DUE LETTERE DI LENIN SULL’AMORE

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DUE LETTERE DI LENIN SULL’AMORE

 

17 gennaio 1915
Lo schema dell’opuscolo raccomando caldamente di scriverlo un po’ più estesamente. Altrimenti troppe cose non sono chiare. Una sola osservazione debbo fare fin d’ora; paragrafo 3
– la “rivendicazione (femminile) della libertà dell’amore” consiglio di sopprimerla del tutto. Questa in effetti si risolve in una rivendicazione non proletaria, ma borghese. In realtà che cosa intendete dire con ciò? Che cosa si può intendere con ciò?

1) Libertà dai calcoli materiali (finanziari) nel campo dell’amore?
2) idem dalle preoccupazioni materiali?
3) dai pregiudizi religiosi?
4) dal divieto del padre, ecc.?
5) dai pregiudizi della “società”?
6) dalla grettezza (contadina o piccolo-borghese o intellettuale-borghese) dell’ambiente?
7) dai vincoli della legge, dei tribunali e della polizia?
8) dalla serietà in amore?
9) dalla procreazione?
10) libertà dell’adulterio? ecc.

Ho enumerato molte sfumature (non tutte, naturalmente). Voi volete intendere di certo non i punti 8-10, ma i punti 1-7 o qualcosa del genere. Ma per i punti 1-7 bisogna scegliere un’altra formulazione, poiché libertà dell’amore non esprime esattamente quest’idea. E il pubblico, i lettori dell’opuscolo inevitabilmente intenderanno per “libertà dell’amore” in generale, qualcosa del genere dei punti 8-10 persino contro la vostra volontà.
Appunto perché nella società odierna le classi più loquaci, rumorose, altolocate intendono per “libertà dell’amore” i punti 8-10, appunto per questo si tratta di una rivendicazione non proletaria ma borghese.
Al proletariato importano più di tutto i punti 1-2 e poi i punti 1-7 e questo propriamente non è “libertà dell’amore”.

Qui non si tratta di quello che voi soggettivamente “volete intendere” con ciò. La questione sta nella logica oggettiva dei rapporti di classe in fatto d’amore.

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24 gennaio 1915
Scusatemi se rispondo con ritardo: volevo farlo ieri, ma sono sopravvenuti degli impegni e non ho avuto tempo di mettermi a scrivere.
Riguardo al vostro schema di opuscolo trovo che la “rivendicazione della libertà dell’amore” non è chiara e indipendentemente dalla vostra volontà e dal vostro desiderio (ho sottolineato questo, dicendo: la questione sta nei rapporti oggettivi di classe, e non nelle vostre intenzioni soggettive) – rappresenta, nella situazione sociale attuale, una rivendicazione borghese e non proletaria.
Voi non siete d’accordo.

Bene. Esaminiamo la cosa ancora una volta.

Per rendere chiaro quello che non è chiaro ho enumerato in via di esempio una decina delle varie interpretazioni possibili (e inevitabili in una situazione di discordia di classe), notando inoltre che le interpretazioni 1-7, secondo me, sono tipiche o caratteristiche delle donne proletarie, e quelle 8-10 delle donne borghesi.
Per confutare ciò bisognerebbe dimostrare:

1) che queste interpretazioni sono errate (e allora sostituirle con altre o indicare quelle errate), o 2) incomplete (e allora aggiungere quello che manca), oppure, 3) che non si dividono in proletarie e borghesi in quel modo.

Voi non fate né la prima, né la seconda, e nemmeno la terza cosa. I punti 1-7 non li toccate affatto. Riconoscete, dunque, la loro giustezza (in generale)? (Quello che voi scrivete della prostituzione delle donne proletarie e della loro dipendenza: “impossibilità di dir di no”, rientra in pieno nei punti 1-7. Qui tra, noi non si può scorgere alcun dissenso).
Voi non contestate neppure che questa è una interpretazione proletaria.
Restano i punti 8-10. Voi li “capite poco” e “obiettate”: “non capisco come si possa (è scritto proprio così) identificare (!!??) la libertà dell’amore col  punto 10″… Ne risulta che io “identifico” e che voi pensate di farmi una ramanzina e mettermi fuori combattimento? Come sarebbe a dire? Che significa?
Le borghesi intendono per libertà dell’amore i punti 8-10: ecco la mia tesi. La volete confutare? allora dite: che cosa intendono le signore borghesi per libertà dell’amore? Voi non lo dite. La letteratura e la vita non dimostrano forse che le donne borghesi intendono appunto questo? Lo dimostrano in pieno! Voi tacendo lo riconoscete. E se e così, il problema sta nella loro situazione di classe e “confutarle” è quasi impossibile e sconfina nell’ingenuità.

Bisogna chiaramente separare da esse, contrapporre loro il punto di vista proletario. Bisogna considerare il fatto oggettivo che se non lo fate esse tireranno fuori dal vostro opuscolo i brani che fanno loro comodo, li interpreteranno a modo loro, trarranno dal vostro opuscolo acqua per il loro mulino, deformeranno il vostro pensiero dinanzi agli operai, “confonderanno” gli operai (seminando tra di essi il timore che voi portiate loro idee estranee). E nelle loro mani hanno un mucchio’ di giornali, ecc.
Voi, invece, dimenticando del tutto il punto di vista oggettivo e classista, passate all’attacco contro di me, quasi che fossi io a identificare la libertà dell’amore con i punti 8-10…
Stano, davvero strano…

“Perfino una passione e un legame passeggiero” sono “più poetici e più puri” dei “baci senza amore” fra coniugi (volgarucci anzi che no). Così voi scrivete. E così vi preparate a scrivere nell’opuscolo. Benissimo. È una contrapposizione logica? I baci senza amore fra coniugi volgari sono una sozzura. D’accordo. Ad essi bisogna contrapporre… che cosa?… Parrebbe: i baci con amore? Voi invece contrapponete loro la “passione” (perché non l’amore?) “passeggiera” (perché passeggiera?): ne risulta, secondo la logica, che i baci senza amore (passeggieri) vengono contrapposti ai baci coniugali senza amore… Strano. Per un opuscolo popolare non sarebbe meglio contrapporre il volgare e sudicio matrimonio contadino-intellettuale-piccolo-borghese senza amore (punto 6 o 5 del mio elenco, mi sembra) al matrimonio civile proletario con amore (aggiungendo, se proprio assolutamente lo volete, che anche il legame-passione passeggiero può essere sudicio, come può essere anche puro). Nel vostro ragionamento è venuta fuori non la contrapposizione di tipi a base classista, ma qualche cosa del genere di un “caso”, caso possibile, senza dubbio. Ma si tratta forse di casi? Se si assume il tema di un caso, di un caso individuale di baci sudici nel matrimonio e puri in un legame passeggiero, esso va sviluppato in un romanzo (poiché qui il nocciolo sta interamente nella situazione individuale, nell’analisi dei caratteri e della psiche di determinati tipi). Ma in un opuscolo?

NB –  Queste due lettere vennero inviate da Lenin. nel gennaio del 1915, alla rivoluzionaria francese Inessa Armand, che gli aveva inviato lo schema di un opuscolo sull’amore che, dopo le critiche di Lenin, rinunziò a scrivere.

Inessa Armand, nata Elise Stéphanne, (Parigi, 8 maggio 1874 – Nal’čik, 24 settembre 1920), è stata una rivoluzionaria russa. Nata da genitori francesi a Parigi ma allevata a Mosca dalla nonna dall’età di cinque anni, sposata con un importante industriale dell’Impero russo, entrò nel movimento rivoluzionario e divenne una stretta collaboratrice di Lenin, con il quale ebbe una breve relazione nell’autunno del 1913. Morì di colera a Nal’čik e fu sepolta sotto le mura del Cremlino.

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