico e la ricchezza; alla fratellanza subentrò lo sfruttamento coloniale, attuato in nome della superiorità della razza bianca sulle razze di colore; al concetto di nazione si preferirono il nazionalismo fanatico l’imperialismo, tanto che le istituzioni liberali (come il Parlamento e il suffragio universale) vennero guardate con sospetto e in seguito furono svuotate di ogni contenuto.
Il modello di Stato a cui ci si rivolse fu la Germania di Bismarck, Stato forte per eccellenza, che riuscì a raggiungere una grande potenza economica e militare esautorando il Parlamento e blandendo con concessioni economiche le rivendicazioni del proletariato tedesco.
Di fronte a questi rapidi sconvolgimenti della società provocati dal dispiegarsi della civiltà industriale, gli intellettuali persero i tradizionali riferimenti, in cui trovavano gli ideali e i valori autentici. In questo clima di incertezza si crearono due schieramenti, di cui il primo accettava nel complesso i nuovi principi della borghesia imperialista, mentre il secondo li rifiutava. Infatti alcuni scrittori preferirono assecondare le spinte autoritarie, osteggiando tutto ciò che si rifaceva alle istituzioni democratiche, giudicate negative, prive di slancio e di carica innovativa. Questo gruppo accolse scrittori estetizzanti (che miravano al culto del bello come valore assoluto), come Joris-Karl Huysmans in Francia, D’Annunzio in Italia e Oscar Wilde in Inghilterra, ed in seguito i futuristi. Il secondo schieramento si contraddistinse per una posizione di distacco di fronte a una crisi dalla quale non riuscivano a vedere via d’uscita. Gran parte dell’attività letteraria si delineò come un rifiuto della realtà e una ricerca di un mondo alternativo, per cogliere il mistero che avvolge le cose per penetrare nella profondità dell’io. In quest’ambito di disimpegno si schierarono in Francia i simbolisti, che si ricollegavano alla poesia di Baudelaire, e in Italia i crepuscolari che, ripudiati ì modelli di Giosuè Carducci e di Gabriele D’Annunzio, preferirono isolarsi in un mondo pre-industriale popolato da oggetti e personaggi umili e dimessi, ma dotati di autenticità (si ricordano i poeti Guido Gozzano, 1883-1916; Marino Moretti, 1885-1979; Sergio Corazzini 1886-1907).

Oscar Wilde, esteta anticonformista nella vita e nelle opere, fu uno degli ispiratori del decadentismo

.

VEDI ANCHE . . .

GABRIELE D’ANNUNZIO

LUIGI PIRANDELLO

ITALO SVEVO

GIUSEPPE UNGARETTI

EUGENIO MONTALE

SALVATORE QUASIMODO

VEDI ANCHE . . .

LE ORIGINI DELLA LETTERATURA – LETTERATURA ITALIANA

NASCITA DELLA LETTERATURA – L’EPOCA ROMANA

LETTERATURA NEL MEDIOEVO – LE ORIGINI DELLA LETTERATURA

IL DUECENTO E IL DOLCE STIL NOVO

LETTERATURA NEL MEDIOEVO – IL TRECENTO

LETTERATURA DELL’UMANESIMO

LETTERATURA DEL RINASCIMENTO

L’EPOCA DELLA CONTRORIFORMA – IL MANIERISMO

LETTERATURA DEL SEICENTO

LETTERATURA DEL SETTECENTO – L’ARCADIA

LETTERATURA DELSETTECENTO – L’ILLUMINISMO

LETTERATURA DELSETTECENTO – IL NEOCLASSICISMO

LETTERATURA DELL’OTTOCENTO – IL ROMANTICISMO

IL ROMANTICISMO IN ITALIA

LETTERATURA FINE OTTOCENTO

LA POESIA TRA LE DUE GUERRE

LETTERATURA DEL DECADENTISMO – CRISI DEI VALORI BORGHESI

LETTERATURA DEL DECADENTISMO – IL FUTURISMO

DECADENTISMO – LETTERATURA TRA LE DUE GUERRE

LETTERATURA DEL DOPOGUERRA – IL NEOREALISMO

.

 

Immagine di copertina:
Ritratto di Violette Heymann (1910)
Odilon Redon (1840–1916)
Cleveland Museum of Art
Pastello cm 72 x 92

.